“L’evidenza attuale mostra che il plasma convalescente non migliora la sopravvivenza né riduce la necessità di ventilazione meccanica, mentre ha costi significativi”. Così l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel settino aggiornamento delle linee guida sulle terapie per il Covid-19, ha sconsigliato l’uso di una delle terapie su cui anche la Commissione Europea, lo scorso gennaio, aveva scelto di puntare, attraverso un finanziamento a sostegno dei servizi trasfusionali, per contrastare la malattia da coronavirus.
Il plasma non è consigliato
La terapia con plasma convalescente viene effettuata attraverso una trasfusione di plasma sanguigno donato da un paziente guarito a un altro attualmente malato.
Grazie alla presenza, nel plasma, degli anticorpi, l’obiettivo è quello di indurre artificialmente l’immunità passiva nel soggetto che riceve il trattamento.
Al riguardo, il comunicato dell’Oms ha precisato che l’uso è sconsigliato per i pazienti Covid non gravi.
La forte raccomandazione muove dalla considerazione che, oltre a richiedere tempo per la somministrazione e presentare problematiche per l’individuazione e il test dei potenziali donatori e raccogliere e conservare il plasma, nonostante le promesse iniziali questo trattamento non è giustificato per l’utilizzo su pazienti a basso rischio di mortalità.
Inoltre, il plasma convalescente non deve essere utilizzato di routine in nessun paziente.
Gli studi sul plasma
Il plasma convalescente, prosegue l’Oms, dovrebbe quindi “essere utilizzato solo all’interno di studi clinici randomizzati per sottogruppi di pazienti gravi e critici”. E questo in quanto “mentre era certa l’evidenza che il plasma convalescente non ha alcun beneficio nei pazienti non gravi, lo era meno nel caso dei pazienti gravi e in condizioni critiche”. In ogni caso, sottolineano gli esperti, “quasi tutti i pazienti ben informati avrebbero scelto di non riceverlo”.
La conclusione è derivata dall’esame dei dati aggregati di 16 studi randomizzati, in cui sono stati inclusi 16.236 pazienti con infezione da Covid da non grave a critica, fatta dagli esperti indipendenti del Gruppo di sviluppo delle linee guida.
Il panel, in precedenza, aveva già espresso le proprie raccomandazioni a favore di altre terapie, come i monoclonali, i corticosteroidi sistemici e i bloccanti del recettore dell’interleuchina-6 e contro idrossiclorochina e ivermectina.
L’esito: “nessuna differenza significativa”
La raccomandazione appena emessa dall’Oms si inserisce nel solco dei risultati emersi da una serie di studi sull’utilizzo del plasma convalescente nel trattamento del Covid-19. Ad esempio, i risultati pubblicati dal New England Journal on Medicine relativi una ricerca su 228 pazienti che avevano ricevuto il plasma e 105 a cui era stato somministrato un placebo mostrano che non sono state riscontrate differenze significative dopo la finestra di osservazione di 30 giorni.
Inoltre, tra i primi 5 trial clinici randomizzati effettuati nel mondo già nel 2020, solo uno aveva mostrato benefici dall’utilizzo del plasma convalescente. E anche lo studio clinico randomizzato e controllato “Tsunami”, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Aifa ed effettuato su 487 pazienti in 27 centri clinici di tutta Italia, aveva concluso, lo scorso aprile, che non era stata osservata una differenza statisticamente significativa sulla necessità o meno di ventilazione meccanica invasiva o sulla mortalità.
Alberto Minazzi