Dalla Fraglia degli Orafi alle botteghe contemporanee fino alla Fiera di Vicenza. Torna a crescere il mercato del lusso. L’oro è un bene-rifugio
“Non è oro tutto quel che luccica, il mattino ha l’oro in bocca, chi ha l’oro fa le regole, quando l’oro parla l’eloquenza è senza forza”…
Quanti aforismi, quanti proverbi sull’oro, il metallo prezioso più amato e desiderato in tutti i tempi.
Una cosa è certa, sin dalla Preistoria uomini e donne hanno indossato gioielli in oro allo scopo di abbellire il proprio corpo, decorare le vesti e addirittura sedurre.
Poi, nel corso dei secoli, questi oggetti preziosi si sono caricati di significati diversi: così l’oro è stato associato al mondo divino ma è anche diventato il simbolo inequivocabile del potere politico e religioso; ha rappresentato lo status sociale; è diventato amuleto contro la sorte avversa; aveva valore augurale e taumaturgico; testimoniava legami e sentimenti, memorie e anche tradizioni.
Neppure oggi i gioielli sono oggetti fini a sé stessi, perché comunque raccontano qualcosa di noi. Comunicano la nostra identità, ciò che siamo o che vorremmo essere.
Una lunga storia di seduzione e di fascinazione
Quella dell’oro è una storia di seduzione e fascinazione cominciata millenni fa, basti pensare allo sfarzo delle tombe dei faraoni egizi. E forse è vero che nessuno sa resistere alla straordinaria bellezza di gioielli e oggetti in metallo prezioso, oggi più che mai autentiche opere d’arte.
Così, dopo la crisi che, in questi ultimi tre anni, ha colpito anche il settore dell’oro e dei metalli preziosi e nonostante l’impennata dei costi energetici, l’oro ha pian piano ripreso il suo posto nei nostri pensieri, tornando a far crescere il mercato del lusso e dei gioielli di cui l’Italia è sesto paese esportatore al mondo.
Stati Uniti, Svizzera, Emirati Arabi e Francia in particolare, i mercati di sbocco.
Lo si è ben visto a VicenzaOro, il Salone B2B più importante a livello europeo che, di recente, ha portato nella città veneta circa 1300 brand provenienti da 136 Paesi da tutto il mondo e ha registrato un +11,5% di visitatori rispetto al 2019, ultima edizione in presenza.
“Una fiera che ha superato ogni aspettativa – racconta Piero Marangon, Presidente del Sistema Oreficeria e Gioielleria di Confartigianato Vicenza e Veneto – sia per il numero di adesioni degli operatori sia per i Paesi di provenienza e per portafoglio ordini, che conferma il trend in crescita già cominciato nel 2022”
Vicenza, d’altra parte, è uno dei distretti più importanti del mercato dell’oro italiano e la sua tradizione orafa è plurisecolare.
Dalle mani degli artigiani vicentini nascono gioielli che sono autentiche opere d’arte che non hanno eguali. Lo confermano i dati dell’export.
Nei primi nove mesi del 2022, sui 5 mld a livello nazionale, le esportazioni regionali hanno superato 1,8 mld di euro, di cui 1,5 “made in Vicenza” (+52% rispetto allo stesso periodo del 2019, pre-pandemia).
Ma positivi sono anche i dati del numero di imprese attive, che a giugno dello scorso anno risultavano essere 420 (più di un terzo del totale veneto) per un totale di 1.690 addetti (su 2.903 sempre a livello regionale).
Vicenza: dalla Fraglia degli Orafi alle botteghe contemporanee
A caratterizzare oggi il comparto orafo di Vicenza, la città delle geniali architetture di Andrea Palladio, sono creatività, tradizione e innovazione.
“Una città che passò da un dominio all’altro, poi si accomodò con Venezia”, scriveva Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, e fu proprio durante la dominazione della Serenissima, nel 1339, che nacque la Fraglia degli Orefici e con essa la grande tradizione orafa vicentina.
Il primo statuto, datato 1352, regolava il lavoro degli orafi con norme ferree.
Circa 150 gli artigiani “associati” che tenevano bottega nella Basilica Palladiana, negli stessi locali in cui oggi ha sede il Museo del Gioiello, il primo in Italia e uno dei pochi al mondo.
Iniziò allora la storia del successo del distretto vicentino, un successo che continua ancora oggi grazie alla creatività di artigiani sempre al passo con i tempi, capaci di reinventarsi per far fronte alle innumerevoli crisi e che si servono di tecnologie sempre all’avanguardia per creazioni uniche che portano in “Made in Italy” in tutto il mondo.
Nuovi scenari aprono il futuro
A VicenzaOro non si sono stretti soltanto affari, si è parlato anche di ricerca, tecnologie all’avanguardia, nuove tendenze.
Se il negozio fisico vince ancora sull’on line, sempre più aziende investono sul digitale per mantenere il vantaggio competitivo.
Sono molti anche i brand al lavoro per creare un’industria sostenibile e “responsabile” e tra le novità in campo produttivo anche l’utilizzo della stampa 3D con metalli preziosi al posto dei polimeri.
“Guardiamo al futuro con ottimismo – continua Marangon – ma dobbiamo fare attenzione perché il mercato andrà incontro alle inevitabili, cicliche crisi. Perciò è indispensabile che le imprese non si adagino sugli allori e facciano investimenti: penso ad esempio a ristrutturazioni e accorpamenti aziendali, digitale, tecnologia e formazione. Adesso quello che ci preoccupa maggiormente è il trend del valore dell’oro e delle pietre preziose, che riduce i margini di guadagno.”
Le iniziative per il settore
Già tante le azioni per sostenere il comparto orafo argentiero vicentino. “Come Botteghe Orafe – dice Marangon – un progetto nato in collaborazione con Strategy Innovation spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con cui vogliamo facilitare l’aggregazione delle aziende artigiane e generare nuove opportunità di crescita, soprattutto nei mercati internazionali”.
Ma anche quella della manodopera qualificata, sempre più difficile da trovare, è una criticità che potrebbe mettere a dura prova la tenuta delle aziende, alle prese anche con il ricambio generazionale. “E’ per questo – conclude Marangon – che continueremo a incrementare i percorsi già in essere che formano i giovani in base alle reali esigenze delle imprese”.
Il nuovo lusso
Di mercati e trend ci ha parlato Andrea Marcon, già titolare di un’azienda orafa e oggi amministratore delegato di Palakiss, centro espositivo permanente a Vicenza, partner della Fiera VicenzaOro, nonchè supporto del comparto orafo, vicentino in particolare.
“Nel mondo della gioielleria noi italiani siamo considerati i migliori orafi, abbiamo gusto, creatività, intraprendenza, siamo anche i migliori produttori di macchinari industriali – dice Marcon -. Negli ultimi dieci anni i mercati richiedevano tanto argento e materiali meno nobili, come l’acciaio, perché, al di là del valore intrinseco, all’oggetto veniva dato un valore emozionale, affettivo. Adesso stiamo invece assistendo a un grande ritorno dell’oro, nonostante il costo sempre più alto. Soprattutto certe aree del nord ed est Europa investono in gioielli e oggetti preziosi, considerati oggi alla stregua di “beni rifugio”.
E che il Made in Italy sia sinonimo di qualità lo provano anche le ultime passerelle d’haute couture di Parigi dove sono tornati orecchini, pendenti, gioielli overzise, tutti oggetti del lusso destinati a far sognare e a diventare presto tendenza.
Luisa Quinto