“La comunità globale si trova, a una prima valutazione, di fronte alla minaccia di una nuova variante di Covid molto contagiosa, che richiede un’azione tempestiva”.
Così i ministri della Salute dei Paesi del G7, riunitisi in un summit straordinario, hanno confermato che l’allerta per la variante Omicron del Sars-CoV-2, la più recente tra le evoluzioni del virus, caratterizzata da un insolito elevato numero di mutazioni, è massima in tutto il mondo.
Del resto, sebbene l’Istituto Superiore di Sanità sottolinei che non c’è nessuna evidenza che Omicron causi un Covid più grave, la diffusione di questa nuova forma di Covid, partita dal Sudafrica, non sta risparmiando nessun angolo del pianeta.
L’allarme globale
Già l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ieri, aveva giudicato, in una scheda tecnica inviata ai 194 Stati membri, “molto elevato” il rischio che la variante Omicron si diffonda a livello globale. E, nel lungo periodo, nel potrebbero dunque derivare “gravi conseguenze”. I ministri del G7, nella dichiarazione congiunta emessa al termine del vertice, hanno poi confermato che Omicron è “altamente trasmissibile” e che quindi “serve un’azione urgente”, puntando sulla massima cooperazione a livello internazionale e ribadendo “la rilevanza strategica di garantire l’accesso ai vaccini”.
Speranza: coordinamento Onu e Oms per garantire i Paesi più fragili
Su questo aspetto, il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, ha quindi ribadito “l’urgenza di fare di più per vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili: ci sarà bisogno del ruolo di coordinamento di Onu e Oms”.
E se il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha deciso di organizzare una riunione dei 27 Paesi in videoconferenza, dagli Stati Uniti arriva la dichiarazione del virologo consigliere della Casa Bianca Anthony Fauci che il Paese è “in stato di allerta avanzato”, invitando a sua volta chi non l’abbia ancora fatto a vaccinarsi. Anche senza attendere un nuovo siero specifico contro Omicron “di cui forse potremmo anche non avere bisogno”.
Omicron e vaccini
Sul tema, però, sono arrivate nelle ultime ore dichiarazioni tutt’altro che incoraggianti di Stephane Bancek, amministratore delegato di Moderna, una delle due big pharma ad aver realizzato un vaccino a rna messaggero.
In un’intervista al Financial Times, Bancek ha ammesso di ritenere che, proprio per la presenza delle mutazioni sulla proteina Spike (sarebbero 32 su oltre 50 totali), l’efficacia degli attuali vaccini “non può essere allo stesso livello avuto con la variante Delta”, con un “calo sostanziale” della protezione. Si va così verso la modifica del siero, che però non potrà arrivare prima del prossimo anno, con la produzione che richiederà quindi mesi. Nel frattempo, si pensa a far fronte aumentando il livello della dose booster, iniziando il ragionamento anche sulla quarta somministrazione.
Il componente del Cda di Pfizer, l’altra grande industria farmaceutica in prima linea con i vaccini anti-Covid, Scott Gottlieb, ex commissario dell’agenzia del farmaco statunitense Fda, ha al contrario sostenuto che ci sia “un ragionevole grado di fiducia nella protezione che l’attuale ciclo di vaccini può garantire con tre dosi”. Idea condivisa anche dal presidente Usa, Joe Biden, che ha assicurato come i consulenti medici ritengano che “i vaccini continueranno a fornire un grado di protezione contro la forma grave della malattia”. E ha quindi definito Omicron “un motivo di preoccupazione ma non di panico“. E BioNTech, che ha realizzato con Pfizer il vaccino a mRna, ha annunciato l’avvio dello sviluppo di un siero adattato come “misura cautelativa”, mentre la ricerca andrà avanti in parallelo con lo studio della nuova variante.
Variante Omicron e Italia
I dati sulla diffusione della variante Omicron, intanto, è in continuo aggiornamento. Sono al momento 33 i casi, peraltro tutti asintomatici o con sintomi non gravi, senza nessun decesso, confermati in 8 Paesi europei ieri dall’Ecdc.
In Italia, oltre al “paziente zero”, sono risultati positivi alla Omicron anche la moglie , i due figli, tre alunni della scuola frequentata da uno dei figli, un membro del personale scolastico e una donna che lavora per la famiglia come badante. In tutto, nove casi.
Italiani in Sudafrica
L’ambasciata italiana a Pretoria, in Sudafrica, ha intanto annunciato che è al lavoro per “l’allestimento, in tempi rapidi, di un volo commerciale” speciale da Città del Capo a Roma, per favorire il rientro dei nostri connazionali.
L’aereo, precisa l’ambasciata, sarà organizzato se si “raggiungerà un numero minimo di passeggeri”, in deroga alla temporanea sospensione del traffico aereo dal Paese, Ed il costo del biglietto “in quanto operazione commerciale straordinaria, sarà a carico dei passeggeri”. Potranno aderire “cittadini italiani residenti in Italia da prima del 26 novembre, figli minori, coniuge o parte di unione civile“.
Alberto Minazzi