Se, su Google, si cerca “passante”, la prima soluzione proposta è “Passante di Mestre”. Sono bastati dieci anni, dunque, per rendere famoso ben oltre i confini veneziani il nome dell’arteria stradale che ha risolto i problemi di traffico della nostra città di terraferma. L’8 febbraio del 2009, l’allora premier Silvio Berlusconi tagliò infatti il nastro del nuovo collegamento autostradale.
C’ERANO UNA VOLTA LE CODE IN TANGENZIALE
Chi non è proprio giovanissimo, ricorderà ancora come, prima del Passante, le code nella tangenziale mestrina fossero all’ordine del giorno, nelle ore di punta. Sempre digitando sul principale motore di ricerca la parola “tangenziale”, l’abbinamento a “Mestre” resta ancora al primo posto. Ma della terza parola incriminata, “code”, tra i suggerimenti non v’è traccia. “Webcam”, “uscite”, addirittura “obbligo catene” sì. Ma i rallentamenti no. Anche perché, a meno di incidenti, è un dato di fatto che lo scorrimento veloce, sulla nostra striscia d’asfalto, è ormai garantito.
I TRAFFICI AUMENTANO
E non è che oggi circolino meno veicoli. Al contrario, nonostante la crisi, i traffici continuano la loro inesorabile crescita. I dati di Cav dicono che nel 2008, prima del Passante, tra Padova Est e Mestre circolavano oltre 38 milioni di veicoli, quasi 9,5 milioni pesanti. Oggi, nel 2018, siamo a quasi 55 milioni e i mezzi pesanti sfiorano i 12 milioni. Quasi la metà di questo traffico (si sfiorano i 26 milioni) si dirige poi sul Passante. E lo fanno, soprattutto, i veicoli pesanti. Si parla di quasi 7 milioni e mezzo l’anno che scelgono la “nuova” arteria.
LA REALIZZAZIONE DEL PASSANTE
A dieci anni di distanza, sono le cifre, dunque, a dire che quella adottata è stata la soluzione giusta. Eppure, dal 1997, quando si iniziò a pensare a come risolvere i “principali problemi stradali di interesse nazionale”, ci vollero oltre sette anni di discussioni per partire con i cantieri. Poi, però, dall’avvio della costruzione, l’11 dicembre 2004, bastarono relativamente poco tempo (1519 giorni) e relativamente pochi soldi (986 milioni) per arrivare all’inaugurazione. E ancor oggi se ne godono i benefici.