L’Oms aggiorna le liste ufficiali. Andreoni: “A stupire è la frequenza di queste manifestazioni”
Dall’orticaria alla perdita dei capelli, dalle macchie sulle unghie alla perdita dell’udito.
Associare questi sintomi a quello che fondamentalmente resta un virus respiratorio come il Sars-CoV-2, sia pure nelle sue mutazioni più recenti come Omicron 4 e 5, può sembrare quantomeno strano.
Invece così non è.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nell’ultimo aggiornamento dei sintomi ufficialmente ricondotti al Covid, ha inserito, sia pure tra i “meno comuni” anche “un’eruzione cutanea o lo scolorimento delle dita delle mani o dei piedi”.
I sintomi non respiratori del Covid
“Anche se biologicamente è più difficile trovare una spiegazione – commenta Massimo Andreoni, infettivologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive – l’alopecia, gli esantemi e le macchie sulle unghie non sono una novità assoluta, per quanto riguarda i sintomi derivanti da un’infezione dovuta a un virus che interessa principalmente le vie respiratorie. Nel caso del Covid, che resta comunque un virus di questo tipo, si è però in effetti riscontrata una frequenza superiore di questi sintomi rispetto ad altre malattie”.
I sintomi del Covid legati all’orecchio, come acufene e perdita di udito, sono invece del tutto in linea con le complicanze derivanti da un’infiammazione delle vie aeree superiori. E anche la perdita del gusto e dell’olfatto, sia pur meno diffusa ora con Omicron, è una conseguenza che ci può stare in una malattia infettiva acuta, a partire dall’influenza.
“Il discorso – prosegue Andreoni – può essere esteso anche al tema del Long Covid. Una sindrome di questo tipo è stata riscontrata in passato anche per altre malattie, non solo Sars e Mers, provocate da altri coronavirus umani, ma ad esempio anche nella mononucleosi infettiva cronica”.
Perché i sintomi del Covid sono cambiati
Il direttore della Società di malattie infettive ammette comunque che, con l’evoluzione del virus, i sintomi della malattia sono cambiati.
“La spiegazione scientifica – spiega – è legata al fatto che le nuove varianti di Omicron, a differenza delle precedenti, hanno sempre più sviluppato l’entrata nelle cellule utilizzando il solo recettore Ace2 senza altri co-recettori. Un aspetto apparentemente solo biologico, ma in realtà con implicazioni anche cliniche, perché l’infezione raggiunge sempre meno i polmoni, fermandosi alle altissime vie respiratorie, come naso, gola e laringe”.
“Al di là delle novità di cui abbiamo già parlato – precisa Andreoni – i sintomi principali restano comunque di tipo respiratorio: raffreddore, mal di gola, tosse e laringite. E oggi un paziente anche con sintomatologia severa ha poca probabilità di vedere interessati i polmoni. Ciò, sia però chiaro, non significa che una polmonite non possa più essere causata dal Covid: è la frequenza dei vari sintomi a essere cambiata rispetto ad altre fasi della pandemia. E questo anche per merito della buona immunità raggiunta, che ci protegge dalla malattia, portandola a sua volta a modificarsi. È per questo che continuo a invitare a vaccinarsi, per arrivare sempre più verso un Covid endemico, sempre più simile all’influenza, almeno per chi non è fragile”.
I nuovi sintomi del Covid
Già nel 2021 alcuni studi, inglesi e italiani, avevano evidenziato come il Covid potesse manifestarsi attraverso un’eruzione cutanea, in molti casi destinata a scomparire in pochi giorni e senza trattamenti specialistici. Sono invece di 6 tipi, secondo un recente studio inglese, le manifestazioni della pelle associate ad Omicron: orticaria con bolle e prurito, lesioni con macchie simili ai geloni, dita dei piedi infiammate e talvolta con eruzioni simili a vesciche, pelle secca sul collo e sul petto, eruzioni cutanee pruriginose a mani, piedi e gomiti, labbra screpolate e doloranti.
Anche la formazione di macchie sulle unghie, presente in meno del 2% dei malati e in particolare nei giovani infettati da Omicron con lo sviluppo una malattia lieve, si risolve rapidamente e in forma spontanea. Più diffuso (secondo uno studio su un campione di circa 6 mila persone riguarda il 48% dei pazienti, specie donne e malati in forma grave) il fenomeno della perdita dei capelli, pur non lasciando normalmente effetti irreversibili. Uno studio su un campione di 560 persone ha infine riscontrato perdita di udito nel 3,1% dei casi e acufene nel 4,5%. Problemi sulla cute legati al Covid, secondo uno studio pubblicato sul Journal of The European Academy of Dermatology and Venereology, si verificano in ogni caso nel 20% dei casi di Covid.
Le liste ufficiali dei sintomi del Covid
Il sito del Ministero della Salute riporta una lista di sintomi ufficiali del Covid piuttosto risalente, visto che la fonte citata è la circolare dell’8 gennaio 2021. Si citano espressamente “febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare. I casi più gravi possono presentare polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto e altre complicazioni”
E si aggiungono poi “perdita improvvisa o diminuzione dell’olfatto, perdita o alterazione del gusto, cefalea, brividi, mialgia, astenia, vomito e/o diarrea”. Ancor meno dettagliata la lista dell’Iss.
È comunque possibile far riferimento alla lista dell’Oms, da poco aggiornata.
Qui, si distingue tra “sintomi più comuni” (febbre, tosse, stanchezza, perdita del gusto o dell’olfatto), “sintomi meno comuni” (mal di gola, male alla testa, dolori,
diarrea, eruzione cutanea o scolorimento delle dita delle mani o dei piedi, occhi arrossati o irritati) e “sintomi gravi” (difficoltà a respirare o mancanza di respiro, perdita di parola o mobilità o confusione, dolore al petto). E c’è anche una lista del National Health Service britannico, aggiornata ad aprile 2022 dopo la diffusione di Omicron. Tra i disturbi aggiunti, stanchezza, fiato corto, gola infiammata e perdita di appetito.
Alberto Minazzi