Con la cerimonia inaugurale di mercoledì 28 agosto, gli occhi dello sport mondiale tornano sulla capitale francese
La speranza è chiara: come avvenuto 3 anni fa a Tokyo, anche a Parigi 2024 l’Italia si augura di bissare nel mondo paralimpico gli ottimi risultati ottenuti fino a un paio di settimane fa dagli atleti normodotati alle ultime Olimpiadi.
Le premesse ci sono tutte, sia dal punto di vista qualitativo che da quello numerico, visto che in Francia è andata la spedizione più numerosa di sempre nella storia delle Paralimpiadi azzurre: 141 atleti (con un incremento di 26 unità), di cui 70 donne, impegnati in 17 (2 in più di Tokyo) discipline, che gli appassionati potranno seguire da casa su Rai2 e RaiSport.
I numeri delle Paralimpiadi di Parigi 2024
Il conto alla rovescia per l’inizio della XVII edizione dei Giochi Paralimpici è davvero agli sgoccioli. La cerimonia inaugurale fissata alle 20 di mercoledì 28 agosto 2024, tra gli Champs-Elysées e Place de la Concorde, sarà solo il preludio a 11 giorni di gare, fino a domenica 8 settembre. Sono 22 le discipline previste dal programma: dall’atletica al calcio a 5, dal canottaggio al ciclismo, dall’equitazione al nuoto. Ancora, bocce e judo, pesistica e canoa, triathlon e scherma.
E, insieme al badminton (all’esordio ai Giochi, con l’azzurra Rosa Efomo De Marco), equitazione, goalball, basket, sitting volley, taekwondo, tiro a segno e con l’arco, tennis e tennistavolo. Sport diversi, inseriti in una kermesse che edizione dopo edizione continua la sua crescita. Lo dicono già le stesse le cifre. A Parigi sono presenti 185 Comitati paralimpici nazionali, con 4.400 atleti e 278 guide che parteciperanno a 549 eventi in 18 sedi di gara, con 3 mila giornalisti accreditati. E si attendono almeno 2,8 milioni di spettatori.
L’Italia alle Paralimpiadi 2024
Il punto di partenza, per i nostri rappresentanti, è il risultato del 2021: 69 medaglie, di cui 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi, che hanno portato il totale per il nostro Paese dalla prima edizione a 599 podi (167 ori, 202 argenti e 230 bronzi). L’edizione giapponese, chiusa al 9° posto del medagliere, è stata la seconda più ricca in assoluto per l’Italia, dopo quella “di casa” (Roma 1960: 80 medaglie, 29 ori e 1° posto nel medagliere), superata però per numero di argenti (29 contro 28).
Ripetersi non è mai facile, ma l’obiettivo dichiarato alla vigilia è quello di riscrivere i record. Magari iniziando fin dal primo giorno di gare, giovedì 29, quando, insieme agli esordi delle competizioni di tennistavolo, badminton e tiro con l’arco, i nostri atleti, guidati nell’inaugurazione del giorno precedente dai portabandiera Ambra Sabatini (atletica leggera) e Luca Mazzone (ciclismo), cercheranno di aggiudicarsi le medaglie che saranno subito assegnate nel ciclismo e nel nuoto.
Le punte di diamante e le speranze azzurre
Proprio il nuoto, sport in cui a Tokyo l’Italia vinse 39 medaglie (11 ori, 16 argenti e 12 bronzi, con Stefano Raimondi capace di vincere da solo 1 oro, 4 argenti e 2 bronzi), è la disciplina in cui si ripongono le maggiori speranze azzurre, non solo per i ben 28 atleti presenti. Nell’atletica, resta indimenticabile il tris di Tokyo nei 100 metri femminili con Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto, senza dimenticare tra i “big” Assunta Legnante e Oney Tapia (getto del peso e lancio del disco).
Né, sempre nell’atletica, mancano gli emergenti, a partire dal velocista Maxcel Amo Manu e Rigivan Ganeshammorthy. L’Italia ha buone opportunità anche nel taekwondo (Antonino Bossolo) e nel judo (Carolina Costa e Dongdong Camanni, che potrebbero risultare determinanti anche nella prova a squadre). Insieme all’altro portabandiera Mazzone, la plurititolata Francesca Porcellato è la veterana del ciclismo handbike, con un’altra atleta veneta, Bebe Vio, a guidare la squadra di scherma.
Veneto protagonista: il saluto del presidente
Proprio gli atleti del Veneto, a Tokyo, si misero in grande evidenza, conquistando 26 delle 69 medaglie italiane: quasi il 40% del totale, come ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, che ha mandato il proprio saluto e augurio alla spedizione italiana alla vigilia della partenza per un evento che ha definito “la sublimazione dello sport, della gioia di vivere, della reazione alle avversità della vita”. A Parigi, saranno presenti 19 atleti veneti.
Rappresenteranno i circa 2500 iscritti alle 428 società presenti sul territorio regionale che si dedicano all’attività paralimpica. È a loro in particolare che Zaia si è rivolto affermando: “Questi ragazzi mandano al Mondo e ai loro coetanei un messaggio potente: di fronte alle difficoltà e alle sfortune della vita, non arrendersi mai, perché dopo la tempesta torna sempre il sole. Il loro sole splenderà su Parigi dove il solo esserci equivale a una medaglia, quella della vita”.
L’Italia nella storia paralimpica
Come ricorda il sito ufficiale della manifestazione, “i Giochi Paralimpici sono molto più di un semplice evento sportivo: offrono un’opportunità unica per concentrare l’attenzione del Mondo sullo sport e sulla disabilità, ispirare gli individui, apportare cambiamenti sociali e promuovere opportunità professionali e sportive inclusive per le persone con disabilità”. Le Paralimpiadi, d’altronde, furono ideate dal neurologo tedesco Ludwig Guttmann per la riabilitazione dei soldati resi paraplegici dalla guerra.
Un ruolo determinante per l’inizio delle Paralimpiadi, in ogni caso, va riconosciuto anche a un medico italiano, Antonio Maglio, che riuscì a organizzare nel 1960 quella che, a posteriori, il Comitato Paralimpico Internazionale riconobbe come la prima edizione. Da allora, l’Italia ha partecipato a tutte le edizioni estive (assente solo alle prime Paralimpiadi invernali del 1976 in Svezia), con atletica leggera (185 medaglie), nuoto (167) e scherma (94) come discipline più ricche di soddisfazioni.
Alberto Minazzi