L’indagine dell’associazione a difesa dei consumatori: più della metà supera i limiti europei di sicurezza
Sono sinonimo di festa, nota colorata amata in particolare dai bambini, semplice scenografia per i momenti conviviali che, pur con il passare delle generazioni, non passa mai di moda.
Eppure da molti dei palloncini oggi in commercio, apparentemente così innocui, può derivare una seria minaccia per la salute.
Lo ha rivelato un’indagine svolta da Altroconsumo, l’associazione per la tutela e la difesa dei consumatori più diffusa in Italia.
Palloncini: 7 su 12 sono fuori norma
Oggi, in conformità alla tendenza generale, anche i palloncini vengono acquistati spesso sulle piattaforme online più diffuse, giungendo a casa a basso prezzo anche se in confezioni non sempre riportanti le etichette con i dati relativi a quel che viene venduto.
La maggioranza, tra i 12 prodotti su cui ha basato lo studio, è stata quindi comprata su Amazon e Wish, pur avendo analizzato anche un paio di palloncini in vendita nei negozi fisici tradizionali.
Dalle analisi fatte svolgere in laboratorio dall’associazione, il dato preoccupante che è emerso è che oltre la metà, 7 su 12, tra i palloncini presi in considerazione (più altri 2 vicini alla soglia) superano i limiti fissati dalla direttiva europea del 2009 per la concentrazione di nitrosammine o nitrosabili contenuti.
Si tratta di prodotti chimici classificati dall’Airc, pur senza assolute certezze sulla correlazione, come potenziali cancerogeni, in particolare per quanto riguarda i tumori di stomaco ed esofago.
I palloncini e le nitrosammine
Il limite massimo imposto dall’Unione europea per questi composti organici contenenti azoto è rispettivamente di 0,05 mg (per le nitrosammine) e 1 mg (per i nitrosabili, che possono trasformarsi nelle prime) per kg di materiale.
Se tra i palloncini sottoposti ad analisi quelli a norma si sono fermati a 0,01 mg, i peggiori sono arrivati a superare la soglia delle nitrosammine di 19 volte, toccando gli 0,96 mg per kg.
Quanto ai nitrosabili, la forbice riscontrata è tra 0,11 e 5,85 mg, cioè quasi 6 volte il limite per i palloncini più pericolosi.
L’iniziativa di Altroconsumo non è la prima, portata avanti dalle associazioni di consumatori europei, con riscontri simili.
Il rischio è legato al fatto che, nella maggioranza dei casi, i palloncini sono gonfiati a bocca e quindi i composti chimici rischiano più facilmente di venire ingeriti.
L’associazione italiana ha quindi scritto al Mise per chiedere una verifica dei materiali e garantire così la massima tutela e sicurezza dei consumatori, in particolare dei bambini.
Alberto Minazzi