In Sicilia, vicino a Siracusa sono stati trovati 88 nidi in un’area di 4,7 ettari, ognuno abitato da molte migliaia di operaie
Il granchio blu e le vongole aliene sono solo gli ultimi arrivi in ordine di tempo, ma la lista di specie invasive sembra destinata ad allungarsi rapidamente.
Questa volta l’allarme arriva dalla Sicilia, per la precisione dalla provincia di Siracusa, dove è sbarcata la formica di fuoco.
A documentarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology guidata dall’istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica con la collaborazione delle Università di Parma e di Catania. Come altre specie importate, la Selenopsis invicta, questo il nome scientifico della formica di fuoco, può diffondersi in maniera rapida in Italia, come nel resto del mondo con impatti notevoli sugli ecosistemi, agricoltura e la salute umana.
Un pericolo per l’uomo, gli ecosistemi naturali e l’agricoltura
Conosciuta anche come formica guerriera, la Selenopsis invicta deve il soprannome alla sua caratteristica più nota.
Le sue punture infatti sono molto dolorose e possono causare anche gravi reazioni allergiche.
E’ una formica della sottofamiglia delle Myrmicinae, dal colorito bruno rossastro e una lunghezza per le operaie dai due ai quattro millimetri.
E’ dotata di un pungiglione velenoso che provoca dolore simile a una scottatura. Da qui l’appellativo “di fuoco”. Ma non è solo pericolosa per la salute dell’uomo.
Tra i suoi “bersagli” vi sono gli ecosistemi naturali in quanto, essendo un predatore generalista, nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Crea danni anche in agricoltura.
La formica invasiva
Lo studio dice che il 7% circa del continente europeo e il 50% delle città ha condizioni adatte alla diffusione della formica di fuoco.
Secondo Mattia Menchetti, che ha guidato la ricerca, le grandi città costiere sono tra i siti più adatti all’insediamento della Selenopsis invicta in Italia come nel resto d’Europa.
In meno di un secolo la formica originaria del Sudamerica si è stabilita e diffusa in gran parte degli Stati Uniti, Messico, Caraibi, Cina, Taiwan e Australia mentre l’eradicazione ha avuto successo solo in Nuova Zelanda. In Europa è stata finora intercettata solo in tre casi documentati in Spagna, Finlandia e Paesi Bassi.
Da parte della Regione Sicilia è intanto in corso la pianificazione dell’eradicazione e il monitoraggio della specie. In questa direzione le segnalazioni della sua presenza da parte dei cittadini possono essere un aiuto prezioso.