Un test di screening in diretta facebook , l’esito (negativo) giunto nell’arco di due minuti, una novità per la sanità veneta.
Potrebbe essere questa la soluzione alla necessità di controllare in modo efficace e veloce tutti i nuovi ingressi nella nostra regione e di monitorare la situazione all’interno dei pronto soccorso e forse anche delle scuole.
Un nuovo test
A presentare il nuovo test rapido di screening sperimentato da qualche tempo in alcune Ulss venete sono stati il presidente della regione Veneto Luca Zaia e il primario di Microbiologia e Virologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso Roberto Rigoli.
Il dato di partenza è quella che è stata definita dal presidente Zaia una certezza: abbiamo a che fare con un ceppo Covid 19 “di casa”, che risulta aver una minor carica virale e con un virus che arriva da vari altri Paesi e che appartiene a un ceppo diverso. E’ necessario, quindi, isolare eventuali nuovi cluster il più presto possibile perché ceppi diversi di coronavirus nonsi diffondano.
“La situazione del Veneto per contagi da coronavirus risulta sotto controllo –ha detto il presidente Zaia- Resta il fatto che c’è un nuovo fenomeno con l’ingresso del virus con chi arriva da altri Paesi, che preoccupa. Perché è più aggressivo, perché ha delle mutazioni diverse e ancora sconosciute e perché abbassa l’età media dei contagiati”.
La certezza dei diversi ceppi
Che i nuovi casi di coronavirus siano legati a ceppi diversi rispetto a quello alloctono è oggi confermato.
“Abbiamo sequenziato il virus serbo –ha annunciato Zaia – Dai quattro tamponi analizzati è risultato che la carica virale dei nuovi pazienti era molto elevata e che il ceppo serbo è diverso da quello italiano. Ha una sua mutazione. L’abbiamo isolato –ha continuato Zaia – abbiamo la sua carta d’identità, ma ci sarebbe bisogno di dati clinici per sapere quali sono le manifestazioni e le conseguenze di questo ceppo “.
In un periodo di vacanze e di ricongiungimenti familiari, si è pensato così a trovare una soluzione.
“Non è una questione di residenza o di carta d’identità – ha precisato il governatore Zaia- Si tratta di una questione esclusivamente sanitaria. Prima i tamponi a tappeto li facevamo solo su di noi. Adesso i test vorremmo farli a tutti coloro che entrano da Paesi a rischio”.
Semplice come un test di gravidanza
Il nuovo test non sostituisce il tampone (ancora l’unica modalità diagnostica) ma risulta in grado di verificare lo stato di salute in tempi molto più brevi e anche in “indipendenza” un numero maggiore di persone.
Proveniente dalla Corea, è stato sperimentato in 1000 casi e su tutti ha fatto registrare un solo errore di falso positivo.
Semplice e indolore, funziona un po’ come i più comuni test di gravidanza e, a differenza degli altri anti Covid, va direttamente alla ricerva del virus.
Una volta prelevate delle goccioline dal naso, queste vengono appoggiate su una “saponetta” all’interno della quale viaggiano arrivando a un punto in cui ci sono degli anticorpi specifici. Saranno questi a determinare una reazione cromatica e quindi a dire, attraverso una banda rossa, se il soggetto che si è sottoposto al test è positivo.