Il più antico orologio al mondo funziona ancora.
Si trova a Chioggia e scoprirlo è un’esperienza suggestiva, perché l’orologio del campanile di Sant’Andrea mescola storia, mistero e leggenda.
La storia dell’antico orologio
Di questo orologio non avremmo saputo nulla se nel 1997 non fossero iniziati i lavori di ristrutturazione alla torre campanaria della Chiesa di Sant’Andrea.
Il meccanismo in ferro battuto, di epoca medievale, trovato al quarto piano aveva suscitato subito curiosità.
Ma è stato il maestro Aldo Bullo, chioggiotto, esperto in orologi antichi, a capire che si trattava di un reperto preziosissimo.
Grazie alle sue ricerche negli archivi comunali, Bullo è riuscito a ricostruirne la storia, coinvolgendo anche il Prof. Ettore Pennestrì del Dipartimento di Meccanica Università Tor Vergata di Roma e l’Ing. Marisa Addomine, presidente del Registro Italiano Orologi da Torre, nonché esperta in archeo-orologeria.
Una storia documentata dal 1386 quando una nota comunale scriveva “Quod ponatur in exitu per massarios ad quod restat ad expensam orologi et quod teneat in ordine et acconcio (Si metta a disposizione degli economi del Comune la somma per saldare le spese dell’orologio e per tenerlo in ordine e funzionante) die xxvi februari” (26 febbraio 1386).
Ciò ha fatto presupporre agli studiosi che l’orologio fosse funzionante già prima di quella data aprendo di fatto la disputa con Salisbury.
Chioggia vs Salisbury, il primato strappato
Fino a quindici anni fa il primato dell’orologio da torre più antico al mondo apparteneva alla cattedrale inglese di Salisbury.
Ma con la scoperta di quello di Chioggia è iniziata una singolar tenzone conclusa definitivamente nel 2005, proprio grazie alle ricerche dell’ing. Marisa Addomine.
Neppure per l’orologio di Salisbury esistono fonti che ne attestino la data di costruzione e il documento più antico, che risale al 10 gennaio 1386, fa riferimento alla ricerca di una bottega in locazione destinata all’orologiaio. Ciò ha fatto supporre che l’orologio dovesse ancora essere costruito.
Il primato di orologio più antico del mondo è passato a Chioggia, dove due anni fa le massime autorità inglesi dell’orologeria antica sono giunte per studiare il meccanismo di Sant’Andrea. Tra loro anche Keith Scobie-Youngs, attualmente impegnato nel progetto di restauro del Big Ben.
Il mistero: chi lo costruì l’orologio del campanile di Sant’Andrea?
Tutt’oggi molti sono convinti che l’orologio della torre di Sant’Andrea sia opera del chioggiotto Jacopo Dondi, inventore e costruttore anche di quello posto sull’omonima torre in Piazza dei Signori a Padova. Ma l’ipotesi è stata esclusa dall’ing. Marisa Addomine.
Tra i motivi, il fatto che Dondi a quell’epoca non era in città, lavorava con l’ottone e non con il ferro e soprattutto si dedicava a meccanismi molto più complessi.
Dunque, chi fu l’abile costruttore che riuscì a imitare il suo stile? La risposta resta avvolta nel mistero.
L’orologio e il suo prezioso meccanismo
Fino al 1839 l’orologio si trovava sulla torre nord-ovest del palazzo Pretorio ma, in seguito a un incendio e agli importanti lavori di ristrutturazione, si decise di spostarlo sul campanile.
Il quadrante che spicca sulla torre campanaria è in bianca pietra d’Istria, sfondo turchino e numeri romani in forma doppia (dall’I al XII e ricomincia dall’I al XII).
Al centro si muove una sfera dorata in forma di sole.
Oggi i rintocchi delle campane sono azionati da un meccanismo elettronico ma quello originale, di epoca medievale, è conservato al quarto piano della torre, ancora funzionante seppur a scopo dimostrativo: è sufficiente rimettere in moto il pendolo, dopo aver ricaricato di qualche giro la fune dei pesi.
La leggenda: il prete “onze”
Sull’orologio di Chioggia c’è una vecchia leggenda. Tra gli abitanti si dice infatti che, durante le lunghe e nebbiose notti invernali, un fantasma vaghi per le piccole stanze della torre campanaria illuminandole con la fioca luce di una lanterna. Lo spettro sarebbe quello di un sacerdote assegnato alla parrocchia di Sant’Andrea a metà del 1800, che aveva scelto di vivere nella cella campanaria, occupandosi anche del funzionamento del meccanismo. Leggenda vuole che i chioggiotti lo avessero soprannominato il prete “onze”, dal dialetto “unge”, perchè ungeva tutti gli ingranaggi. Una mattina venne ritrovato morto, forse caduto dalle scale. Ma tanto era il suo amore per quel congegno che il suo fantasma continuerebbe ancora ad accudirlo.
bravi