Altamente contagiosa, probabilmente anche più della Delta, ma con effetti molto meno gravi.
E questo, probabilmente, per l’inserimento di una mutazione derivante da un altro coronavirus, come quello del raffreddore.
Come si sta delineando nei primi studi sulla variante Omicron, potrebbe essere questo il motivo per cui la più recente evoluzione del virus Sars-CoV-2, diffusa in tutto il mondo a una settimana dalla scoperta iniziale, potrebbe segnare, in positivo, un passaggio decisivo nella lotta alla pandemia.
“Potrebbe essere – commenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova – una mutazione favorevole, diversa da quelle che abbiamo visto fino a oggi. Magari più contagiosa, ma finalmente meno cattiva e quindi più simile al raffreddore comune. Ce lo auguriamo tutti, perché se fosse così sarebbe veramente la svolta. Anche se ricordiamo che, in Italia, per nostra sfortuna se i dati verranno confermati, non abbiamo la Omicron, ma la Delta, che è ancora nettamente prevalente. E quindi è chiaro che dobbiamo continuare vaccinarci, altrimenti non saremo in grado di difenderci dalla Delta”.
La “speranza” legata a Omicron
“La nuova variante – riprende Bassetti – ha terrorizzato il mondo, ma forse ingiustamente. Chi ha visto la variante Omicron da vicino, cioè i Sudafricani, ci dice che, riguardo ai ricoveri in terapia intensiva, la curva della Delta è altissima, quella della Omicron è bassissima, cioè fondamentalmente sembra non dare una forma di malattia così grave. La spiegazione dei quadri clinici potrebbe basarsi proprio sul fatto che Omicron ha acquisito un pezzetto del materiale genetico del virus del raffreddore comune”. Se questo fosse confermato, si spiegherebbe da un lato la maggior contagiosità della variante. “Questo suo nuovo aspetto, più “umano” e meno animale, consente al virus di sfuggire più facilmente al nostro sistema immunitario, che non riconosce Omicron come totalmente estranea”.
D’altro canto, però, le conseguenze sull’andamento della pandemia potrebbero finalmente giocare a favore del superamento della fase più critica. “Se i risultati dei ricercatori del Massachusetts saranno confermati – afferma il medico genovese – dimostrerebbero per la prima volta che il virus del Covid si sta spontaneamente indebolendo perdendo la sua forza iniziale di causare malattie gravi. A questo punto c’è quasi da sperare che la Omicron soppianti la Delta e le altre precedenti varianti. Sarà anche forse più contagiosa, ma se assomiglia così tanto al raffreddore…”.
Lo studio
Alla base delle riflessioni di Bassetti ci sono le anticipazioni, pubblicate sul sito osf.io, relative ai risultati di uno studio, per quanto ancora da confermare, effettuato da ricercatori dell’università statunitense di Cambridge, nel Massachusetts, in collaborazione con laboratori indiani e canadesi.
Già il titolo della ricerca, “La variante Omicron di SARS-CoV-2 ospita una mutazione di inserzione unica di presunta origine genomica virale o umana”, spiega il dato più importante emerso finora.
Per caratterizzare il profilo di Omicron, legato alle numerose mutazioni intervenute rispetto alle precedenti versioni del virus, gli studiosi le hanno così confrontate con le già note varianti di interesse (Alpha, Beta, Gamma, Delta, Lambda, Mu, Eta, Iota e Kappa) e con tutti i 1.523 lignaggi Sars-CoV-2 che costituiscono 5,4 milioni di genomi del virus. Un procedimento necessario per interpretare le caratteristiche cliniche condivise o distintive della variante rispetto ad altre forme del coronavirus fin qui riscontrate durante la pandemia.
Le mutazioni di Omicron
Omicron, classificata dagli esperti come B.1.1.529, è apparsa dunque come una forma del virus fortemente mutata.
“La proteina Spike di Omicron – è spiegato nell’abstract pubblicato online – ha 26 mutazioni di aminoacidi (23 sostituzioni, 2 delezioni e 1 inserimento) che sono distinte rispetto ad altre varianti di interesse”.
La vera novità è proprio la mutazione di inserzione “ins214EPE”, che non era stata precedentemente osservata in nessuna linea del virus, a differenza delle altre mutazioni.
Tecnicamente, si tratta di una sequenza nucleotidica che, ipotizzano i ricercatori, “potrebbe essere stata acquisita mediante commutazione del modello che coinvolge i genomi di altri virus che infettano le stesse cellule ospiti di Sars-CoV-2 o il trascrittoma umano di cellule ospiti infettate con Sars-CoV-2”.
In pratica, un altro coronavirus stagionale, come ad esempio quello del raffreddore, si sarebbe inserito in parte, probabilmente nell’organismo di una persona affetta da entrambe le infezioni, in quello che provoca il Covid. E questo sembrerebbe confermato dai recenti rapporti clinici.
Omicron in Italia. L’appello dello Zooprofilattico del Veneto
La diffusione della variante Omicron, intanto, continua in tutto il mondo.
Sono 9, secondo gli ultimi dati ufficializzati dall’Istituto Superiore di Sanità, i casi sequenziati in Italia.
L’unico cluster è al momento quello legato al “paziente zero”, il dirigente campano che ha infettato altre 7 persone.
Gli altri 2 casi ufficializzati sono invece in provincia di Bolzano e in Veneto.
Riguardo a questo ultimo caso, di un professionista vicentino rientrato dal Sudafrica, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie sta in queste ore effettuando i sequenziamenti per verificare altri 2 possibili contagi sospetti.
E proprio la direttrice dell’Istituto, Antonia Ricci, ha lanciato un appello televisivo: “Quando si viaggia e si torna in Italia dai Paesi a rischio – ha detto alla Rai – è importante farlo solo con tampone negativo. Dopodiché è necessario osservare un periodo di isolamento di 10 giorni, terminato il quale bisogna sottoporsi a un secondo tampone prima di ricominciare la vita di comunità”.
Alberto Minazzi