Il primo sole, la primavera, la Pasqua in arrivo e le scuole per l’occasione chiuse da giovedì 14 a martedì 19 aprile.
Sono numerosi gli italiani che, calendario alla mano, stanno meditando di organizzare le proprie piccole vacanze pasquali.
Ma sono di più quelli che, a fronte di Covid e guerra in Ucraina in corso, pur se allettati dalla possibilità di trascorrere qualche giorno fuori porta, si trovano a fare i conti sulle spese in eccesso che quest’anno comporterebbe.
In primis, il costo del carburante che è schizzato alle stelle e, sebbene grazie all’ultimo decreto legge varato dal Governo le tariffe dovrebbero abbassarsi di 0.35 centesimi, quanti sinora sono stati colpiti dal salasso del grezzo, riflettono su ulteriori spese per fare le ”vacanze di Pasqua”.
C’è poi il Covid, con i contagi che hanno registrato nuove salite.
Poche prenotazioni: gli italiani sono cauti
Secondo i dati del Ministero della Salute la situazione è sotto controllo, ma si registrano ancora decessi, soprattutto tra i non vaccinati. Secondo gli esperti, la variante Omicron 2 è più contagiosa rispetto alle altre e frena la voglia di vacanza degli italiani, che in pochi hanno prenotato e in molti hanno disdetto.
Secondo le prime stime, Pasqua registrerà un -70% nelle prenotazioni.
Chi partirà, starà fuori in media 2/3 notti ma gli addetti ai lavori temono il peggio se il costo della benzina non scende.
Per quanto riguarda le prenotazioni degli italiani verso l’estero, anche qui diminuiscono sui viaggi internazionali, registrando nei primo trimestre del 2022 rispetto al 2019 una diminuzione media del 53% (dati ASTOI Confindustria Viaggi).
“La guerra è l’ennesimo colpo al nostro comparto”
La situazione preoccupa gli operatori del settore turistico.
Le prenotazioni scarseggiano e a confermarlo è la presidente della federazione Italiana delle associazioni imprese viaggi (Fiavet) Ivana Jelinic, soprattutto in riferimento al turismo proveniente dalla Russia: “I turisti russi in Italia erano 1,5 milioni nel 2019 e hanno speso nel nostro Paese 984 milioni di euro. Dopo due anni in cui abbiamo perso oltre l’80% del fatturato del turismo, la guerra è l’ennesimo colpo al nostro comparto”
E’ della stessa opinione è anche Assoturismo Confesercenti che registra già un decremento del 30% nel periodo primaverile a causa del conflitto russo-ucraino che ha messo un freno non solamente ai viaggiatori di questi due paesi ma anche a quelli dell’Europa orientale e del Baltico.
Vacanze di Pasqua: resta in auge il turismo di prossimità
Secondo gli esperti ancora una volta, come è accaduto per le scorse vacanze post Covid, il turismo di prossimità verrà privilegiato dagli italiani rispetto ai grandi spostamenti, una riscoperta del nostro patrimonio culturale italiano e dei nostri paesaggi.
Questo nonostante le decisioni degli Stati di abbassare o eliminare proprio i controlli in entrata e in uscita.
Già da venerdì 18 marzo, per esempio, non esistono più restrizioni per andare in Gran Bretagna.
Eliminati tamponi e quarantena, non servirà nemmeno più l’autocertificazione Passenger Locator Form per i passeggeri diretti nel Regno Unito, sia che essi siano vaccinati o meno.
L’auspicio degli addetti ai lavori è che si tratti di un momento passeggero e che presto la situazione torni alla normalità del pre Covid che ha fatto raggiungere numeri da record nel 2019 con 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze nel nostro Paese, rendendo al settore un peso del 13% sul prodotto interno lordo italiano.
Valentina Rossi