Accessi controllati, visite su appuntamento dilazionate ogni 15 minuti e ricoveri con tampone: come cambia la vita negli ospedali del Veneto
I dati sono buoni.
Continuano a diminuire i ricoverati (1.156 in data 29 aprile 2020) e le terapie intensive (114) mentre aumenta il numero dei dimessi (2.559, quindi 51 in più nell’arco delle ultime 24 ore).
Passo dopo passo, la situazione della gestione sanitaria dell’emergenza coronavirus sta tornando sotto controllo.
L’unità di crisi della Regione Veneto ha così potuto approvare il piano, redatto dalla Direzione sanità con il supporto delle osservazioni delle Aziende sanitarie, che porterà, da lunedì 4 maggio, alla riapertura degli ospedali e di tutte le strutture private accreditate.
Le attività ospedaliere ordinarie erano state sospese fino al 16 aprile con una nota del 13 di marzo, con misure poi prorogate fino al 4 maggio. Al momento, erano state mantenute solo le emergenze-urgenze, e anche le prestazioni, quindi la specialistica, era stata confermata solo per le visite di urgenza, sospese differibili o prorogabili.
Una nuova normalità nei nostri ospedali
La Regione ha inviato a tutte le aziende sanitarie una lettera con le linee di indirizzo. Perché quella da cui si ripartirà lunedì sarà una normalità gestita in maniera diversa, sia per le attività di ricovero che per quelle ambulatoriali. “Non troverete più la modalità di accesso agli ospedali che conoscevamo prima”, ha chiarito il presidente Luca Zaia.
Ci sarà prima di tutto l’obbligo di indossare la mascherina. Saranno inoltre diminuiti i punti di ingresso, prevedendo controlli agli stessi da parte del personale sanitario.
“La filosofia è quella di mettere in sicurezza i cittadini. E primo riferimento, per questo, sono i ricoverati”, ha aggiunto il governatore. Chiunque, prima di essere stabilizzato in ricovero, dovrà quindi essere tamponato e testato.
“L’ospedale rimane un territorio da monitorare e da gestire con la massima attenzione – ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin- Deve cambiare la filosofia di organizzazione”
Il documento e le misure principali
Il documento è molto articolato e contiene linee di indirizzo per la gestione di ingressi, reparti, sale d’attesa, sale operatorie, spazi comuni, ambulatori e Pronto soccorso.
Al fine di evitare le aggregazioni, gli spazi saranno rivisti. E le visite saranno solo su prenotazione (effettuata il più possibile da remoto) e su appuntamento, dilazionate ogni 15 minuti.
Le persone potranno arrivare con un solo accompagnatore (soprattutto per anziani, bambini o disabili), altrimenti la persona dovrebbe arrivare in ospedale da sola.
L’accesso agli ospedali
Il presidio dei sanitari garantirà il rispetto di una serie di accorgimenti su chi entra in ospedale: dalla misurazione della febbre, all’uso dei dispositivi, guanti e mascherine, di cui ogni singolo ospedale sarà comunque dotato, tramite la Protezione civile, per fornirli a chi si presentasse privo di essi.
Ricoveri e interventi chirurgici
Quanto ai ricoveri, rimane il triage separato per chi arriva dai Pronto soccorso.
Prima di qualsiasi ricovero, compresi quelli programmati, sarà in ogni caso predisposto il tampone.
Se ne prevede l’effettuazione di circa 1.600/1.700 ogni giorno.
In attesa dell’esito, la persona non sarà mandata in reparto, ma saranno previsti spazi isolati in cui farla rimanere. Lo stesso varrà per gli interventi chirurgici programmati: la persona sarà chiamata un giorno prima per il tampone.
Visite specialistiche
E’ in corso un’attività di riprogrammazione delle visite specialistiche prenotate e poi sospese a causa dell’emergenza sanitaria.
Saranno però il più possibile incentivate le visite da remoto, la telemedicina a distanza.
Alcune situazioni di questo tipo si sono già consolidate, come allo Iov o all’Azienda ospedaliera di Padova, attraverso telefono, videochiamata o videoconferenza. Una soluzione che sta funzionando ed è apprezzata. È già in atto, ove possibile per le visite di controllo. “Ma è una novità che potrà in futuro entrare anche in una programmazione più standard”, ha sottolineato l’assessore.
I Covid Hospital
Infine, i cosidddetti “Covid Hospital”, ovvero le strutture che sono state riconvertite per essere dedicate interamente ai pazienti affetti da coronavirus. Nel Veneziano sono 3: Dolo, Jesolo e la struttura convenzionata di Villa Salus di Mestre. “Continueranno ad avere i propri reparti Covid, ma mano a mano ritorneranno in piena funzionalità”, ha chiarito Lanzarin. “I direttori delle rispettive aziende stanno predisponendo i piani specifici: c’è chi rientrerà alla normalità subito, e chi, nei casi di maggior affollamento di pazienti specifici, tornerà solo progressivamente alle funzioni stabilite in precedenza con le schede ospedaliere”.