Società +

Ordinare una pizza al numero di emergenza? È chiedere aiuto

Ordinare una pizza al numero di emergenza? È chiedere aiuto

Tanti i modi per tutelare la propria sicurezza. I segnali riconosciuti nel mondo

Se vi capitasse di vedere qualcuno prendere il proprio telefonino e digitare il numero di emergenza locale (quello europeo, attivo anche in Italia, è il 112) e ordinare una pizza, non pensate a un irrefrenabile attacco di fame o di follia dovuto un colpo di sole.
Così come, al bar, l’“angel shot”, con o senza ghiaccio e lime, non è un nuovo cocktail né necessariamente “Angela”, con cui chiede di parlare un avventore, è una dipendente del locale. Sono tutti metodi con cui chiedere aiuto di fronte a una situazione di pericolo senza destare sospetti.
Un linguaggio convenzionale che viene utilizzato in tutto il mondo ma che gli italiani, che pure guardano prima di tutto alla sicurezza quando viaggiano (è la priorità del 63%), conoscono assai poco. Lo ha evidenziato uno studio realizzato dalla piattaforma per l’apprendimento delle lingue online Preply (https://preply.com/it/blog/viaggi-e-segnali-di-emergenza/)

aiuto

Segnali di emergenza: quanto ne sappiamo?

Il “trucco” della pizza, emerge dal sondaggio, svolto in 27 Paesi, è il metodo per chiedere aiuto più noto ai nostri connazionali, anche se lo conosce poco più di un italiano su 3, esattamente il 38% del campione.
Si scende poi al 22% per la richiesta di aiuto al barista attraverso l’ordine di un “angel shot”, metodo discreto nato negli Stati Uniti e poi diffusosi nel mondo.

Tra i vantaggi offerti da questo segnale, la possibilità di graduare la necessità di supporto.
In caso di angel shot “liscio”, si chiede semplicemente di essere accompagnati alla propria auto; “con ghiaccio” sta a significare la domanda di chiamare un taxi; “con lime” si riferisce alle situazioni più difficili, con la richiesta di chiamare la polizia.

aiuto

STAN: più di un semplice acronimo

Al terzo posto, con un 16% di conoscenza in Italia, viene poi l’acronimo “STAN” che, utilizzato all’interno di una conversazione o di un messaggio di testo, maschera la frase “Chiama le autorità ora”.
Tornando ai locali pubblici, chiedere di “parlare con Angela” è una segnalazione generica del bisogno di aiuto o di una situazione scomoda.
Inventato a Londra dal servizio di supporto per donne e ragazze nell’Inghilterra orientale “The Lincolnshire Rape Crisis”, il metodo, pensato originariamente per la sicurezza durante i primi appuntamenti, è noto ad appena l’11% degli italiani. Ancor meno conosciuto, dal 9% degli intervistati del nostro Paese, l’altro segnale, un punto nero disegnato sul palmo della mano, che comunica una violenza domestica.

La reazione alle situazioni di pericolo in Italia e nel mondo

Il sondaggio di Preply evidenzia anche che, prima di partire all’estero, solo il 28% degli italiani controlla i numeri di emergenza locale e si scende al 21% quanto alla verifica di segnali e frasi da usare in caso di violenza.
Meno della metà, il 48% (18° posto globale), ha dunque dichiarato di sapere come reagire ai segnali di soccorso.
E il 26% degli italiani ha dichiarato di aver già subìto un’aggressione in luogo pubblico, il 18% in un bar, e il 12% ha avvertito il rischio di rapimento.

La classifica è guidata dalla Corea del Sud, dove la percentuale di conoscenza sale al 73%, mentre in Europa la quota più alta, 59%, è della Germania, seconda assoluta. Alle nostre spalle, restando nel continente, si posizionano solo Olanda, Portogallo e Irlanda, oltre al Regno Unito, ultimo con il 31%. E se, allargando l’orizzonte, gli Stati Uniti ci superano di 2 punti percentuali, spicca l’ultimo posto assoluto del Giappone: 26%. .

I viaggi in solitaria

L’apprendimento di queste azioni universali di soccorso diventa ancor più importante in considerazione della crescente tendenza a viaggiare da soli, quando ci sono più probabilità di incorrere in situazioni impreviste. Un’esperienza già vissuta almeno una volta dal 60% degli italiani, in una graduatoria guidata dalla Turchia (l’Italia è 18^, ma prima nel Sud Europa), con un altro 18% che sta valutando di farlo in futuro.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  sicurezza, viaggi