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Philippe Daverio: l'ultimo saluto a un veneziano d'elezione

Philippe Daverio: l'ultimo saluto a un veneziano d'elezione
Philippe Daverio

Il critico d’arte e conduttore di fama nazionale è morto a Milano all’età di 71 anni

 

Credeva in Venezia e si è impegnato in prima persona per raggiungere l’obiettivo di farla diventare la terza Capitale europea dopo Bruxelles e Strasburgo.
Milanese, veneziano d’adozione per  amore (per la città lagunare e per la moglie, del Lido) ma di fatto cittadino del mondo per cultura e per natura, Philippe Daverio  ha lasciato questa terra vinto dal male. Aveva 71 anni e da tempo combatteva contro la malattia.
Venerdì avrebbe dovuto essere presente alla presentazione della quarta edizione del Premio Mestre Pittura 2020, del quale era presidente di Giuria.
In questi giorni colleghi giornalisti, critici cinematografici e semplici cittadini lo attendevano al Lido, dove ogni anno arrivava per la Mostra del Cinema.
Alloggiava nella piccola villetta ereditata dalla moglie vicino all’ex Casinò e non era raro incontrarlo la sera sulla terrazza dell’Excelsior  a discutere di film e di arte, di vita  e di cultura.

Un grande che rendeva la cultura alla portata di tutti

Philippe Daverio, d’altra parte, aveva la capacità di rendere piacevole e “semplice” qualsiasi argomento.
Lo sanno bene i milioni di italiani che, negli anni novanta, si incollavano davanti alla tv a seguire Passepeartout, il programma sull’arte e sulla bella Italia che guadagnava lo share grazie a un divulgatore con il papillon e senza peli sulla lingua.
Philippe Daverio non è mai stato un accademico.
Aveva curiosità per la gente e per ciò che lo circondava, si iscriveva ai gruppi facebook dei luoghi in cui viveva e partecipava alle discussioni sulle città.

Venezia nel cuore

Il futuro di Venezia gli stava particolarmente a cuore.
Non solo per le sue bellezze, per i suoi Giorgione, Mantegna, Tiziano, Tintoretto, Tiepolo e Canaletto che tanto amava raccontare, ma per la sua identità.
E a Venezia era molto attivo.  Partecipava ai dibattiti e agli eventi, incontrava le persone, interloquiva.
E’ stato un giurato storico del premio Campiello, protagonista degli incontri sul futuro della città organizzati dalla Fondazione Ligabue, ora era il presidente della Giuria dello storico Premio di Pittura di Mestre.

Nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, da madre francese e padre italiano, ha vissuto e studiato a Milano, dove ha aperto la sua prima galleria d’arte in via Monte Napoleone nel 1975.
Ha insegnato al Politecnico e all’Università degli Studi di Palermo oltre che scritto numerosissimi libri.
E’ stato anche assessore alla cultura nella sua città dal 1993 al 1997.
Ma soprattutto è stato un grande divulgatore dell’arte. Perché, per parafrasare uno dei suoi ultimi titoli, esiste anche un’ “Arte di guardare l’arte”.  A lui non mancava.

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