Tutti a casa per Pasqua.
Pranzo tra pochi intimi, parenti, o anche amici. Al massimo due. Quattro se accompagnati da figli minori.
E le tradizioni?
Quelle restano e, in alcuni casi, soprattutto se avete uno spazio esterno, si possono onorare. O imparare a conoscere se magari non sono propriamente quelle della regione in cui viviamo.
A Pasqua si gioca
Un esempio? Il gioco friulano del “Truc”.
E’ sufficiente avere una grande bacinella o un catino riempito di sabbia da posizionare inclinati. Nella provincia di Udine, questo gioco di usanze antiche consiste nel far scivolare nel catino delle uova cotte. A vincere, sarà chi riuscirà a colpire l’uovo dell’avversario.
In Umbria, invece a Pasqua, si usa fare il gioco della “Tocciata”. Si fa presto a immaginare perché.
I partecipanti devono disporsi a cerchio, ognuno con un uovo in mano. A turno, si picchia l’uovo dell’avversario e solo chi resta con l’uovo integro continua la partita.
La cuoca di casa, ovviamente, avrà prima cotto una parte delle uova che poi andranno distribuite tra i giocatori insieme a quelle crude.
Del gioco, esiste una variante affermatasi nei primi anni del ‘900 a Piacenza e che ha preso il nome di “Ponta e Cull”.
Si praticava nella piazza del paese subito dopo la messa di Pasqua, ma un piccolo giardino o un terrazzo possono andar bene.
In sostanza il gioco parte dalle stesse premesse, solo che in questo caso vince chi riesce a rompere sia la punta che il fondo dell’uovo. Da qui il nome diverso.
Pasqua in cucina
Le tradizioni, però, si possono ripercorrere anche in cucina, seguendo le ricette tipiche pasquali italiane.
Dal più noto agnello alla pasta fatta in casa, dalle uova, all’impanata ragusana fino alla torta rustica napoletana Casatiello ci si può sbizzarrire.
Magari mettendo in tavola un po’ d’Italia tra i colori degli ortaggi e delle verdure di stagione, i formaggi e i salumi nazionali.
Per la pasta fatta in casa in Piemonte si prediligono per Pasqua gli agnolotti ripieni di carne e conditi con burro e salvia. Sempre in questa regione, all’agnello si sostituisce il brasato al Barolo con puré di patate o polenta.
In Emilia Romagna, al posto degli agnolotti solitamente si prepara per Pasqua la lasagna verde mentre in Puglia le orecchiette con i carciofi e le mandorle.
La pasta viene servita con il brodo in Sardegna, dove si usa, per la particolare giornata, preparare i “pillus”, molto simili ai tagliolini.
Simbolo che ricorda anche nel numero delle sfoglie (33) gli anni di Cristo è invece la Torta Pasqualina tipica di Genova, farcita con ripieno di bietole o carciofo, uovo e maggiorana.