La legge tutela i diritti dei cittadini guariti dal cancro. Meloni e Schillaci: “Una legge di civiltà”
Fino a oggi, chi si è ammalato di tumore ha dovuto spesso combattere una doppia battaglia.
La prima, fondamentale, quella contro la malattia e per la vita.
Ma, una volta vinta questa battaglia, l’odissea in molti casi non era finita.
E non solo per il prosieguo di controlli ed eventuali terapie successivo alla guarigione.
Perché la seconda, ingiusta grande battaglia che si sono fin qui trovati a dover affrontare gli ex pazienti oncologici è stata quella della discriminazione nel pieno godimento di alcuni diritti civili.
“Una legge di civiltà”
Svolgere semplici attività come la partecipazione a un concorso, l’apertura di un mutuo o la stipula di un’assicurazione, fino all’adozione di un bambino, non sono state più così semplici, per chi ha vinto la lotta contro il cancro.
Ecco perché la legge sull’oblio oncologico, che dopo il via libera alla Camera ha adesso ottenuto l’approvazione all’unanimità anche da parte dell’aula del Senato, è stata definita dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, “una legge di civiltà”.
L’oblio oncologico è legge anche in Italia
Il tema del diritto all’oblio oncologico era stato specificamente affrontato dalla Commissione Europea nell’ambito del Piano oncologico europeo, a febbraio del 2022.
L’obiettivo che si è posta la Ue è stato quello di vedere tutti gli Stati membri dotarsi di una legge per regolarlo entro il 2025.
Già diversi Paesi dell’Unione, a partire da Francia e Spagna, ma anche Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo, avevano provveduto in tal senso. Adesso si aggiunge anche l’Italia, dando una risposta non solo a Bruxelles, ma soprattutto al milione di italiani che sono guariti da patologie oncologiche.
Una legge più avanzata rispetto alle norme di altri Stati Ue
A questi vanno aggiunti altri 3,6 milioni di cittadini del nostro Paese che stanno combattendo la loro battaglia dopo una diagnosi di cancro. Per loro, come ha sottolineato il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica, Francesco Perrone, è ora operativa una legge di tutela dei diritti e prevenzione delle discriminazioni addirittura “più avanzata rispetto a quanto stabilito in altri Stati che hanno già adottato norme su questo tema”.
Cosa prevede la legge sull’oblio oncologico
Il testo approvato dai due rami del Parlamento italiano, sancendo un vero e proprio diritto all’oblio prevede infatti il divieto di richiedere informazioni sullo stato di salute relativamente a una pregressa patologia oncologica nell’ambito di diverse procedure. E specifica i principali campi di applicazione, dall’ambito sociale a quelli professionali e familiari.
Per chi vale il divieto di chiedere informazioni
Così il diritto all’oblio opera nelle pratiche bancarie e assicurative, in ambito lavorativo, per i requisiti di idoneità fisica richiesti nelle procedure concorsuali e in caso di avvio del procedimento di adozione. Il divieto di richiesta di informazioni si applica trascorsi 10 anni dal completamento dei trattamenti antitumorali, quando, in questo periodo, la malattia non si sia ripresentata sotto forma di recidiva.
In arrivo nuove tabelle con tempi diversi per patologie diverse
Un periodo ridotto, pari a 5 anni, è inoltre stabilito qualora la diagnosi di cancro abbia coinvolto prima del compimento di 21 anni pazienti poi guariti. È anche prevista la compilazione, sulla base di procedure definite da un tavolo tecnico del Ministero della Salute, di tabelle per la riduzione dei tempi a seconda della differente patologia oncologica concretamente presentatasi.
Alberto Minazzi