Le “big” del settore energetico si muovono per lo sviluppo di reattori sicuri nella prospettiva della transizione energetica
Sono nomi che, con tutta probabilità, impareremo presto a conoscere meglio.
Parliamo dei “Fast Reactor”, reattori del futuro che, tramite fissione, sfrutteranno come combustibile le scorie radioattive, bruciando in maniera efficiente l’uranio impoverito, il plutonio e gli attinoidi minori. A essere garantite sono prima di tutto sostenibilità e sicurezza, senza dimenticare il possibile contributo all’aumento dell’indipendenza energetica, con costi contenuti.
Ma parliamo anche degli “Small Modular Reactor”, una tipologia di reattori nucleari di ultima generazione che, pur avendo dimensioni ridotte rispetto a quelli tradizionali e garantendo così una potenza elettrica minore (inferiore ai 300 megawatt, secondo la definizione della World Nuclear Association), offrono una serie di vantaggi, sempre in termini di sostenibilità e di sicurezza.
L’Italia, nella sua transizione energetica, è tornata a guardare con convinzione all’energia nucleare.
Lo testimoniano l’annuncio di Eni sul suo impegno nella ricerca sulla fusione, quello della firma di un accordo tra Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf e Edison e, ultimo solo in ordine di tempo, quello della collaborazione tra Enel e newcleo.
I nuovi reattori
Se utilizzati con combustibile ossido misto “mox”, generato da scorie nucleari ritrattate, si può dire che i “Fast Reactor” su cui sta lavorando newcleo, sono in grado di chiudere il ciclo del combustibile, senza la necessità di estrarre nuovo uranio.
Si tratta di reattori raffreddati ad acqua, che funzionano a pressione atmosferica. A garantire altissimi livelli di sicurezza sono le proprietà del piombo e i sistemi di sicurezza passiva. I costi sono mantenuti bassi grazie a semplicità, compattezza, modularità, funzionamento a pressione atmosferica ed elevata temperatura prodotta.
Dal punto di vista operativo, gli “Small Modular Reactor” consentono modalità di esercizio e sviluppo modulari, con un’ottimale programmabilità della produzione di energia elettrica e termica. Ma, ancor prima, la loro realizzazione, richiedendo spazi più ridotti, impatta in maniera meno pesante sul territorio. E soprattutto, una volta attivi, assicurano un livello di sicurezza molto più elevato, visto che molti dei progetti in tal senso sfruttano le leggi fisiche, senza necessità di intervento umano, per garantire la sicurezza dell’impianto.
L’obiettivo di Enel e newcleo per i reattori di quarta generazione
L’accordo di cooperazione sottoscritto da Enel con newcleo garantisce alla multinazionale italiana una prelazione sul primo impianto che sarà realizzato fuori dall’Italia una volta perfezionati gli innovativi reattori di quarta generazione. Enel garantirà alla giovane società, fondata nel 2021 a Londra, le proprie competenze specialistiche, condividendo anche le competenze specialistiche del proprio personale qualificato.
Nei progetti di newcleo, il primo passo sarà la costruzione in Francia, entro il 2030, di un primo mini reattore nucleare a neutroni veloci refrigerato a piombo “Lead Fast Reactor” da 30 megawatt. Dovrebbe quindi seguire un secondo impianto, da 200 megawatt, nel Regno Unito. In contemporanea è previsto l’investimento diretto per la realizzazione di un impianto di manifattura di combustibile “mox” da scorie nucleari esistenti per l’alimentazione dei reattori.
Il nucleare come complemento per le fonti rinnovabili
L’idea di fondo alla base dell’intesa tra Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf e Edison è quella che l’energia nucleare possa svolgere un ruolo complementare a quello delle fonti rinnovabili, garantendo stabilità e contribuendo alla sostenibilità ambientale del sistema elettrico.
Non va infatti dimenticato che nel processo di decarbonizzazione, sia in Europa che in Italia, è stata fissata la data del 2050 per il raggiungimento della neutralità climatica.
Nell’ottica di questo target, l’energia nucleare si presenta come una delle fonti di generazione in grado di garantire un’elevata sostenibilità.
Alla produzione di energia elettrica nei reattori si collegano infatti emissioni di anidride carbonica tra le più basse rispetto alle potenziali fonti alternative.
Gli impianti nucleari, in più, richiedono un minore consumo di suolo a parità di potenza installata.
Competenze diverse per lo sviluppo della filiera nucleare
La lettera d’intenti firmata nei giorni scorsi coinvolge 4 società dalle elevate competenze specifiche in campo nucleare. L’obiettivo dell’accordo è dunque proprio quello di valorizzare nell’immediato la filiera nucleare italiana.
Una collaborazione che intende in tal modo, esaminando e valutando anche potenziali cooperazioni industriali, sviluppare il nuovo nucleare in Europa e favorirne in tal modo la diffusione, anche in Italia, rispondendo alle crescenti esigenze di sicurezza e indipendenza del sistema elettrico italiano.
L’intesa è il primo passo verso il raggiungimento di successivi accordi vincolanti, che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili.
Sulla base della lettera d’intenti, Ansaldo Nucleare, come capofila della filiera nucleare italiana, sviluppatore di componenti e fornitore di servizi per l’industria energetica e nucleare, si propone come supporto dei progetti di nuovo nucleare del Gruppo Edf, primo produttore di energia nucleare al mondo.
L’Italia guarda al nucleare, il nucleare guarda all’Italia
“Con questo accordo – commenta Nicola Monti, amministratore delegato di Edison – gettiamo le basi per una riflessione concreta e aperta sul ruolo del nuovo nucleare a supporto della transizione energetica italiana”. “La firma di questo accordo – aggiunge Vakis Ramany, direttore dello sviluppo internazionale per il nuovo nucleare di Edf – ci permetterà di potenziare la catena di fornitura europea delle nostre tecnologie in un contesto in cui molti paesi europei stanno pianificando nuovi programmi nucleari”.
“Oggi più che mai – afferma Giuseppe Marino, amministratore delegato di Ansaldo Energia – è fondamentale mettere a disposizione del mercato il nostro patrimonio di competenze per vincere la sfida della decarbonizzazione”. “La nostra società – spiega – Riccardo Casale, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare – è attivamente coinvolta in numerosi progetti in diversi Paesi europei, insieme a industrie e organizzazioni di ricerca italiane, a testimonianza dell’alto valore aggiunto che l’Italia può portare al rinnovato interesse per il nucleare a livello europeo”.
“L’innovazione – conferma Francesco Starace, amministratore delegato di Enel – è fondamentale per lo sviluppo di tecnologie in grado di garantire energia pulita, affidabile, accessibile e il più possibile indipendente da fattori geopolitici. Per questo motivo, continuiamo a esplorare qualsiasi area del mix energetico”. ” La tecnologia Fast Reactor di newcleo – conclude Stefano Buono, ceo di newcleo – è il passo necessario nell’industria nucleare per consentire il riciclaggio multiplo dell’uranio già estratto e una massiccia riduzione delle scorie nucleari”.
Alberto Minazzi