Negli ultimi mesi dell’anno, cedolini “più ricchi” per i pensionati italiani.
Ma un terzo di loro vive con meno di mille euro al mese
Il cedolino di novembre porterà qualcosa di più nelle tasche dei pensionati italiani.
Inizia infatti dall’erogazione del 2 novembre la fase di adeguamento delle pensioni al caro vita, con un aumento dello 0,2% dell’importo normalmente riconosciuto, al quale si andrà ad aggiungere il recupero dell’inflazione 2021.
Per tutti coloro che hanno un reddito fino a 35 mila euro (pensioni che possono arrivare quindi a 2692 euro) l’anticipazione della rivalutazione rispetto a gennaio vedrà inoltre un ulteriore incremento sulla base dell’inflazione 2022.
Nello specifico, come chiarisce una circolare Inps, l’aumento, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre sarà del 2% per le pensioni fino a 2097,40 euro, dell’1,80% per quelle fino a 2.621,75 euro e dell’1,50% per quelle fino a 2.962 euro lordi.
Queste maggiorazioni arriveranno in automatico e compariranno, sul cedolino, sotto la voce “Incremento D.L. Aiuti bis”.
Il bonus 150 euro
Ma non saranno le uniche a rendere più sostanziosa la pensione di novembre.
I pensionati con reddito personale IRPEF, al netto dei contributi, non superiore a 20 mila euro, infatti, riceveranno anche il bonus una tantum di 150 euro.
Anche in questo caso, l’erogazione sarà automatica. Nel computo del reddito non sono considerati i trattamenti di fine rapporto né il reddito dell’abitazione di proprietà.
Il bonus 150 euro, secondo le stime di Cisl, riguarderà 8,3 milioni di pensionati.
Le pensioni in Italia
Sono 22,76 milioni i trattamenti pensionistici che Inps, a vario tipo (di vecchiaia, ma anche di invalidità) eroga ogni mese in Italia.
Tuttavia, un terzo dei pensionati riceve meno di mille euro.
Su 5,3 milioni di persone che, per questo motivo, si trovano a fare i salti mortali per far fronte alla vita di tutti i giorni, 3,38 milioni sono donne.
Ma è proprio la media dei redditi da pensione che, in Italia, si assesta su una cifra piuttosto esigua: 19.443 euro l’anno.
Ciò significa che la maggior parte dei pensionati italiani (53,9%) percepiscono mensilmente meno di 1500 euro.
C’è ovviamente anche chi sta meglio: è la minoranza di quel 2,1% dei pensionati che introitano ogni mese più di 5 mila euro: 337.055 persone, di cui 263.117 sono uomini e 73.938 (0,9% del totale) donne.
Prendono oltre 4 mila euro al mese 614.173 pensionati. Per loro, Inps eroga 42,3 miliardi. Più di quanto sborsa per i 5,3 milioni di pensionati sotto i mille euro: 36,3 miliardi al mese.
Sono più numerose le donne, rispetto agli uomini, a percepire la pensione. Rappresentano il 52% dei pensionati italiani.
Tuttavia, il loro reddito è inferiore del 27% rispetto a quello degli uomini. Così, anche se questi ultimi sono meno, il 56% dei redditi da pensione vanno a loro.
Una differenza c’è anche riguardo il reddito pro capite al Nord, Centro e Sud Italia. Se infatti al Nord è di 20.723 euro, al Centro diventa di 20.640 euro e al Sud è di 17.065 euro.
Consuelo Terrin