Ne sono già partite 600 mila.
Ma sono ben 2 milioni le multe che l’Agenzia delle entrate dovrà inviare agli over 50 che non risultano vaccinati.
Le prime sono già arrivate.
100 euro “una tantum”, così come previsto da decreto.
Ed è già il caos.
La contestazione, infatti, può essere impugnata e sono previste delle casistiche reali per le quali questo sarà l’iter di molti.
Riguardano soprattutto le persone che, pur non vaccinate, hanno contratto e sono guarite dal Covid oppure chi ha ottenuto l’esenzione per motivi di salute.
Entro 10 giorni, secondo le norme varate dal Ministero della Salute, possono trasmettere il proprio certificato di esenzione o il differimento dell’obbligo vaccinale all’Asl di appartenenza.
Sarà quest’ultima, anch’essa entro 10 giorni, a dover trasmettere la comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Il meccanismo è stato introdotto perché non sempre le Asl, oberate di lavoro, sono riuscite ad aggiornare le banche dati in tempo reale.
I nominativi inviati dal Ministero della Salute all’Agenzia delle Entrate, quindi, sono risultati in diversi casi di persone in regola con la norma.
Il problema, tuttavia, rischia di ripresentarsi perché saranno ancora le Asl, a loro volta entro 10 giorni, a dover verificare ogni situazione e a darne comunicazione all’Agenzia delle Entrate che, se ciò non avviene nei tempi previsti, avvierà l’iter.
A quel punto, l’unica impugnazione potrebbe esser fatta solo rivolgendosi a un giudice di pace.
Nel caso in cui non ci fossero le condizioni per chiedere all’Asl di aggiornare i dati riferiti alla propria situazione, si dovrà pagare la multa entro 60 giorni.
Chi si trovi a dover o voler ricorrere al giudice di pace, dovrà farlo entro 30 giorni chiedendo la sospensione di addebito.
Ma se il giudice di pace non accoglierà l’istanza, l’Agenzia delle Entrate provvederà a recuperare la somma maggiorata delle spese successive.
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Tag: vaccino