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Tutti in corsia: c'è Peter Pan!

Tutti in corsia: c'è Peter Pan!

Nella notte stellata Peter Pan vola verso l’Isola che non c’è con Campanellino, Wendy e i suoi fratellini John e Michael.
Il campanile che svetta alle loro spalle non è però il Big Ben di Londra ma il campanile di San Marco e sotto di loro non ci sono i tetti vittoriani ma l’acqua della laguna che bagna il vicino ponte di Rialto.
E’ uno dei tanti bei disegni, circondati da un oblò, che colorano interamente il reparto di Pediatria dell’ospedale civile SS. Giovanni e Paolo di Venezia.
Sono stati eseguiti dagli studenti della 3b del Liceo artistico ad indirizzo figurativo “Peggy Guggenheim” di Venezia grazie a un progetto, “L’Arte è la cura”, che è stato inserito nel programmi dell’alternanza scuola-lavoro.
Un’eccellenza questo reparto, a dispetto del fatto che si voleva declassare il SS. Giovanni e Paolo a ospedale di base. Diretto dal primario Maurizio Pitter, coadiuvato dalla capo sala Paola Giurin, ha ora in corsia anche Peter Pan per rendere più confortevole l’ambiente ai piccoli pazienti e ai loro genitori.

Il Primario del reparto di Pediatria di Venezia Maurizio Pitter e la caposala Paola Giurin
  • Dottor Pitter, come è nata l’idea di portare gli studenti del liceo Guggenheim in reparto?

E’ stata un’idea della caposala Paola Giurin, con la quale c’è una grande collaborazione  per mettere in pratica l’umanizzazione delle cure, che prevede due aspetti: uno è quello dei Clown dottori, che usano il sorriso e il gioco per dare un sostegno psicologico al bambino e ai genitori, sdrammatizzando e distendendo così le ansie.
L’altro ha a che fare con il luogo in cui si accolgono i pazienti.

Ecografia: si parte per un viaggio in mare. Murales realizzato dagli studenti della 3b del Liceo artistico “Peggy Guggenheim
Con i dottori clown si ride si gioca e si guarisce prima. Nella foto, Dottor Pom Pom, Dottoressa Arcobaleno e Dottoressa Goccia, dell’Onlus Paparenzo Venezia (Federazione Nazionale Clown Dottori).
  • Oggi avete Peter Pan, un Diario di Bordo in cui scrivono anche i familiari dei piccoli pazienti e tanta allegria…

Si (risponde Paola Giurin). Quando ci siamo trasferiti in questo reparto, le corsie erano bianche, anonime.
Già dove eravamo prima le infermiere avevano prodotto dei disegni assieme ai familiari dei bambini per vivacizzare l’ambiente. Si trattava quindi di rendere anche queste corsie più confortevoli.
L’ambiente è infatti già una cura, perché favorisce l’aspetto delle relazioni, cosa molto importante.
Così, ci siamo attivati per vedere chi potesse abbellire il reparto con dei disegni, portare dentro un po’ di colore, e abbiamo lanciato un tam-tam che ci ha portati a contattare il liceo Guggenheim.

Capitan Uncino. Murales realizzato dagli studenti della 3b del Liceo artistico “Peggy Guggenheim
  • Questo reparto è molto confortevole. L’allegria va di pari passo con l’eccellenza?

Si.(conferma il Primario Pitter)In questo reparto abbiamo delle specificità. Siamo referenti per l’obesità pediatrica e per i disturbi del comportamento alimentare nei bambini (con ambulatorio, ricovero e day hospital). Siamo anche uno dei centri di eccellenza di ecografia pediatrica della Regione e centro di riferimento tradizionale per i bambini migranti, immigrati e adottati. Nella nostra regione,  oltre a noi, ci sono Negrar e Treviso. Ci hanno confermato 6 posti letto per pediatria, due per osservazione breve e intensiva con Day hospital e due posti per la Patologia neonatale, dove teniamo i bambini dalla 34 settimana in poi. Inoltre abbiamo due progetti in fase di realizzazione: il laboratorio di Oncoematologia Pediatrica che verrà guidato da un collega di esperienza internazionale e un ambulatorio che coordinerà la Chirurgia Pediatrica. Stiamo infine lavorando per attivare un ambulatorio di genetica clinica per quei bambini multiproblematici, con sindromi genetiche, che hanno un’alta complessità assistenziale. Presto potremmo avere anche un allergologo.

 

  • Nel frattempo è arrivato Peter Pan…Perché proprio questo personaggio?

L’ispirazione era quella di riprodurre in corsia un bastimento dai tanti oblò per guardare fuori, perché qui in Pediatria si entra come in una nave per intraprendere un viaggio. Perché la malattia è un viaggio che porta alla guarigione, all’Isola che non c’è di Peter Pan, tanto che abbiamo chiamato così anche la sala giochi dei bambini. I ragazzi della classe del professor Favaretto si sono presentati con i bozzetti, ci sono piaciuti e abbiamo fatto assieme una selezione dei soggetti. Ogni oblò rappresenta un momento. Poi ci sono i salvagenti, soggetto fortemente simbolico, dentro ai quali è scritta una frase celebre o composta dagli stessi studenti, che serve a far riflettere.

Messaggi tra i salvagenti nel reparto di Pediatria di Venezia decorato dagli studenti della 3b del Liceo artistico “Peggy Guggenheim
  • Quanto tempo hanno impiegato a dipingere il reparto?

Quindici giorni. E’ arrivata questa scolaresca, una ventina di sedicenni, che hanno dipinto mentre noi lavoravamo. Sono stati attenti, accorti, veramente bravi per dipingere nei corridoi mentre si fa assistenza, con i bambini ricoverati.

  • E i bambini, come li hanno accolti?

Molto bene, con molta curiosità. Alla fine il reparto è diventato talmente bello che alcuni di loro, al termine della degenza, non volevano più tornare a casa. Per i ragazzi del Guggenheim invece è stato un momento di crescita. Ci hanno detto che è stata un’esperienza importante perché si sono uniti molto tra di loro. Qui hanno dovuto lavorare assieme in silenzio. Dovevano stare alle regole e questo ha contribuito a formare uno spirito di corpo. Anche il fatto di lavorare in un ospedale, di vedere la sofferenza dei bimbi, ha lasciato loro un segno, come loro, del resto, lo hanno lasciato qui dentro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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