Se siete soliti fare tutta la spesa al supermercato, pane compreso, attenzione.
Perché, per quest’ultimo alimento, le cose stanno cambiando.
Il Consiglio di Stato ha infatti appena emesso una sentenza, la numero 6677/2021, che ribadisce il principio del preconfezionamento obbligatorio del pane precotto e congelato in vendita nella grande distribuzione organizzata. Significa che in tutta Italia arriva lo stop all’acquisto di pane sfuso tra gli scaffali che fino ad oggi i clienti possono scegliere e imbustare self service.
Che cosa dice la sentenza
Al supermercato non sarà dunque più possibile maneggiare direttamente il pane e metterlo nel sacchetto, perché dovrà essere confezionato. Nello specifico la sentenza dice: “Il pane ottenuto mediante completamento di cottura da pane parzialmente cotto, surgelato o non surgelato, deve essere distribuito e messo in vendita in comparti separati dal pane fresco e in imballaggi preconfezionati con etichette riportanti le indicazioni previste dalla normativa vigente in materia di prodotti alimentari e necessarie informazioni per informare il consumatore sulla natura del prodotto”.
E ancora si legge: “Ove le operazioni di completamento della cottura e di preconfezionamento del pane non possano avvenire in aree separate da quelle di vendita del prodotto, dette operazioni possono avvenire , fatte comunque salve le norme igienico sanitarie, anche nella stessa area di vendita e la specifica dicitura deve figurare altresì su un cartello esposto in modo chiaramente visibile al consumatore”.
Stop al pane sfuso al supermercato: la differenza tra fresco e precotto
La sentenza riguarda dunque il pane precotto e surgelato per distinguerlo dal pane fresco, così come già stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione. La questione che ha portato il Consiglio di Stato a vietarne la vendita sfusa nei supermercati parte dal sequestro, da parte dei Nas, di 23 kg di pane precotto venduto sfuso in un supermercato di Gallipoli, in provincia di Lecce.
Il supermercato aveva presentato un ricorso respinto qualche mese dopo dalla Cassazione che aveva stabilito lo stop alla vendita del pane precotto e congelato senza confezione. E che adesso il Consiglio di Stato ribadisce.
Da ora in poi, dunque, chi metta in vendita sugli scaffali il pane sfuso precotto, sia surgelato che non, anche privo di etichetta, rischia sanzioni salatissime e la sospensione dell’attività.
La soddisfazione dei panificatori
Dopo aver ottenuto il divieto per la grande distribuzione di denominare il pane precotto con la dicitura “pane fresco”, la nuova sentenza è stata accolta con grande entusiasmo dalle associazioni di categoria e dai numerosi panettieri artigianali d’Italia. Con questo provvedimento viene distinto il loro lavoro, messo sempre più a rischio sopravvivenza, dalla grande distribuzione.
Silvia Bolognini