La Cina ha votato contro, l’India e altri 57 Paesi si sono astenuti
Con 93 voti favorevoli, 24 contrari l’Onu ha escluso la Russia dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Un provvedimento, sostenuto anche dall’Italia, chiesto “per le gravi e sistematiche violazioni e abusi dei diritti umani” commesse durante la guerra.
«La sospensione del Paese dal Consiglio è un passo importante – ha sottolineato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter. Sono grato per la solidarietà dei partner, dobbiamo continuare a esercitare una pressione coordinata sulla Russia in tutti i forum internazionali. Costringiamo la Russia a cercare insieme la pace».
Da parte sua, la notizia non è stata ben accolta dal Cremlino, che attraverso il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha reso noto che «la Russia continuerà a difendersi sulla scena internazionale con tutti i mezzi legali a sua disposizione» sostenendo che questa espulsione rappresenta il “tentativo degli Stati Uniti di mantenere il loro dominio e controllo totale e di usare il colonialismo dei diritti umani nelle relazioni internazionali”.
Un voto che passa alla storia
Con questa risoluzione la Russia diventa il primo membro permanente del Consiglio di sicurezza sospeso da un organismo dell’Onu.
In precedenza era infatti successo solo nel 2011 alla Libia, che però non faceva parte dei 5 membri permanenti.
In quel caso, la scintilla per l’esclusione era stata l’azione violenta con cui Gheddafi aveva sedato una manifestazione anti-governativa.
Una repressione da cui avevano preso le distanze addirittura le rappresentanze libiche di New York e Ginevra, sedi del Consiglio.
Nonostante la Russia continui a negare la responsabilità di quanto accaduto in diverse città ucraine e a Bucha in particolare, è arrivato quindi lo schiaffo diplomatico.
Mosca, almeno fino a tutto il 2023, non potrà più proporre risoluzioni e emendamenti riguardo situazioni internazionali in cui non sia direttamente coinvolta.
Von der Leyen a Kiev
Intanto nella giornata di oggi, venerdì 8 aprile, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrel incontreranno a Kiev il presidente ucraino Zelensky.
Sul fronte del conflitto prosegue l’offensiva russa nelle regioni dell’Est, dove le istituzioni puntano ad aprire nuovi corridoi umanitari per permettere l’esodo dei civili come ultima chance per andare via.
Silvia Bolognini