Lo ha ribadito il sottosegretario Durigon dopo l’ultimo aggiornamento Istat, che prospettava un innalzamento di 3 mesi delle soglie
L’innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi è il principale cruccio per i lavoratori che provano a calcolare quanto manchi al traguardo della pensione. Va ricordato infatti che il sistema italiano prevede un meccanismo di aggiornamento periodico legato alla speranza di vita a 65 anni. Un dato che, fortunatamente, ha ripreso a crescere, dopo il brusco stop legato alla pandemia. Al tempo stesso, proprio in base alle regole pensionistiche, questo si traduce anche in un allontanamento della data di uscita dal mondo del lavoro.
Un rischio che, dopo l’ultimo aggiornamento demografico dell’Istat, sembra però scongiurato dalle dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
L’aumento della speranza di vita
Rispondendo, in occasione della presentazione degli indicatori demografici 2024, a una specifica domanda proiettata al prossimo adeguamento programmato dell’età pensionabile, i ricercatori dell’Istituto di statistica hanno spiegato come sia verosimile, pur non essendo ancora stato effettuato un calcolo esatto al riguardo, che chi compie 65 anni possa vedere aumentare quest’anno la speranza di vita di ulteriori 4 o 5 mesi. Un dato per il quale già nel 2024 si è toccato il dato più alto dal 2002, quando ebbero inizio le serie storiche pubblicate dall’Istat: esattamente 21,2 anni, contro il precedente massimo di 21 anni toccato nel 2019 e i 20,9 del 2023. La crescita della speranza di vita è confermata anche nel confronto biennale, con una media di 21,03 anni nel 2023/24, in salita dal biennio 2021/22 di 0,61 punti, pari a oltre 7 mesi.
L’impatto sull’età pensionabile
Il saldo nel medio periodo risente ancora dei 4 mesi di prospettiva di vita persi a causa dell’elevato numero di anziani deceduti nel periodo pandemico, ma rimane comunque in positivo di 3 mesi. Che corrispondono esattamente all’aumento massimo applicabile all’età pensionabile in un biennio. Secondo le regole, nel 2027 dovrebbe dunque verificarsi un ulteriore scatto in avanti, portando la soglia minima per la pensione di vecchiaia dagli attuali 67 anni a 67 anni e 3 mesi e quella anticipata di anzianità a 43 anni e 1 mese contro i 42 anni e 10 mesi di contributi che servono oggi.
L’adeguamento, però, non è automatico, servendo entro dicembre di quest’anno un decreto del Ministero dell’Economia per formalizzarlo. Ma le intenzioni del Governo vanno verso una “sterilizzazione” dell’aumento. Lo ha confermato, commentando i dati Istat, il sottosegretario Durigon, ribadendo così la linea già espressa nei mesi scorsi anche dal ministro Giancarlo Giorgetti.
Alberto Minazzi