L’indagine di Save the Children: tra tratta di esseri umani e situazione dei figli dei braccianti vittime dello sfruttamento agricolo
Il 30 luglio si celebra la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Che, assieme al grave sfruttamento di persone, di cui possono essere vittime sia adulti che minori, è un fenomeno che purtroppo interessa anche l’Italia.
Proprio per mettere in luce e denunciare questa situazione, ogni anno Save the Children Italia pubblica il rapporto “Piccoli schiavi invisibili”.
Un’indagine che, nel 2023, focalizza la sua seconda parte sulle condizioni drammatiche di vita in cui si trovano i minori e le loro famiglie vittime dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo.
I riflettori sono puntati su Latina e Ragusa, dove insistono 2 dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese: il MOF, Centro agroalimentare all’ingrosso di Fondi, in provincia di Latina, e L’Ortomercato di Vittoria nella fascia Trasformata, di Ragusa.
I numeri dello sfruttamento
Nel corso del 2021 le stime Istat hanno contato circa 230mila occupati impiegati irregolarmente nel settore primario corrispondenti a oltre un quarto del totale del settore, inclusa una fetta consistente di stranieri non residenti impiegati in agricoltura. E le donne che lavorano in questa in questa situazione sono 55mila.
Inoltre, secondo quanto riporta il VI Rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Cgil, riguardo alle vicende giudiziarie per sfruttamento lavorativo aperte nel quinquennio 2017-2021, su un totale di 438 casi ben 212, vale a dire oltre il 48% hanno riguardato il solo settore primario, soprattutto presso le Procure del Sud Italia.
Il rapporto di Save the Children individua, nel 2020, 53.800 vittime coinvolte nella tratta di esseri umani. Con questa definizione si indica il favoreggiamento dell’ingresso illegale di una persona in un Paese in cui non è residente, né cittadino con lo scopo di ottenere in cambio benefici finanziari o materiali. Nel traffico di esseri umani c’è un consenso della persona trafficata che non esclude però la possibilità di uso di forza e violenza da parte del trafficante.
I dati del Numero Verde Anti-tratta
Nel 2022, 2.517 persone sono state valutate come possibili vittime di tratta e sfruttamento dai 21 progetti antitratta operativi sul territorio nazionale. Di queste, 1.611 sono donne, 830 maschi e 76 transessuali. Tra tutte le persone valutate almeno 101 sono ragazzi e ragazzi di minore età.
Nel 38% dei casi le persone sono vittime di sfruttamento sessuale, nel 27,3% di sfruttamento lavorativo e nel 25,6% dei casi sono destinate allo sfruttamento. Tra le regioni che prendono in carico più vittime di tratta e grave sfruttamento vi sono il Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia, Campania, Veneto, Lombardia e Puglia.
I casi dei bambini di Latina e Ragusa
L’osservazione si è concentrata tra Latina, Bella Farnia, Borgo Hermada, Borgo San Donato, Pontina e Borgo Montenero. Nella provincia di Latina ci sono circa 20 mila operai agricoli censiti/regolari di cui circa 13 mila di origine straniera e i restanti italiani.
Il Rapporto Save the Children non ha come oggetto principale il caporalato e lo sfruttamento lavorativo di uomini e donne, va però detto che la condizione esistenziale di un padre e una madre vittime di un “padrone” che li sottopaga e ricatta ha conseguenze enormi sull’infanzia dei minori. Secondo quanto rilevato i minori incontrati a 9/10 anni sono spesso già adulti: al di fuori dell’orario scolastico trascorrono molto tempo da soli e crescono fratelli e sorelle più piccoli, molti di loro non praticano sport né attività ricreative. Il livello di scolarizzazione è diffuso almeno fino a 16 anni.
Sono bambini costretti a badare a loro stessi dalle prime ore del mattino, mentre i genitori lavorano nei campi Sono stati segnalati casi limite di bambini di 6/7 anni con depressione diagnosticata dal pediatra o con difficoltà a gestire la rabbia a causa della situazione familiare disagiata.
Il Numero Verde nell’ambito territoriale di Latina ha ricevuto 27 chiamate, di cui 10 prime chiamate: 5 nel 2020, 3 nel 2021 e 2 nel 2022. Quanto alle nazionalità coinvolte, si contano 8 casi di cittadine nigeriane, una congolese, una romena.
Per quanto riguarda la provincia di Ragusa nel periodo 2020-2022 ci sono state 6 chiamate totali, 5 delle quali sono state prime chiamate per segnalazioni e richiesta di aiuto, coinvolgendo persone di nazionalità nigeriana, colombiana, tunisina e italiana.
L’infanzia di un minore figlio di braccianti sfruttati
I braccianti di origine indiana rappresentano la maggior parte degli stranieri. Tra i lavoratori intervistati c’è chi ha raccontato di aver scoperto di aver avuto per anni un inquadramento contrattuale diverso dalla effettiva mansione svolta solo dopo un incidente o un fatto grave come il licenziamento. Perché è solo quando si verificano queste circostanze che di rivolgono a un patronato o sportello legale per chiedere aiuto.
I braccianti sono soggetti fragili come i loro figli, spesso non conoscono l’italiano, né il sistema legislativo e non hanno la consapevolezza di avere dei diritti. E a catena è così anche per i loro figli che a loro volta sono candidati a essere gli “sfruttati del futuro”.
Il lungo lavoro di osservazione nelle due province di Latina e Ragusa mostra dunque una triste fotografia in un territorio strategico per l’agroalimentare italiano, con presenza di terreni agricoli in cui viene praticata la coltivazione intensiva, raccolta e anche imballaggio dei prodotti agricoli.