L’allarme del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto: mancano oltre 6,6 miliardi di euro per i prossimi anni
Il sistema pensionistico italiano è in seria difficoltà.
Nelle casse previdenziali mancheranno nei prossimi anni più di 6,6 miliardi di euro, per cui l’Inps rischia di doversi indebitare per poter continuare a garantire il pagamento dell’assegno mensile a chi è fuoriuscito dal lavoro. Per questo il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (Civ) dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, facendo scattare l’allarme sulla situazione attuale, ha lanciato un appello allo Stato affinché si ricorra alla fiscalità generale per sanare il disavanzo.
Il peso dello stralcio dei crediti contributivi
La situazione è stata riassunta dal Civ in una nota relativa ai costi che graveranno sulle casse pubbliche in seguito a condoni, sanatorie, stralci e rottamazioni delle cartelle contributive fino al 2015 (per crediti fino a 5 mila euro fino al 2010 e mille euro per i 5 anni successivi) introdotti con 3 leggi approvate tra il 2018 e il 2022.
A essere interessati dai provvedimenti sono nello specifico i contributi che le aziende avrebbero dovuto pagare per i propri dipendenti: anche se il versamento non è concretamente avvenuto, usufruendo di una rottamazione, le cifre sono infatti comunque entrate a far parte del montante contributivo. Questo avviene in base all’automaticità delle prestazioni prevista per i dipendenti a differenza di quanto avviene per i lavoratori autonomi, che invece vedranno decurtato l’importo della pensione in base ai minori contributi versati. L’impatto di tali interventi è quantificabile nella cancellazione di 16,4 miliardi di crediti dal bilancio 2024 dell’Inps.
Come fronteggiare la situazione
La situazione, precisa la nota, “comporterà variazioni ed eliminazioni rilevanti che incideranno negativamente, nella misura di 13,7 miliardi di euro, sul Rendiconto generale 2024”, considerata l’eliminazione di residui passivi per 2,7 miliardi. La situazione non ha un impatto sul patrimonio dell’Istituto in quanto, come si legge nella delibera sul riaccertamento dei residui, attivi e passivi al 31 dicembre 2023 appena approvata dal Civ, interviene a copertura il Fondo di svalutazione dei crediti. L’Inps sarà però costretta a sostenere nei prossimi anni una serie di oneri aggiuntivi. E il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha quindi invitato lo Stato a tener conto di questo nelle prossime annualità, al momento della determinazione degli importi dei trasferimenti dal bilancio statale all’Inps, per i quali la richiesta, nonostante la non facile situazione dei conti pubblici, è di un incremento finalizzato alla copertura del buco.
Alberto Minazzi