Il decreto interministeriale riscrive le regole per l’escavo dei fondali in Laguna che erano ferme da 30 anni
“Con la firma al decreto anche del Ministero della Salute, che segue quella del Ministero delle Infrastrutture e del Ministero dell’Ambiente, diventa pienamente operativo il protocollo fanghi, che consentirà di avviare lavori importanti e attesi da anni nelle acque della laguna, migliorando l’accessibilità ai porti e alle zone di navigazione”.
Così il viceministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Vannia Gava, ha dato l’annuncio dello sblocco di un provvedimento che aggiorna regole scritte 30 anni fa. “Superiamo finalmente – prosegue Gava – una normativa vetusta, risalente al 1993 e rilanciamo l’economia e la competitività dei porti delle zone lagunari, soprattutto quelle dell‘Alto Adriatico, sino a oggi frenate da incomprensibili resistenze ideologiche”.
Protocollo fanghi: cos’è e cosa cambia
La formale intesa tra i 3 ministeri competenti ha portato alla firma del decreto interministeriale che si occupa del rilascio delle autorizzazioni per la movimentazione nella laguna di Venezia dei sedimenti risultanti dall’escavo dei fondali.
Le nuove norme introducono una procedura di caratterizzazione e gestione dei sedimenti diversa da quella attualmente in vigore e in linea con le più recenti direttive europee e con la normativa nazionale in materia di dragaggi.
In concreto, in base al nuovo protocollo sarà possibile mantenere e ricollocare all’interno della Laguna una quantità di fanghi e sedimenti maggiore rispetto a quella attuale, favorendo il mantenimento dell’accessibilità nautica alle banchine del porto.
Al tempo stesso, cambia l’approccio alla gestione, con maggiore attenzione alla sostenibilità, attraverso la caratterizzazione di sedimenti e sito di conferimento sulla base dello svolgimento di indagini di compatibilità chimica ed eco-tossicologica.
Luigi Brugnaro, rappresentante delle Città metropolitane nella Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità portuali: “Passaggio fondamentale. Ora si rifinanzi la Legge speciale di Venezia”
“Non possiamo più rimandare, questi interventi consentiranno di migliorare l’accessibilità al porto, ma soprattutto di ripulire il fondo dei canali e delle zone di navigazione, che rappresentano l’unico elemento per garantire la mobilità della Venezia insulare”, ha commentato il sindaco di Venezia, anche rappresentante della Conferenza Nazionale di Coordinamento delle Autorità Portuali Luigi Brugnaro.
“Questo è un passaggio fondamentale, grazie quindi al Governo e ai ministri competenti in materia che in poco più di 6 mesi dal loro insediamento hanno permesso di sbloccare un provvedimento per garantire la sopravvivenza di Venezia – ha aggiunto – Concluso questo capitolo, spero che, con altrettanta determinazione, si arrivi a definire positivamente il rifinanziamento della Legge speciale così come il Consiglio Comunale di Venezia ha chiesto all’unanimità per 150 milioni all’anno per i prossimi 10 anni. Si tratta di risorse fondamentali per la salvaguardia della Città e per garantirne quelle manutenzioni che consentono al Paese intero di consegnarla in tutta la sua magnificenza alle future generazioni”.
L’Autorità portuale: “Adesso la nuova Autorità per la Laguna”
L’annuncio del nuovo protocollo fanghi, che ora passa al Ministero della Giustizia per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è stato accolto positivamente da tutte le autorità pubbliche interessate.
“Siamo di fronte – ha commentato il presidente dell’Autorità portuale, Fulvio Lino Di Blasio – a un’altra importante dimostrazione che lo sviluppo sostenibile della portualità del Veneto è già possibile. La mancata adozione del cosiddetto protocollo fanghi era infatti uno degli elementi che avevamo indicato nel nostro Piano operativo triennale 2022/2024 come “vincolo” allo sviluppo sostenibile del porto”.
“Con questa formale intesa tra i tre Ministeri competenti – prosegue Di Blasio – si fa un importante passo in avanti. Ma non basta. Si auspica a questo punto, per dare piena attuazione alle misure previste dal Protocollo, l’avvio quanto prima dell’operatività dell’Autorità per la Laguna di Venezia, il Nuovo Magistrato alle acque che, come noto, avrà (tra gli altri) il compito di approvare i progetti di dragaggio e le modalità di gestione dei materiali”.
La Regione: “Nuova spinta per l’economia e la vivibilità dell’area”
Commenti positivi, nel comunicato ufficiale, sono arrivati anche anche dal presidente del Veneto, Luca Zaia. “Ancora una volta – dichiara – non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per una risposta concreta che viene dal Governo. Nel rispetto del delicato equilibrio ambientale tra terra e mare in cui vivono il territorio di Venezia e altre aree venete affacciate sull’Adriatico, la Laguna potrà essere protagonista di nuovi lavori, da tempo attesi perché necessari, indispensabili a beneficio dei siti portuali, dei collegamenti e dei trasporti acquei”.
Zaia definisce quindi l’entrata in operatività del nuovo protocollo fanghi “una nuova spinta per l’economia e la vivibilità di un’area, dove non solo giungono ogni anno milioni di turisti ma vive e conduce le sue attività un’ampia parte della popolazione veneta”.
Alberto Minazzi