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Pnrr: si parte con i primi 24,9 miliardi dall’Europa

Pnrr: si parte con i primi 24,9 miliardi dall’Europa

Qualcuno l’ha definito “il bonifico più alto della storia d’Italia”.
E in effetti i 24,9 miliardi di euro che l’Unione europea ha versato lo scorso 13 agosto in un doppio conto di tesoreria del Ministero dell’Economia rappresentano una cifra unica nel suo genere.
È solo la prima tranche dei 191,5 miliardi che il nostro Paese avrà a disposizione dall’Europa entro il 2026 per finanziare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ma sono i più importanti, perché permetteranno da subito di passare alla fase concreta, con 106 progetti da rendicontare a Bruxelles entro fine 2021.

L’anticipo dall’Europa

L’annuncio del versamento delle risorse, stanziate attraverso il Fondo europeo Next Generation-Eu, è stato dato direttamente dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Sono fondi, ha scritto in un tweet, che “danno il via a una ripresa duratura per il Paese. Un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte”.

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Mario Draghi-Ursula Von der Leyen

I 24,9 miliardi sono pari al 13% delle somme assegnate all’Italia fino al 2026: 8,957 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 15,937 miliardi di prestiti. Si tratta dell’unico anticipo previsto nel meccanismo del Recovery Fund. Successivamente le spese sostenute dal Paese saranno infatti reintegrate solo a posteriori dall’Europa, una volta verificato il raggiungimento di obiettivi e traguardi previsti.

La spesa da effettuare

Saranno enti locali e Ministeri, ai quali il Ministero dell’Economia trasferirà le risorse corrispondenti, a dover realizzare concretamente progetti e investimenti.
Un apposito decreto ministeriale fissa 51 obiettivi (sui complessivi 526) da centrare già entro fine anno.
Per rispettare questo obbligo, parte delle risorse sarà destinata a interventi già in corso di realizzazione, in sostituzione degli stanziamenti nazionali fin qui coinvolti.

Le Amministrazioni titolari dei progetti dovranno quindi comunicare al Ministero dell’Economia un periodico rendiconto dell’utilizzo delle risorse e dello stato di attuazione degli interventi, in particolare in relazione al raggiungimento degli obiettivi prefissati. I successivi pagamenti, nella misura massima di 2 per anno, saranno infatti collegati al raggiungimento dei target.

I primi interventi

Tutte e 6 le “mission” del Pnrr saranno interessate in questa prima fase.
Un pacchetto consistente di progetti è quello legato all’alta velocità ferroviaria, al potenziamento dei nodi metropolitani e all’elettrificazione delle linee al sud.
In ambito scolastico, su 700 milioni 300 serviranno per mettere in sicurezza e riqualificare gli edifici, 100 per il piano asili nido e 60 per il potenziamento delle infrastrutture sportive scolastiche.

La fetta principale degli interventi di digitalizzazione sono gli 1,84 miliardi di Transizione 4.0, per sostenere tra l’altro l’innovazione tecnologica, green e digitale. Un altro miliardo e 100 milioni, passando all’efficienza energetica, andrà ad Ecobonus e Sismabonus, con 205 milioni destinati al rischio alluvione e dissesto idrogeologico. E poi, sulle politiche del lavoro, 220 milioni per il “sistema duale” e, riguardo al sistema sanitario, 624 milioni andranno all’ammodernamento tecnologico degli ospedali.

Una spinta alla ripresa

L’iter del Pnrr è stato rapidissimo. Approvato dal Parlamento il 30 aprile e da Ecofin il 13 luglio, ha visto dopo un solo mese l’erogazione del primo prefinanziamento all’Italia, quinto Paese a ottenerlo. “Questo – ha commentato il premier Mario Draghi – deve incoraggiarci a proseguire sul percorso di riforme tracciato e approvato dal Parlamento. Vogliamo una ripresa duratura, equa e sostenibile: dobbiamo perciò spendere in maniera efficiente e onesta”. Le prime stime sugli effetti sono intanto già state aggiornate al rialzo, non escludendo una crescita del 6% del pil già nel 2021 rispetto all’inizialmente ipotizzato 4,2%.

“L’Italia torna a essere credibile” ha sottolineato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. “È un’opportunità storica per l’Europa di investire sull’Italia e un’occasione irripetibile per tutti noi”, ha aggiunto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

Alberto Minazzi

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