Con l’approvazione del Cda della società concessionaria inizia l’iter che dovrebbe far partire i cantieri già la prossima estate per aprire l’opera al pubblico nel 2032
Il dado è tratto. O, meglio, l’iter per la costruzione è partito ufficialmente. Con l’approvazione del progetto definitivo da parte della società Stretto di Messina, concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione dell’opera, è iniziato il countdown per l’avvio dei lavori (che avverrà probabilmente già nell’estate 2024) del ponte di collegamento viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria.
Ci vorranno poi circa 8 anni, nel cronoprogramma, per arrivare all’apertura al pubblico, prevista nel 2032.
“È un grande risultato – ha commentato l’ad della Stretto di Messina, Pietro Ciucci – ottenuto in pochi mesi”.
Un tassello, quello dell’ok del Cda, che apre la prima fase preliminare e segue di pochi mesi lo stanziamento di 11,63 miliardi di euro fino al 2032 inserito dal Governo nella Legge di Bilancio. “È un’opera che unisce l’intero Paese. Porterà lavoro in tutta Italia”, ha commentato a nome dell’esecutivo il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nel corso del question time al Senato.
Sicurezza e risparmi di tempo: i vantaggi del Ponte
Nel dare l’annuncio dell’approvazione della relazione del progettista e della ulteriore documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera, la società concessionaria ha ricordato anche alcune caratteristiche relative ad aspetti fondamentali dell’opera.
In tema di sicurezza, per esempio, si sottolinea che “con un sisma di magnitudo 7,1 Richter, il ponte e i collegamenti a terra non subiscono danni, mantenendo ulteriori margini di sicurezza oltre la soglia prevista”.
Anche riguardo al vento, il progetto prevede una resistenza dell’opera a raffiche superiori a 300 km/h. Anche qui la soglia appare assolutamente sicura, visto che, si sottolinea “in oltre 20 anni di monitoraggi eolici effettuati a livello locale non è mai stata raggiunta una velocità di vento superiore ai 150 km/h”. E possono incrociarsi tranquillamente, in qualunque punto, due treni da 750 metri, essendo stata calcolata l’analisi statica con la presenza contemporanea di 4 convogli di quelle dimensioni.
Quanto ai benefici, sono cospicui quelli relativi ai tempi di percorrenza, rapportati a quelli attuali per raggiungere la Sicilia dal continente e viceversa.
I treni potranno infatti attraversare il ponte in circa 15’, rispetto alle attuali 2 ore per quelli passeggeri e 3 ore per i convogli merci.
Per il trasporto su gomma, tra i due svincoli di Santa Trada e Giostra è calcolato un tragitto tra 10’ e 13’, mentre oggi per le auto ci vogliono 70’ dal terminal San Francesco e per i camion merci 100’ dal terminal Tremestieri.
Impatto occupazionale e costi
Tra i benefici, legati in questo caso alla realizzazione del ponte sullo stretto, c’è anche quello occupazionale.
La stima della società concessionaria è di circa 4.300 addetti occupati mediamente nel cantiere nel corso dell’anno, con un picco di 7 mila unità nel periodo di maggior produzione. Calcolato che la realizzazione dovrebbe durare 7 anni, le unità lavorative annue aggiuntive saranno pari a circa 30 mila direttamente, più 90 mila tra indotto e lavoratori coinvolti indirettamente.
La dimensione e la complessità dell’opera, che realizzerà il più lungo ponte a campata unica, giustificano i costi previsti.
Nel 2011, prima dell’accantonamento del progetto da parte dell’allora Governo Monti, era stata fissata una spesa totale di circa 8,5 miliardi.
Oggi si è saliti a 13,5 miliardi, a cui bisogna aggiungere un ulteriore miliardo di euro di opere accessorie.
Va ricordato che, a pena di annullamento di tutto l’iter, con la necessità di una nuova procedura di evidenza pubblica, non va superato il 50% della gara iniziale.
Lo stanziamento inserito nell’ultima manovra, ripartisce l’onere della somma stanziata dal Governo in 9,3 miliardi a carico dello Stato, 1,6 miliardi di risorse delle Regioni Calabria e Sicilia e 718 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione.
Sarà la società Stretto di Messina, nei prossimi mesi, a predisporre il relativo piano economico-finanziario, da cui dovrà risultare l’intera copertura del fabbisogno, contando anche sulle risorse derivanti dal proprio aumento di capitale e dalla redditività complessiva attesa dal progetto.
Le caratteristiche tecniche del Ponte sullo Stretto
Quando sarà aperto, il Ponte sullo Stretto di Messina sarà sempre operativo, h24 per 365 giorni l’anno.
La campata unica sospesa centrale sarà lunga 3.300 metri, a cui aggiungere due campate laterali da 183 metri ciascuna.
La larghezza dell’impalcato sarà di 60,4 metri, ospitando 3 corsie stradali per senso di marcia, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari.
Il ponte sarà sorretto da 4 cavi dal diametro di 1,26 metri (ciascuno formato da 44.323 fili d’acciaio) e da 2 torri, una per sponda, alte 399 metri.
Il franco navigabile, cioè lo spazio utilizzabile dalle navi per passare sotto il ponte, sarà di 65 metri di altezza e 600 metri di larghezza con condizioni gravose di traffico, innalzandosi a 72 in assenza di treni. Tra le opere accessorie sul territorio, insieme al centro direzionale sul lato calabrese, le principali sono i collegamenti viari (20,3 km) e ferroviari (20,2 km), realizzati per l’80% in galleria, un’area shopping e un albergo.
Il traffico raggiungerà la A2 in Calabria e la A18 e la A20 in Sicilia; i treni la stazione di Villa San Giovanni e quella di Messina, passando per 3 fermate sotterranee.
L’iter
La relazione appena approvata ha attestato la rispondenza del progetto definitivo a quello preliminare e alle prescrizioni dettate in sede di approvazione di quest’ultimo, in particolare per la compatibilità ambientale e la localizzazione dell’opera.
La società concessionaria ha inoltre richiesto alcuni adeguamenti, da realizzare in sede di progettazione esecutiva, come il programma di opere anticipate e l’aggiornamento della documentazione ambientale e del piano degli espropri.
La documentazione sarà inviata ora al Ministero delle Infrastrutture, per indire la Conferenza di servizi e poi sottoporre all’approvazione del Cipess il progetto definitivo, la relazione del progettista, il piano economico e finanziario e le eventuali osservazioni, richieste e prescrizioni, e ai Ministeri dell’Ambiente e della Cultura, oltre che alle altre autorità competenti, per il rilascio delle autorizzazioni ambientali e paesaggistiche. La società concessionaria prevede l’approvazione del Cipess per metà 2024, per poi procedere subito con la fase di realizzazione.
Alberto Minazzi