Società +

Opzione donna, si cambia? Tre le ipotesi al vaglio

Opzione donna, si cambia? Tre le ipotesi al vaglio

L’aggiornamento delle regole per il pensionamento anticipato delle lavoratrici previsto dalla manovra potrebbe essere rivisto dopo la discussione in Parlamento

La stretta dal 2023 a Opzione donna, la possibilità di accedere alla pensione prima della completa maturazione dei requisiti minimi di età e contributi concessa alle lavoratrici, potrebbe alla fine essere diversa rispetto a quanto prospettato dal Governo con la Legge di Bilancio che è stata da poco licenziata da Palazzo Chigi.
Nella discussione parlamentare verso l’approvazione definitiva della manovra si sta infatti ragionando su almeno 3 ipotesi alternative, che consentirebbero di poter accedere ancora allo scivolo in maniera differente rispetto a quanto avverrebbe se rimanesse in piedi la versione definitiva del testo dell’Esecutivo.

Opzione donna: a che punto siamo

Le regole attualmente in vigore, come prorogate integralmente per il 2022 dal Governo Draghi, prevedono la possibilità per le lavoratrici di accedere anticipatamente all’assegno pensionistico qualora abbiano maturato 35 anni di versamenti e abbiano raggiunto un’età anagrafica di 58 anni (59 per le lavoratrici autonome). Chi, in presenza di tali requisiti, presenta la domanda, accetta in ogni caso il ricalcolo della pensione su base contributiva.
Il Governo Meloni ha deciso di prorogare Opzione donna anche per il 2023, ma introducendo una serie di limitazioni per ridurre il costo della misura da 111 a 20,8 milioni di euro per le casse pubbliche. Rispetto alle 17 mila lavoratrici potenzialmente in possesso dei requisiti precedenti, con le novità inserite in manovra la platea di potenziali fruitrici si ridurrebbe infatti a sole 2.900 donne.

In primo luogo, sarebbero ammesse allo scivolo solo 3 categorie di lavoratrici: quelle che assistono come “caregiver” da almeno 6 mesi un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap; chi ha un’invalidità civile superiore o uguale al 74%; le dipendenti licenziate da un’impresa per cui è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Inoltre, in generale, si alza a 60 anni l’età minima, ridotta a 59 anni per chi ha un figlio e a 58 per chi ne ha 2 o più.

Le tre opzioni per il 2023

Proprio la “variabile figli” è uno dei punti più delicati e discussi. Lo “sconto sull’età”, nella prima delle ipotesi alternative avanzate nella discussione a Montecitorio, potrebbe essere completamente cancellato, con la soglia dei 60 anni di età che però rimarrebbe in piedi per tutte le lavoratrici indistintamente. Ferma restando la cancellazione della “variabile”, la seconda e più restrittiva ipotesi prevede invece la possibilità di accedere a 60 anni all’Opzione riservata alle sole 3 categorie di lavoratrici già individuate dalla bozza.

La terza e ultima ipotesi, che sembra incontrare il favore tra gli altri da parte del ministro del Lavoro Marina Calderone, è infine quella della proroga delle regole in vigore (58 o 59 anni rispettivamente per dipendenti e autonome, fermi restando i 35 anni di contributi) ma per un periodo ridotto, che potrebbe variare tra i 6 e gli 8 mesi, a seconda delle coperture finanziarie per il provvedimento, in attesa della complessiva riforma del sistema pensionistico prevista per il 2023.

Alberto Minazzi

3 commenti su “Opzione donna, si cambia? Tre le ipotesi al vaglio

  1. Non fate questo alle donne! Opzione donna prorogata per tutto il 2023 e con le sole norme vigenti, del resto come promesso in campagna elettorale.


  2. Ho 58 anni e 36 di contributi, non ho figli e non rientro nelle tre categorie: perché dovrei aspettare 60 anni per andare in pensione visto che il calcolo sarà sempre su base contributiva? Mia cara Meloni ma tutti i contributi che abbiamo versato che fine hanno fatto? Non trovate i finanziamenti necessari? Riducete i Vs compensi del 50 o anche 40% e vedrà come si trovano i soldi.


  3. Non è possibile fare delle proposte così assurde quando si era detto in campagna elettorale che “opzione donna” veniva rinnovata.
    Io spero che mantengano la promessa perché rimandare a 60 anni l’uscita non è più un’opzione, significa rimandare di 2 anni l’uscita che riduce tantissimo la platea di donne. È una presa in giro!


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  pensioni

Leggi anche: