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Porto Marghera: 14,5 milioni di euro dal MISE per gli investimenti

Porto Marghera: 14,5 milioni di euro dal MISE per gli investimenti

Il rilancio di Porto Marghera e dell’area di crisi industriale complessa di Venezia potrà contare su ulteriori 14,5 milioni di euro di risorse.
A mettere a disposizione i fondi, destinati a sostenere gli investimenti per i processi di re-industrializzazione, è il Ministero dello Sviluppo economico, anche grazie al cofinanziamento dell’area lavoro della Regione Veneto. Lo sportello del bando, il cui avviso è stato pubblicato sul sito del MISE, aprirà il 18 gennaio 2021.

Il bando

I soggetti interessati potranno presentare i propri piani di investimento, mirati alla realizzazione di progetti produttivi, ambientali e organizzativi.
Le imprese avranno così un’opportunità ulteriore per fronteggiare i nuovi scenari economici e sociali, contribuendo a incrementare l’occupazione nel territorio del comune di Venezia.
Si potrà attingere ai fondi già dal momento in cui ci saranno progettualità a disposizione.

Le regole sono state rese più flessibili e aderenti alle caratteristiche del territorio rispetto ai precedenti bandi.
“I requisiti di partecipazione al nuovo bando – sottolinea Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia – sono migliori rispetto a quelli del 2019. È anche grazie alle nostre richieste se oggi sono ammesse le reti di impresa e se il valore minimo degli investimenti è sceso a 1 milione di euro. Queste condizioni daranno spazio a nuove tipologie di aziende e a programmi di aggregazione. Si tratta dunque di una nuova opportunità di sviluppo per le aziende, che saranno spinte a fare rete, facendo investimenti comuni per costruire gli impianti e le catene di produzione. E tutto questo, intorno alla metà del 2021, si sommerà ai vantaggi derivanti dalla Zona Logistica Semplificata”.

L’esito del precedente bando

In occasione del bando chiuso ad aprile 2019, che metteva a disposizione 26,7 milioni di euro tra incentivi e agevolazioni per progetti di riqualificazione industriale, furono presentati 7 progetti, per un investimento complessivo di 60 milioni di euro e un bacino potenziale di nuovi 87 posti di lavoro.
Proprio in considerazione della complessità dei requisiti richiesti per accedere ai fondi, solo 3 hanno però passato il vaglio di Invitalia.
Tra i motivi della bocciatura, il codice Ateco non ricadente all’interno del bando (è ad esempio il caso di Vento di Venezia, la società di servizi nautici che aveva presentato un progetto da 8,5 milioni per 11 posti di lavoro), che richiede aziende a grande vocazione manifatturiera, o le carenze patrimoniali.

“Il bando per l’area di crisi complessa – spiega al riguardo Marinese – è estremamente vantaggioso, ma presenta diversi paletti. Devi innanzitutto essere ben strutturato dal punto di vista organizzativo e in grado di presentare un valido piano strutturale, oltre che un valido piano economico-finanziario. Ecco perché saluto con favore l’apertura anche alle reti d’impresa, pur ammettendo che, anche in questi casi, rispettare le disposizioni del bando resta comunque tutt’altro che una passeggiata”.
Per uno dei tre progetti promossi, quello di 3V Sigma da 6,4 milioni che avrebbe creato 24 nuovi posti di lavoro, è invece intervenuto il grave incendio dello stabilimento che ha bloccato l’iniziativa.

Un esempio concreto: SIRAI

Gli altri due progetti approvati dal bando 2019 sono quello di Pilkington Italia, l’azienda di vetri per l’auto e l’edilizia, da 7,2 milioni per 11 nuovi posti di lavoro.
E quello di SIRAI, che, nonostante il Covid, si è già completato positivamente, con un investimento complessivo da 2,3 milioni di euro.
L’intervento eseguito ha garantito un incremento del livello occupazionale portando a 9 le nuove assunzioni rispetto alle 5 inizialmente .
L’impianto costruito e installato da SIRAI è dunque già operativo. Vi si recuperano materiali pericolosi, inertizzandoli e declassificandoli, per recuperare anche una frazione degli stessi. I materiali vengono conservati 10 gradi sotto zero in appositi serbatoi, perché ogni grado di incremento della temperatura genera esplosività. In pratica, grazie a questo impianto, si riescono a disinnescare vere e proprie bombe ecologiche.

SIRAI, che ha sede in zona Panorama, è un esempio anche del senso dell’area di crisi complessa. Che parte da Porto Marghera, ma si spinge anche fuori dal Petrolchimico.
“L’obiettivo – rimarca il presidente di Confindustria Venezia – è quello di re-industrializzare e riqualificare l’intera area, dando strumenti di competitività, prima ancora che puntando sui semplici insediamenti. L’azienda, oltre a garantire gli incrementi occupazionali, deve infatti avere già un’attività produttiva qui. Non può, ad esempio, accedere al bando un’impresa con sede a Milano. E quindi questi strumenti si traducono in un’occasione straordinaria per le aziende del territorio”.

L’impegno della Regione per Porto Marghera

Per la stessa area la Regione Veneto ha messo a disposizione 8,1 milioni, ammettendo a finanziamento per il reinserimento lavorativo, al 30 ottobre 2020, 42 progetti di 233 aziende del territorio per 371 lavoratori. Per quanto concerne l’ambito innovazione aziendale di prodotto, di processo o organizzativa, i progetti ammessi sono 34 e coinvolgono 36 aziende e 320 lavoratori occupati.
Due invece i grandi progetti industriali sostenuti con la L.181/89 del Ministero, e ammontano a 5,5 milioni di euro di agevolazioni finanziarie, attivando circa 10 milioni di euro di investimenti.

Il nuovo bando del MISE – commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia – è una decisione molto importante in un momento storico critico in cui vi è la necessità di sostenere concretamente le azioni di rilancio industriale delle nostre aziende in questa persistente fase di crisi pandemica”. “L’obiettivo della Regione – aggiunge l’assessore al Lavoro, Elena Donazzan – è quello di continuare a rafforzare le azioni di re-industrializzazione in aree, settori, filiere strategiche per lo sviluppo del territorio veneto”. “L’area industriale di Venezia, in particolare quella di Porto Marghera, è strategica per lo sviluppo economico dell’intera regione del Veneto. Per questo la notizia del nuovo bando del MISE ha un impatto significativo che valica i confini territoriali veneziani”, conclude Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico.

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