Nel Parco Archeologico il dipinto di 2000 anni fa è stato rivenuto durante i nuovi scavi nell’insula 10 della Regio IX
Il Parco Archeologico di Pompei non finisce di stupire. Uno dietro l’altro, dall’area degli scavi emergono dei veri e propri capolavori. Questa volta nel corso dei nuovi lavori di scavo nell’insula 10 della Regio IX è venuta alla luce una natura morta che raffigura uno “xenìa” ovvero un dono che si offriva agli ospiti secondo una tradizione greca risalente al periodo ellenistico. Quello che colpisce immediatamente nel dipinto è la focaccia di forma piatta, posata su un vassoio d’argento accanto a un calice di vino, che richiama immediatamente alla mente una pizza. Un antenato della pietanza moderna?
L’affresco ritrovato
Certo mancano gli ingredienti principali, pomodoro e mozzarella, per dire che si tratti davvero di una pizza. Tuttavia, come spiegano gli archeologi, stando a una prima analisi iconografica l’immagine potrebbe proprio raffigurare un lontano antenato dell’amata pietanza elevata a patrimonio dell’umanità nel 2017 in quanto “arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.
E’ condita con spezie o piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino) indicato da puntini color giallastro e ocra. Sullo stesso vassoio sono presenti frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli accanto a datteri e melograni.
Il dipinto, di notevole qualità di esecuzione, risale a 2000 anni fa ed è stato rinvenuto nell’atrio di una casa alla quale era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 e il 1891.
Il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel ha inoltre precisato che si ritrovano alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato.
«Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice – sottolinea – che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito alla pizza, anch’essa nata come un piatto povero nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati» Un primo inquadramento storico-archeologico dell’affresco ritrovato è consultabile sull’E-Journal degli Scavi di Pompei nel sito www.pompeiisites.org
Gli scavi in corso
Nell’area di ritrovamento dell’affresco, le strutture scavate nell’ottocento e parzialmente a vista facevano già supporre la presenza di un ampio atrio con la classica successione degli ambienti sul lato orientale e, sul lato opposto, l’ingresso al settore produttivo del forno.
L’intero cantiere di scavo interessa un’area di circa 3.200 mq (quasi le dimensioni di un intero isolato della città antica sepolta nel 79 d.C) e si inserisce in un quadro più ampio sviluppato durante l’ultimo decennio con l’obiettivo di risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, vale a dire il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città. Questa comprende circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico.
Silvia Bolognini