Dopo lo stop ai take away e alla vendita di paccottiglia, arrivano per l’area Marciana e Realtina di Venezia nuove misure che vanno a regolamentare le attività commerciali rendendo prioritaria la tutela del patrimonio storico e artistico della città.
Il rischio che tra Piazza San Marco e Rialto aprissero nuovi negozi di commercio al dettaglio del settore alimentare, di oggettistica tutto a un euro e di altre categorie merceologiche non compatibili con le esigenze di tutela e di valorizzazione delle due aree, c’era tutto.
Nel corso della primavera scorsa il Demanio aveva infatti avviato bandi di gara per nuove concessioni a negozi, aprendo la prospettiva di una casistica illimitata.
Perché a Venezia, si sa, la fantasia vola e si farebbero carte false pur di raggiungere il cuore, storico e commerciale della città.
E’ nata anche per questo la delibera “Misure di regolamentazione dell’esercizio di attività ai fini della loro compatibilità con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dell’area di Piazza San Marco e dell’area Realtina” approvata ieri dal Consiglio Comunale.
La norma ha già ottenuto parere positivo dalla Soprintendenza ai Beni culturali ed è ora in attesa della ratifica della Regione.
Niente più negozi a San Marco e Rialto?
Assolutamente no. Però vengono individuate:
- le categorie merceologiche ammesse
- i confini entro i quali, almeno per i prossimi tre anni, la norma sarà vigente
- dei vincoli di tipo architettonico cui, anche le attività preesistenti rispetto all’entrata in vigore delle nuove disposizioni, dovranno rispettare.
I confini:
Le nuove regole stabilite dalla delibera approvata riguardano gli esercizi che si affacciano su Piazza San Marco, Piazzetta San Marco e Piazzetta dei Leoncini, oltre che quelli situati sul Ponte di Rialto e in tutta l’area Realtina (ruga dei Oresi, sotoportego dei Oresi, sotoportego de Rialto, campo San Giacomo di Rialto, Naranzeria, Erbaria).
Categorie ammesse
Potranno aprire (o trasferirsi) nei confini individuati dalla delibera solo boutique o attività di produzione di moda di alta gamma, librerie, gallerie d’arte e antiquari, show room di arredamento e design, punti di vendita o di produzione di oggetti preziosi, negozi di orologi di alta gamma, di commercio e restauro di oggetti d’arte o articoli d’antiquariato, di numismatica e di filatelia, di artigianato artistico, tipico, tradizionale e storico.
Vincoli architettonici
La delibera si addentra anche sulle modalità di illuminazione degli esercizi in quanto potenzialmente una luce di tonalità fredda e di intensità superiore al doppio di quella media del contesto potrebbe rendere incongrua l’attività con l’area monumentale circostante.
Lo stesso vale per i corpi illuminanti all’esterno dello spazio vetrina “su parti architettoniche del fronte di pertinenza dell’esercizio o su tende da sole per esterni”.
Non si possono mettere.
Questo vale non solo per le nuove aperture o per le attività che si trasferiscono con vecchie autorizzazioni ma anche per quelle già esistenti, che avranno sei mesi di tempo dall’entrata in vigore della norma per adeguarsi.
Altre regole da rispettare
Per queste ultime, inoltre, la delibera prevede alcuni accorgimenti da introdurre e divieti da rispettare come, per i negozi di artigianato artistico per esempio, l’obbligo di specificare il luogo di produzione dei prodotti esposti con una legenda visibile.
Nessuno potrà collocare espositori all’esterno del negozio, né appendere i prodotti su stipiti delle vetrine delle porte d’ingresso.
Nel contesto dell’Area Marciana, indipendentemente dalla tipologia merceologica prevista, dovrà “essere garantito il mantenimento di arredi o allestimenti già in essere o di analoga connotazione” e lo spazio vetrina dovrà essere allestito “in modo non pregiudizievole del carattere storico del bene e comunque rispondente a canoni ordinari di decoro”.