La Cabina di regia approva la 5^ relazione sullo stato di attuazione: oltre 51 miliardi di spesa e il 92% delle misure regolarmente attivate
“L’Italia è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Pnrr”. La frase riportata dalle agenzie di stampa, attribuita al presidente del Consiglio, riassume appieno la soddisfazione del Governo italiano relativamente allo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il nostro Paese, avrebbe aggiunto Giorgia Meloni, che ha presieduto a Palazzo Chigi la riunione della Cabina di regia chiamata ad approvare la 5^ relazione semestrale sul Pnrr, ha “un primato di cui possiamo essere tutti orgogliosi, perché frutto di un grande gioco di squadra tra il Governo, le Amministrazioni e i soggetti attuatori”.
Pnrr Italia: a che punto siamo
Tra gli Stati membri dell’Unione Europea, l’Italia è quello che ha finora ricevuto l’importo economico più elevato, con 113,5 miliardi e mezzo: il 58,4% dei 194,4 previsti. Il nostro Governo è stato, tra l’altro, il primo a chiedere e ricevere il pagamento della 5^ rata, da 11 miliardi, e ad avanzare la richiesta della 6^, da 8,5 miliardi, già rendicontata a giugno. E, sottolinea l’Esecutivo, siamo a buon punto anche per la 7^, da 18,2 miliardi.
I dati ritenuti più importanti dalla premier contenuti nel documento appena approvato, che ora sarà trasmesso al Parlamento per il dibattito, sono la spesa sostenuta, che ha raggiunto 51,4 miliardi di euro (erano 42 miliardi a fine 2023), e la regolare attivazione del 92% delle misure. A oggi, le Amministrazioni titolari di interventi Pnrr hanno dunque attivato 122 miliardi di affidamenti rispetto ad una previsione iniziale di 132 miliardi di euro.
Ancora, gli investimenti per i quali sono state espletate tutte le procedure di gara sono pari a 111 miliardi di euro, cioè il 91% delle misure attivate. Inoltre, da quanto emerge dalle verifiche effettuate dalla Struttura di missione, le procedure di attivazione per il restante 8% delle misure, pari a circa 10 miliardi di euro, sono in fase di perfezionamento. Va ricordato infine che il traguardo finale del Piano è fissato al 30 giugno 2026.
Meloni: bene, ma non fermiamoci
È proprio in considerazione degli appena 2 anni scarsi a disposizione che Meloni ha commentato i dati “molto positivi” sottolineando da un lato che “abbiamo fatto un buon lavoro e dobbiamo essere fieri di quanto fatto”. Dall’altro, però, la presidente ribadisce che “non dobbiamo però fermarci, perché l’attuazione del Pnrr non concede pause. Ci lasciamo alle spalle un grande lavoro ma, come ci insegna lo sport, è l’ultimo miglio ciò che determina una vittoria o una sconfitta”.
Proprio il concetto di “gioco di squadra” è il segreto individuato dalla premier alla base dei risultati raggiunti, non solo nei primi 6 mesi del 2024, quelli al centro della relazione esaminata ora a Palazzo Chigi. E dovrà quindi continuare a essere il punto di forza anche della “Fase 2 del Pnrr”, ovvero la messa a terra degli investimenti. “È una fase fondamentale, forse la più importante, nella quale non sono ammessi errori e ritardi”, ha sottolineato Giorgia Meloni.
“Dalla relazione – ha aggiunto il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto – emerge un quadro di avanzamento molto positivo, anche sul fronte della spesa. Abbiamo individuato misure che sono oggetto di procedure di selezione e assegnazione delle risorse per 164 miliardi sui 194, cioè l’85%. La parte mancante è relativa alla revisione del piano effettuata lo scorso anno e ha un meccanismo di tempistiche differenti”.
Le riforme evidenziate nella relazione
Fitto, nella conferenza stampa seguita alla riunione della Cabina di regia, ha quindi ricordato anche che “questo Piano non è solamente spesa ma anche riforme. E nella relazione vengono evidenziate riforme importanti”. Il decreto legge 19/2024 ha introdotto in particolare l’istituzione di una Cabina di coordinamento Pnrr permanente presso ogni singola Prefettura, composta dai rappresentanti di Amministrazioni centrali, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni.
Lo stesso decreto, ha ricordato Meloni, prevede anche l’ulteriore novità, ritenuta dalla premier “altrettanto decisiva per la messa a terra del Pnrr” dell’allineamento della piattaforma Regis con il reale stato di attuazione del Pnrr. In tal modo, i soggetti attuatori hanno potuto inserire nel sistema moltissimi dati, grazie ai quali, per la prima volta, è stato possibile avere una fotografia attuale dell’avanzamento procedurale e finanziario del Pnrr”.
Alberto Minazzi