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Parkinson: nuove speranze per i più giovani

Parkinson: nuove speranze per i più giovani

Nuove speranze per chi è affetto dal morbo di Parkinson.
All’Ospedale dell’Angelo, infatti, viene ora effettuato su un paziente al mese un intervento chirurgico che neutralizza gli effetti della malattia.
Tremore, alterazioni del movimento, disturbi di equilibrio sono infatti contrastati dalla “stimolazione cerebrale profonda” esercitata da due elettrodi collocati nel cervello.
La DBS (Deep Brain Stimulation) agisce infatti sulle aree del cervello che controllano i movimenti e nel mondo più di 75 mila pazienti sono già ricorsi a questa terapia.

DBS per i pazienti più giovani

Purtroppo non tutti possono farlo. “L’intervento prevede l’apertura di due fori nel cranio ed è invasivo – spiega il Primario di Neurologia dell’Ospedale dell’Angelo Rocco Quatrale – Questo fa sì che possa essere eseguito su pazienti per lo più giovani e non portatori di altre patologie in cui però la malattia provochi fluttuazioni motorie e discinesie non più controllabili dal trattamento farmacologico”.

Il Primario di Neurologia dell’Ospedale dell’Angelo Rocco Quatrale

In media è il 10% della popolazione affetta da Parkinson che viene così operata.
L’intervento dura dalle 5 alle 7 ore ed è preceduto da una mappatura che individua in maniera millimetrica il posizionamento degli elettrodi.
L’impatto positivo della DBS  – conclude il Primario – è evidente già nei primi giorni dopo l’avvio della stimolazione: questa, una volta in funzione, consente la riduzione della dose dei farmaci dopaminergici dal 50 all’80%; e il 15-20% di pazienti sottoposti a DBS non necessitano più di alcuna terapia farmacologica”.
I primi interventi sono stati fatti a Mestre nel 2016 e ora la stimolazione cerebrale profonda riguarda 12/14 pazienti ogni anno.

DBS: una tecnica complessa ma di concreta speranza

L’intervento prevede due fasi e la collaborazione di figure specialistiche diverse: neurologo, neuropsicologo, anestesista, neurochirurgo, neuroradiologo e fisioterapista.
Nella prima fase vengono collocati nel cervello del paziente due elettrodi. Nella seconda, nel torace o nell’addome dello stesso viene posto uno stimolatore che, inviando impulsi agli elettrodi, fa sì che questi blocchino i segnali che provocano i sintomi motori del Parkinson.

Il Parkinson

Lento, progressivo e neurodegenerativo, il Parkinson colpisce l’1-2% della popolazione (3-5% sopra gli 85 anni).
Normalemente compare intorno ai 60 anni ma il 5% dei pazienti ha riscontrato i primi segni in età giovane, tra i 21 e i 40 anni.
La DBS rappresenta una speranza quindi soprattutto per questi ultimi, che possono riguadagnare il controllo di se stessi e delle proprie vite.

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