Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha illustrato in Commissione Bilancio della Camera le modifiche alla manovra proposte dall’Esecutivo
Una marcia indietro sul pos (continuerà a essere possibile pagare con le carte elettroniche senza nessuna soglia minima) e anche qualche novità importante, come l’allargamento della platea dei lavoratori per i quali sarà tagliato di un ulteriore punto il cuneo fiscale o l’innalzamento delle pensioni minime per gli over 75.
Sono le principali, anche se non uniche, modifiche che il Governo ha inserito nel maxiemendamento che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato alla Commissione Bilancio della Camera, che dovrebbe completare l’esame in una seduta notturna tra oggi e domani.
Il tempo per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio, infatti, stringe. Si conta così di portare gli emendamenti in aula a Montecitorio mercoledì 28 dicembre, con voto di fiducia entro venerdì. L’ultimo passaggio, in Senato, invece dovrebbe avvenire la settimana successiva, comunque prima di Capodanno.
Pos e contanti
Dopo il confronto con l’Unione Europea, il Governo ha deciso di eliminare la soglia di 60 euro per i pagamenti con bancomat e carta di credito, al di sotto della quale consentire al commerciante di pretendere il pagamento in contanti.
Al riguardo, resta invece fissata a 5 mila euro la cifra massima che l’acquirente può pagare con le banconote (anche se, nel testo bollinato, per un refuso la misura è stata cancellata, ma verrà ripristinata).
L’Esecutivo, in ogni caso, si è detto disponibile al confronto con la Commissione Bilancio per valutare l’introduzione, comunque caldeggiata da Palazzo Chigi, di eventuali forme di ristoro o risarcimento per i maggiori oneri per le commissioni gravanti sui venditori per l’obbligo di utilizzare il pos per ogni transazione.
“Se non ci sono i margini – ha affermato al riguardo il premier Giorgia Meloni – ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”.
Cuneo fiscale e pensioni, reddito di cittadinanza e decontribuzioni
Una delle novità più importanti inserite nel maxiemendamento è l’innalzamento da 20 mila a 25 mila euro del tetto di reddito per il taglio del cuneo fiscale di un ulteriore punto percentuale, in aggiunta ai due punti già inseriti dal precedente Governo.
“Sono più di 500 milioni – ha sottolineato Giorgetti – quindi più della metà dell’intero emendamento”.
Il Governo ha quindi deciso di innalzare a 600 euro le pensioni minime di chi ha più di 75 anni, con anche una revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per il 2023 e il 2024. “È stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima – ha completato il quadro il ministro – e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi”.
Sul fronte del reddito di cittadinanza, da un lato le mensilità sono state ridotte da 8 a 7, dall’altro è stata aumentata da 6 a 8 mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato i fruitori del reddito dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.
Le altre misure e i punti aperti
Tra gli altri punti del maxiemendamento del Governo, si intende ripristinare la norma del 2012 che consente di tornare dal tasso variabile al fisso per i contratti di mutuo ipotecario. Inoltre, in materia di Superbonus, è stata recepita in questa sede la proroga al 31 dicembre per la presentazione della comunicazione di inizio lavori per i condomini, al fine di usufruire dell’aliquota al 110%.
Ancora, si prevede un sostegno agli enti locali strutturalmente in deficit, si riduce del 50% l’iva per chi acquista abitazioni in classe energetica A e B direttamente dal costruttore, slitta di 2 mesi lo stralcio delle cartelle fino a 1000 euro e si riduce la platea dei produttori e venditori di energia sottoposti alla tassa sugli extraprofitti. Vengono invece meno gli emendamenti sugli investimenti al sud.
Se Giorgetti non ha accennato alla pace fiscale, in risposta ai rilievi del leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, il ministro ha spiegato che le opinioni del Governo su “Opzione donna” “si scontrano con un’onerosità significativa su livello pluriennale”, per cui bisogna “trovare soluzioni compatibili” con le indicazioni europee. E ha rassicurato infine che debiti del calcio saranno trattati alla stregua di quelli di tutte le altre imprese”.
Alberto Minazzi