Nel cuore di Venezia, ritrovati i resti dell’antica chiesa di San Geminiano e delle opere di Annibale Forcellini
Mano a mano che proseguono i lavori per la sistemazione della pavimentazione e gli interventi al sistema idraulico per la protezione di Piazza San Marco, l’unica vera piazza in città definita per la sua magnificenza il “salotto d’Europa”, stanno emergendo interessanti testimonianze di come era in origine.
Uno spazio che nel tempo si è trasformato, ben diverso dall’immagine che il mondo ha oggi davanti agli occhi, di dimensioni più piccole e attraversato da un canale, come confermano precedenti ritrovamenti avvenuti durante i lavori di consolidamento del campanile di San Marco nel 2011.
Allora, sotto tre diversi livelli di pavimentazione era spuntata l’antica sponda di rio Batario, interrato nel 1172 sotto il doge Sebastiano Ziani, che scorreva dalle Procuratie Nuove a quelle Vecchie per gettarsi in laguna.
Lo stesso Palazzo Ducale sarebbe stato circondato da canali.
L’attuale Basilica, soprattutto, non c’era. Il culto era legato all’antica Chiesa di Geminiano, di cui sono stati trovati di recente dei reperti, così come delle opere di Annibale Forcellini all’angolo di Palazzo Ducale. Verso la Porta della Carta sono state invece rinvenute pavimentazioni medievali.
L’antica chiesa rinascimentale
Come in un puzzle, tassello dopo tassello, gli elementi che i lavori in corso permettono di scoprire stanno disegnando un’altra Piazza San Marco, quella che ha tanto da raccontare.
La chiesa di San Geminiano, capolavoro rinascimentale, sorgeva in Piazza San Marco tra le Procuratie Vecchie e quelle Nuove.
L’edificio, completato da Sansovino nel 1557, fu eretto già nel VII secolo e più volte ricostruito nel corso dei secoli. Una prima demolizione ci fu già nel XII secolo, per l’allargamento della Piazza voluto dal Doge Sebastiano Ziani.
Poi fu abbattuta definitivamente nel 1807 da Napoleone per edificare l’attuale Ala Napoleonica, destinata a diventare la nuova residenza reale.
Una chiesa di grande valore artistico
La sua versione rinascimentale, quella appunto del Sansovino, presentava affreschi e opere d’arte di notevole rilievo, tra cui dipinti di Palma il Giovane.
La chiesa occupava una posizione di grande rilevanza, proprio di fronte alla Basilica di San Marco ed era un simbolo del prestigio artistico e religioso della Serenissima.
Gli scavi hanno rivelato fondamenta e tracce delle antiche strutture della chiesa quali muri perimetrali, porzioni di pavimento, e resti di decorazioni architettoniche. Un ritrovamento significativo per archeologi e storici dell’arte in quanto apre al passato rinascimentale di Venezia.
Annibale Forcellini: l’architetto di Palazzo Ducale
I lavori in Piazza San Marco hanno anche permesso di svelare all’angolo di Palazzo Ducale, particolari sui precedenti lavori ottocenteschi sullo stesso, affidati all’ingegner Annibale Forcellini. Che cercò invano di salvaguardare l’antica chiesa non solo per l’importanza che aveva per la comunità veneziana ma anche il il suo valore artistico e storico.
La sua distruzione, come quella di altri edifici storici della città, testimonia la radicale trasformazione urbanistica che Venezia subì sotto il dominio napoleonico, iniziato nel 1797.