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Occupazione abusiva case: la Camera approva il nuovo reato

Occupazione abusiva case: la Camera approva il nuovo reato

Via libera di Montecitorio all’articolo del disegno di legge che introduce l’articolo 634 bis nel codice penale

Era uno dei paradossi legali più evidenti del nostro Paese.
E le “armi” a disposizione di chi si trovava costretto a ricorrere alla tutela per vedersi reintegrare nel possesso del proprio bene illegittimamente sottratto erano infatti fino ad oggi decisamente inadeguate per mezzi, sanzioni e tempistiche, rispetto alla diffusione del fenomeno dell’occupazione abusiva degli immobili.
Se già scoprire un semplice tentativo di furto viene vissuto come una vera e propria violazione della propria intimità, figurarsi cosa può provare chi, rientrando in quella che legalmente è casa propria, vi trova a sorpresa persone che pretendono di viverci.
Un incubo che tutti corrono potenzialmente il rischio di vivere. Può bastare una breve vacanza della famiglia fuori città, o il ricovero di un anziano in ospedale. Ma le cronache dicono che, in certi casi, agli occupanti sono state sufficienti le poche ore di una giornata lavorativa. Mentre, al contrario, servivano anni al proprietario per ristabilire la situazione.

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Il nuovo reato di occupazione della casa

Il Governo ha così provato a dare un freno al fenomeno, prevedendo, nel disegno di legge approvato a novembre 2023 e ora all’esame delle Camere, un articolo specifico, il numero 10, dedicato proprio all’introduzione nell’ordinamento dell’articolo 634 bis del codice penale, che prevede il nuovo reato di “occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui”.
Il testo dell’articolo, che è stato appena approvato dalla Camera dei Deputati, stabilisce che “Chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da 2 a 7 anni”.

L’articolo 634 bis prosegue quindi chiarendo che “Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato”. Inoltre è prevista la possibilità di procedere d’ufficio “se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità”. In sostanza, dunque, il provvedimento inasprisce le sanzioni e semplifica la procedura di sgombero. Consentendo alle forze dell’ordine di intervenire subito.

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I limiti della normativa finora in vigore

Il limite delle 3 fattispecie di reato in vigore per colpire gli occupanti abusivi (l’invasione di terreni o edifici, la turbativa violenta del possesso di cose immobili e la violazione di domicilio), a cui va aggiunta l’invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica, è proprio legato alla prassi da seguire per il proprietario, che di fatto si traduce nel protrarsi a lungo dell’occupazione stessa, con danni economici in aggiunta alle spese legali.
In molti casi, gli occupanti sono affittuari che smettono di pagare il canone di locazione o che continuano a occupare l’immobile anche dopo la scadenza del contratto, contro cui è possibile procedere con l’intimazione di sfratto, anche se la procedura può arrivare fino a 7 anni.
Ancor più complicata, dal punto di vista legale, è la vicenda nel caso di occupazione abusiva di terzi, essendo necessario sporgere denuncia, rivolgendosi al tribunale.

L’intervento delle forze dell’ordine, senza passare per il tribunale, può infatti essere richiesto solo se l’occupante è colto sul fatto mentre si sta introducendo senza titolo nella casa. Bisogna inoltre ricordare che l’azione penale deve essere presentata entro soli 3 mesi dall’inizio dell’occupazione abusiva o dalla conoscenza da parte del proprietario, potendo poi solo esperire un’azione di rivendicazione, con tempi e costi molto più alti per arrivare all’ordine di sgombero.

L’occupazione delle case in Italia

Sul tema dell’occupazione delle case in Italia, i dati sono piuttosto risalenti. Secondo i calcoli di Nomisma e Federcasa, presentati nel 2021, sarebbero 50 mila gli immobili occupati, di cui poco più di 30 mila di edilizia residenziale pubblica.
Da allora, però, i numeri sono sicuramente aumentati. Basti pensare che, nel 2023, a Roma l’Amministrazione ha stimato tra il 7% e l’8% la quota di occupazioni illegittime per i soli immobili comunali dell’Ater. Ma tutta Italia è interessata.

Confedilizia ha quantificato in 6.834 gli appartamenti pubblici occupati nella capitale, in circa 3 mila a Palermo e Genova.
A Catania sarebbero un centinaio, a Reggio Calabria ci sarebbero 110 alloggi occupati abusivamente da famiglie Rom.
Più bassi i numeri di Torino (24, anche se un altra stima parla di 214 alloggi di edilizia popolare occupati abusivamente nel 2023) e Venezia (19). A Napoli, si calcola poi un buco di 133 milioni di euro per affitti non riscossi.

Basta poi leggere i giornali. Per esempio, Moussa Sangare, l’omicida di Sharon Verzeni a Terno d’Isola, occupava abusivamente un appartamento. A Livorno, a inizio settembre, i subaffittuari di una casa hanno trovato altri occupanti al ritorno dal lavoro. A Pistoia solo a luglio una proprietaria ha riavuto la casa dopo averla trovata subaffittata lo scorso autunno, da quando non ha più ricevuto pagamenti. Più vecchia (è del 2022), ma ancor più inquietante la sorpresa vissuta da un cittadino di Ancona, che, al rientro a casa ha trovato addirittura la serratura cambiata.

Alberto Minazzi

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