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Oppioidi: un'epidemia che lascia il segno

Oppioidi: un'epidemia che lascia il segno

I risultati di un recente studio sull’abuso di sostanze chimiche psicoattive che producono effetti simili alla morfina evidenziano danni permanenti al cervello

Non solo dipendenza e overdose.
Tra le possibili conseguenze dell’abuso di oppioidi c’è anche una potenziale e profonda alterazione della struttura e delle funzioni del cervello.
È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Yale School of Medicine e pubblicata su Radiology, che ha confrontato i cervelli di individui con disturbo da uso di oppioidi, trattati con metadone, con quelli di persone sane, utilizzando avanzate tecniche di risonanza magnetica.

I risultati? Una riduzione, nei consumatori cronici di oppiacei, del volume in regioni come il talamo e il lobo temporale mediale destro, e un aumento delle dimensioni in altre aree come il cervelletto e il tronco encefalico.
Non è l’unica scoperta dello studio. Queste alterazioni, infatti, presentano “differenze significative tra uomini e donne”.
Il volume della corteccia prefrontale mediale, cruciale per la regolazione emotiva e cognitiva, nelle donne risulta significativamente inferiore.

Aumentano i consumatori di oppioidi

L’uso degli oppioidi sta assumendo nel mondo (sono stati oltre 81 mila i decessi per overdose da oppioidi nel 2023 negli Stati Uniti) e in Italia “dimensioni epidemiche” e lo studio sottolinea come questi danni neurologici causati da queste sostanze non solo siano permanenti ma possano a lungo termine influenzare la capacità cognitiva e il benessere mentale di chi ne fa regolarmente uso.
Nel nostro Paese, tra gli oppioidi si teme soprattutto il nuovo Fentanyl, utilizzato anche come sostanza da taglio da chi fa uso di eroina oltre.
Di recente, per contrastare l’uso di queste sostanze pericolose, è stato sottoscritto un Piano Nazionale che coinvolge forze dell’ordine, laboratori di analisi e centri antiveleno al fine di rafforzare misure di prevenzione e controllo sul territorio.

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