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Pannelli solari: da rifiuto elettronico a fonte di materie prime

Pannelli solari: da rifiuto elettronico a fonte di materie prime

L’energia “green” prodotta dagli impianti fotovoltaici ha un suo rovescio della medaglia.
I pannelli solari hanno infatti un loro ciclo di vita di circa 25 anni, prima di diventare Raee, ovvero rifiuto elettronico che necessita di uno smaltimento specifico.
Un problema, questo, che è particolarmente sentito in realtà, come la Polonia, dove si è registrato un vero e proprio boom di questo tipo di produzione energetica. Un incremento del 200% in pochi mesi, con quasi un milione di nuovi pannelli solari sostenuto dal piano governativo di incentivi per affrancarsi dal carbone, e che adesso rischia di sovraccaricare la rete.

La start up veneta

Ma anche l‘Italia, seconda dopo la Germania per il numero di pannelli avviati al riciclo tra il 2010 e il 2015, si sta già interrogando da qualche anno su come trasformare il problema in un’opportunità.

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Il lavoro sta già dando degli importanti frutti, come testimonia l’esempio della start-up di giovani ingegneri veneti 9-Tech.
Un’esperienza che sarà presentata l’11 novembre, nel primo dei 4 webinar organizzati dall’azienda multiservizi veneziana Veritas insieme alle università di Ca’ Foscari e Iuav in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti.

Il riciclo dei pannelli solari

Sono ormai 7 anni che i ricercatori della start-up, inserita e ospitata nel Green Propulsion Laboratory di Veritas, a Fusina, sulla frontline veneziana di terraferma, sono al lavoro per sviluppare e sperimentare una nuova tecnologia in grado di separare e valorizzare i componenti dei pannelli solari.
Soprattutto i più nobili, come metalli e silicio, per dare loro nuova vita.
“Veritas – spiega Graziano Tassinato, direttore scientifico del GPLab – crede nel recupero strategico delle materie prime. E siamo stati da subito interessati al progetto, perché consente di fare un passo avanti non solo nello stoccaggio, ma anche nella valorizzazione dei rifiuti”.

L’impianto pilota di Venezia

Il problema dello smaltimento dei pannelli solari è legato al fatto che sono composti di vari elementi e, allo stato attuale, manca una tecnologia per separare e valorizzare i singoli componenti. 9-Tech ha quindi ideato una tecnologia che consente di effettuare questa separazione, dando il via a un percorso di industrializzazione. Insieme a Veritas è stata quindi appena completata la fase di brevetto, con un impianto-pilota di una certa dimensione già costruito, con il prossimo step già fissato nella realizzazione di un impianto in grado di smaltire 3 mila tonnellate di pannelli solari l’anno.

I pannelli solari da smaltire

I tempi per la realizzazione dell’impianto, se non ci saranno intoppi, sono relativamente ridotti.
“A maggio – fa il punto Pietrogiovanni Cerchier di 9-Tech – abbiamo presentato la domanda di realizzazione dell’impianto sperimentale, poi integrata, e a breve attendiamo le relative autorizzazioni. Ci stiamo muovendo per reperire i fondi, ma speriamo di poter iniziare la costruzione, che poi richiederà un anno di lavori, a metà 2022”. Tempistiche che, elaborando il prossimo anno anche il piano industriale, consentirebbero di presentarsi al via quando è attesa una vera e propria esplosione del problema dello smaltimento di pannelli solari.

Un Know-how esportabile anche all’estero

“Confrontandoci con i consorzi nazionali – continua Cerchier – abbiamo appurato che, al momento, in Italia si raccolgono ogni anno circa 3 mila tonnellate di pannelli solari a fine vita. Il problema, insomma, non è così urgente, anche se sappiamo già che ci sarà una crescita esponenziale, raddoppiando o triplicando le quantità entro qualche anno”.
In prospettiva, insomma, serviranno almeno una decina di impianti dedicati. E, non a caso, 9-Tech ha già avviato una serie di contatti per esportare il know-how, sia nel nostro Paese che all’estero, pur non potendo ancora avviare una vera e propria campagna promozionale, non avendo ancora ottimizzato il prototipo. La stessa Enel si è dichiarata interessata.

L’importanza della qualità

Il vero tema, nel riciclo dei componenti dei pannelli solari, è quello della qualità dei materiali ricavati. Il macinato indifferenziato, infatti, spesso poi finisce in discarica. “Noi – riprende Cerchier – pensiamo di avviare al riciclo tra l’85% e il 90% del pannello. Potremmo ottenere percentuali anche più alte, ma è preferibile fare numeri leggermente più bassi ma ottenere vetro, silicio, rame e argento di ottimo livello”. La strategia è dunque alla base di un’idea di sviluppo sostenibile.

Reinserire subito i prodotti nel mercato delle materie prime

“Il grado di purezza – conferma Tassinato – deve essere tale da offrire da subito il valore aggiunto per reinserire subito i prodotti nel mercato delle materie prime. Un silicio sporco di resina, ad esempio, non va bene. Figuriamoci il risultato di una macinazione di tutti i componenti senza una preventiva separazione”. E, in gioco, ci sono metalli strategici per l’industria, in molteplici settori: dalla difesa nazionale all’energia, l’aerospazio, le telecomunicazioni, i computer o la tecnologia mobile.

I webinar di Veritas: un contatto tra il mondo scientifico e gli studenti

Nei quattro appuntamenti di novembre (11, 18, 25 e 30), la seconda edizione del ciclo di webinar in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti verrà dunque affrontata, da diversi punti di vista, la sfida della transizione, dalla ricerca avanzata e dalla sua applicazione, fino alle azioni da implementare per migliorare i nostri stili di vita in chiave sostenibile. È attesa la partecipazione di oltre 300 studenti delle scuole superiori.

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Il direttore generale del Gruppo Veritas Andrea Razzini

“Si tratta – sottolinea il direttore generale di Veritas – di una iniziativa di formazione e sensibilizzazione che mette in contatto il mondo scientifico degli atenei veneziani con studenti universitari e delle scuole superiori per promuovere una cultura approfondita dell’economia circolare come strumento imprescindibile nella sfida della sostenibilità. Per realizzare compiutamente la transizione ecologica infatti, è necessario anche un radicale mutamento degli stili di vita di ciascuno, prima di tutto nel migliorare ancora il conferimento dei rifiuti nelle varie filiere della raccolta differenziata e poi nel ridurre complessivamente la produzione dei rifiuti”.

Il programma

Si parte, l’11 novembre, con il seminario dedicato alle frontiere della ricerca e alle applicazioni innovative. L’incontro del 18 novembre è dedicato alla tutela dell’acqua e alla riduzione della dispersione della plastica. Quello del 25 è incentrato sulla sostenibilità ambientale con un’attenzione anche a stili di vita e consumi. In conclusione, martedì 30, sarà presentata la campagna Plastic Smart Cities, per la riduzione ed eliminazione della plastica in natura.

Alberto Minazzi

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