Dall’8 ottobre, la Polizia veneziana è stata dotata di XLaw: un sistema digitale che, grazie a un algoritmo studiato da un ispettore della questura di Napoli, consente di prevedere con un elevato grado di attendibilità dove e quando potrebbero verificarsi reati come furti, scippi, rapine o aggressioni. Cioè i cosiddetti “reati predatori urbani”, quelli che colpiscono la gente comune.
I primi risultati resi noti dalla Questura di Venezia, la terza a dotarsi dello strumento dopo Napoli e Prato, sono già incoraggianti: dei 120 interventi effettuati dall’introduzione del sistema al 2 novembre, XLaw ha consentito di centrare l’obiettivo in 70 casi, in cui la previsione si è rivelata del tutto esatta. Ma anche nel restante numero di interventi suggeriti si è andati “vicini” a cogliere i malviventi sul fatto, con una sola lieve discrepanza oraria.
A beneficiare di XLaw non sono solo i cittadini, che si possono a ragione sentire più tutelati nella loro vita quotidiana: a Napoli, ad esempio, l’indice della pressione criminale è sceso, grazie al sistema, da 16 a 2 (a Venezia il “P-Crime” si attesta a quota 12). Ma ne traggono giovamento anche le stesse forze dell’ordine, il cui impiego può avvenire ora in maniera strategica.
A coordinare le volanti sono alcuni agenti appositamente formati, in grado di interpretare su un monitor installato presso la centrale operativa il quadro risultante dai calcoli effettuati dal computer sulla base dell’algoritmo, ideato grazie all’osservazione del fatto che questo tipo di reati ha le caratteristiche della stanzialità e della ciclicità.