Non solo evento sportivo, ma anche occasione per un salto di qualità all’insegna dell’innovazione a livello infrastrutturale. L’Italia punta ufficialmente ad avere per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 «una smart road al massimo delle sue potenzialità».
Lo ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Alessandro Morelli, in occasione del sopralluogo a Cortina d’Ampezzo sulla strada statale 51 “di Alemagna”. La prima, in Europa, su cui sia stata avviata una concreta sperimentazione di smart road.
Gli investimenti sulla smart road
Nell’ambito degli investimenti per un miliardo di euro nei prossimi 10 anni inseriti nel più ampio piano di digitalizzazione, Anas punta con decisione sulla smart road, con l’obiettivo di attivare una rete di 3.000 km. Nei giorni scorsi è stato ufficializzato dalla società di gestione delle strade che è già partita la prima fase di investimenti da 250 milioni di euro, potendo contare anche su contributi europei.
Tra i tratti ricompresi nei primi interventi rientrano la Orte-Mestre, la tangenziale di Catania, la Palermo-Catania, il Grande Raccordo Anulare, la Roma-Fiumicino e la Salerno-Reggio Calabria. Oltre, ovviamente, alla Statale 51, primo banco di prova per la mobilità smart road di Anas, dove la sperimentazione è cominciata in occasione dei Mondiali di Sci di Cortina 2021.
L’intervento sulla Statale di Alemagna
«Questi primi 80 chilometri di smart road – ha sottolineato il viceministro Morelli durante i test delle tecnologie effettuati a Cortina – possono essere un banco di prova sperimentale dove far convogliare tutte le esperienze che attori istituzionali e privati stanno testando in circuito. E sarà interessante condividere con Università e centri di ricerca europei. La trasformazione digitale delle strade è un fattore abilitante della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva del Paese».
L’investimento effettuato da Anas sulla Statale di Alemagna è di circa 27 milioni di euro. Grazie alla piattaforma integrata per la gestione della mobilità di cui è stata dotata l’infrastruttura, si mira a garantire la massima qualità degli spostamenti nella valle. Essere pronti per il 2026, ha infine affermato Morelli, può «far divenire l’appuntamento olimpico una manifestazione dove l’intero continente sia protagonista della svolta tecnologica della mobilità che Stati Uniti e Cina iniziano a mettere in pratica».
La smart road
Tra i vantaggi della smart road, oltre all’innalzamento dei livelli di comfort alla guida, vi è anche la sostenibilità sul fronte della sicurezza. Il viceministro ha precisato, al riguardo, che, oltre alle congestioni, anche il numero di incidenti si riduce del 15% grazie alle tecnologie. I tempi di spostamento, poi, si riducono di circa il 20%. «Dobbiamo puntare – conclude Morelli – su una mobilità intelligente che gestisca i flussi di traffico, che monitori le condizioni delle opere viarie e che metta la strada in contatto con i viaggiatori e con i gestori infrastrutturali».
La nuova concezione di “strada intelligente” è dunque un elemento fondamentale della mobilità del futuro. Grazie alle tecnologie più avanzate, dall’internet delle cose ai big data, dall’intelligenza artificiale alla connessione 5G, le infrastrutture si possono trasformare in “ecosistemi intelligenti”. E i guidatori possono così ricevere in tempo reale tutte le informazioni necessarie: dal meteo alla situazione del traffico, da eventuali incidenti ai servizi. Ma, dall’altro lato, diventa anche possibile gestire meglio le emergenze.
La legislazione italiana
Sulla sperimentazione della smart road e dei veicoli a guida autonoma, l’Italia si è dotata nel 2018 di un decreto del Ministero delle Infrastrutture, che ha istituito anche un apposito osservatorio. Il decreto è stato poi aggiornato a settembre 2020, consentendo la sperimentazione su strada pubblica anche di mezzi di trasporto innovativi totalmente autonomi, in quanto privi ad esempio di volante o pedaliera.
Nello stabilire l’iter e i tempi, il decreto prevede che le prime infrastrutture a essere interessate dagli interventi in tal senso siano le tratte di nuova realizzazione o sottoposte a manutenzione straordinaria. In particolare è fissato l’orizzonte temporale del 2025 per gli interventi sulle infrastrutture inserite nella rete europea Ten-T e sulla rete autostradale e stradale. Entro il 2030, poi, si punta ad attivare ulteriori servizi, dalla deviazione dei flussi alla gestione dinamica di accessi, parcheggi e aree di rifornimento.