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Piscine termali: il Veneto trasforma il calore in energia

Piscine termali: il Veneto trasforma il calore in energia

Dalle piscine termali al riscaldamento pubblico, il piano energetico della Regione trasforma i residui in energia, tra risparmi economici e vantaggi ambientali

Ad Abano, una delle più note località delle Terme Euganee, da anni il Palazzo dello Sport è riscaldato utilizzando le acque reflue provenienti dagli stabilimenti idroterapici e poco più di un anno fa è stato annunciato l’impiego degli scarichi delle piscine termali anche per il riscaldamento della scuola media Vittorio da Feltre.
E nella vicina Montegrotto, altro importante centro termale della provincia padovana, lo scorso ottobre è stato illustrato il progetto che è stato avviato per garantire a partire dal 2026 ai primi 14 edifici pubblici, tra cui il municipio e alcune scuole, il teleriscaldamento attraverso il calore ricavato dalle acque termali rilasciate dopo l’utilizzo da alcuni alberghi.
Sono solo due esempi concreti di come il Veneto creda realmente nella possibilità di sfruttare al massimo il ciclo della risorsa naturale termale, dando nuova vita ad acque finora considerate alla stregua di un rifiuto, e dunque fonte di costi per lo smaltimento, quando in realtà conservano un enorme potenziale.

Piscine termali: l’acqua da scarto una risorsa: il “Piano” veneto

Il calore geotermico è infatti una possibile risposta al tema dei rincari delle materie prime energetiche. “E’ un dovere che sentiamo nostro – sottolinea l’assessore all’Energia della Regione Veneto, Roberto Marcato – per affrontare d’urgenza 2 problemi: il primo è il costo dell’energia che diventa sempre più importante per le imprese e per la comunità; il secondo è la sproporzione tra ciò che paghiamo per la materia prima rispetto ai Paesi nostri dirimpettai”.

piscine termali
l’assessore all’Energia della Regione Veneto, Roberto Marcato

Una soluzione che, come ha sottolineato Marcato in occasione della presentazione, ad Abano, dei progetti che mirano a questo nuovo utilizzo delle acque termali, passa attraverso il nuovo Piano energetico regionale, già approvato dalla Giunta e atteso nei prossimi giorni all’esame del Consiglio. “Oggi – ha ripreso l’assessore – riusciamo ad avere in mano qualcosa di concreto. E quando il Piano sarà definitivamente licenziato, inizierà una nuova epoca anche per il bacino termale padovano. Il Veneto è primo in Italia a immaginare un nuovo futuro per questa risorsa”.

Terme euganee: un nuovo futuro senza rinunciare al passato

La “circolarità” alla base dell’idea portata avanti dalla Regione in collaborazione con gli altri enti locali emerge chiaramente dal fatto che le novità non influiranno minimamente sulle attività che caratterizzano le Terme Euganee. “Senza compromettere quello che finora è stato l’utilizzo e la storia delle acque termali a fini terapeutici – afferma Marcato – oggi abbiamo il dovere di immaginare e progettare un nuovo futuro per questa risorsa, anche dal punto di vista energetico”.

piscine termali

È allora proprio nella prospettiva della massima tutela ambientale ed idrogeologica, oltre che del rispetto per la storia di quest’area, che la Regione Veneto ha finanziato con 230 mila euro il progetto “Treasure”, avviato con Università di Padova e Bioce per valutare la potenzialità geotermiche delle acque reflue nel rispetto e tutela della risorsa termale. Nel frattempo, si passerà comunque alla concretizzazione, visto che sono in via di pubblicazione i primi bandi per la selezione di progetti sperimentali per un utilizzo energetico sostenibile della risorsa presente nel bacino termale.

Il progetto di Montegrotto

Il sostegno regionale, sia a livello normativo con il Piano energetico che direttamente con i contributi economici, potrà dunque fungere da ulteriore volano nella prospettiva di una ulteriore accelerazione sulla strada già intrapresa a livello locale, anche contando sulle risorse del Pnrr.
È quanto avvenuto, per esempio, a Montegrotto Terme, dove la cooperativa Stp La Prospettiva di Ferrara sta portando avanti la prima fase, da 5,5 milioni di euro, del suo progetto.

piscine termaliVi sono coinvolte 6 struttire ricettive termali, che forniranno le acque reflue delle proprie piscine senza ottenere in cambio alcun contributo economico pubblico, ma traendone comunque un vantaggio, grazie al risparmio dei costi di smaltimento. Una virtuosità che emerge anche a livello ambientale, visto che si calcola un risparmio annuo di 377 tonnellate di CO2 e quasi 200 mila metri cubi di gas, che saliranno a 1.130 tonnellate e 588 metri cubi nella seconda fase, quando i rifiuti geotermici verranno utilizzati anche per il teleriscaldamento di edifici privati.

Alberto Minazzi

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