I dati del contagio da Sars-CoV-2, in Veneto, continuano a calare e la Regione presenta un nuovo piano di sanità pubblica, già traguardato in prospettiva.
“Non abbassiamo la guardia – ha sottolineato il presidente Luca Zaia – e, come le maisons di alta moda, stiamo già pensando alla “collezione autunno-inverno”, pronti a schierare, se servisse, tutta l’artiglieria. Intanto, possiamo garantire che anche in estate porteremo avanti il testing della popolazione”.
Tra gli annunci legati al nuovo piano anche la candidatura della regione a portare avanti un progetto pilota legato all’autosomministrazione dei test antigenici in occasione di eventi particolari.
Il nuovo piano sanitario
La delibera, ha sottolineato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, è stata approvata nella seduta di Giunta di martedì 8 giugno. È il quarto aggiornamento del Piano e si pone in continuità con quelli precedenti.
“Tra le novità – ha sintetizzato l’assessore – abbiamo ridefinito alcune azioni, seguendo l’andamento dell’emergenza e della pandemia, abbiamo aggiornato la diagnostica e inserito anche elementi non specifici legati al Covid, come le altre vaccinazioni, che sono state abbandonate o hanno rallentato. In più, abbiamo inserito il discorso della sicurezza sui posti di lavoro e nuove modalità per due servizi socio-sanitari extraospedalieri: riaprono tutti i centri diurni per anziani non autosufficienti e si torna alle modalità pre-Covid per i Ceod per i disabili”.
Le misure concrete
La logica adottata col piano, ha spiegato il direttore della Prevenzione, Francesca Russo, è stata quella di adattare misure e comportamenti alla variata situazione epidemiologica, che colloca adesso il Veneto in una fase di bassa circolazione. In tal senso, sono state riviste le misure di sorveglianza sanitaria e la frequenza dello screening, anche sui sanitari. È stato inoltre mantenuto un numero minimo di tamponi, compresi quelli per la ricerca della positività negli asintomatici. Quando si verifica una positività, quindi, si deve avviare la ricerca dei contatti. Attività che, spiega Russo, “deve aumentare in condizioni di bassa circolazione, con particolare attenzione ai contatti a basso rischio, soprattutto per le sospette varianti, con anche la sequenziazione prevista dalla circolare del Ministero”.
Lo screening
Una regione bianca come il Veneto, come determinato dal lavoro con le altre Regioni, è tenuta ad effettuare ogni giorno almeno 150 tamponi ogni 100 mila abitanti. Quantificando, si tratta di almeno 7.350 test giornalieri. “Ma ne faremo di più perché– ha annunciato Zaia – punteremo su popolazioni-target variegate: dai concerti agli eventi, dalle sagre alle spiagge, dai centri estivi ai supermercati. In più, per una scrematura quotidiana, tamponeremo i parenti in visita ai ricoverati in ospedale”.
Resteranno inoltre aperti i Covid point, continuerà il monitoraggio di base su Rsa e ospedali (“non cambia nulla: affiniamo solo la strategia”, spiega il presidente) e si introduce il tema dell’autosomministrazione, che ora è possibile.
L’autosomministrazione prevista dal nuovo piano
Nel Piano è stato inserito un capitoletto sui test marcati CE in autosomministrazione. La Regione vi ha sottolineato che l’utilizzo seguirà le indicazioni nazionali. “Invieremo una proposta – spiega Russo – al Ministero della Salute, chiedendo che in occasione di eventi sociali, eventi familiari allargati o contesti lavorativi si introduca la possibilità di effettuare questi test”. Un accenno è stato riservato anche al tema del tampone ai turisti e a chi si sposta per lavoro, che potrà essere effettuato in farmacie, laboratori privati, laboratori accreditati e punti tampone, al costo che sarà stabilito con apposita delibera. E si introducono i test salivare di tipo molecolare e di laboratorio di quarta generazione, antigenico a metà strada tra test rapido e molecolare.
Quarantena e test a sanitari a ospiti
Il nuovo Piano veneto rivede i tempi della quarantena e dell’isolamento, riportati da 14 a 10 giorni, come previsto dal Ministero, comunque con attenzione particolare ai possibili casi legati a varianti. In tal caso, è possibile la quarantena anche per i contatti occasionali e il periodo si conclude comunque con tampone molecolare anziché antigenico. Quanto alla periodicità dei test sui sanitari del sistema pubblico e delle Rsa, viene portata a 30 giorni per i vaccinati e 7 per i non vaccinati.
Per gli ospiti delle strutture il periodo è rispettivamente di 20 giorni per i vaccinati e 7 per i non vaccinati.
I numeri
La conferma del Veneto nella fascia di rischio più bassa arriverà domani, giorno di riunione della cabina di regia, sulla base di numeri che continuano a calare. L’Rt è a 0,68, l’incidenza a 14,7, l’occupazione delle terapie intensive al 4% e quella delle aree non critiche al 3%.
Il bollettino giornaliero fa registrare anche il dato più basso della storia nella prevalenza di positività sui tamponi effettuati: 0,26%, pari a 88 nuovi positivi su 33.131 test. Gli attualmente positivi sono 6.185 e i ricoverati scendono di 30 unità, toccando quota 510 in totale, di cui 452 (-26) in area medica e 58 (-4) in terapia intensiva.
La campagna vaccinale
Nelle ultime 24 ore in Veneto sono state somministrate 41.227 dosi di vaccino e, alla mattina di giovedì 10, le dosi in magazzino erano 444 mila, dopo l’arrivo, nella giornata di mercoledì, di circa 200 mila dosi di Pfizer. Circa metà delle scorte, però, sono di sieri AstraZeneca (150 mila) e Johnson & Johnson (78 mila), utilizzabili solo per gli over 60, di cui mancano all’appello circa 160 mila persone non ancora vaccinate. L’unica apertura alle vaccinazioni senza appuntamento, quella con siero Johnson&Johnson in qualsiasi centro vaccinale per chi ha da 60 anni in su, ha finora registrato 3.400 adesioni.
E per quelli che hanno avuto il Covid e hanno sviluppato gli anticorpi ??? Ogni quanto lo devono fare il tampone ???
Resta comunque una violazione della privacy ….