Nel 2024, il nostro Paese ospiterà gli appuntamenti del vertice dei Paesi più sviluppati, che affronteranno anche il tema delle insidie emergenti per la salute
Il baricentro del Mondo, nel 2024, si sposta verso l’Italia. Quest’anno sarà infatti il nostro Paese, dopo il Giappone nel 2023, ad assumere la presidenza del G7, il gruppo che riunisce le Nazioni più sviluppate del pianeta (con noi e Paese del Sol Levante anche Francia, Germania, Gran Bretagna, Usa e Canada) e, di conseguenza, è chiamato a svolgere anche un ruolo di guida sulle principali tematiche e problematiche di respiro internazionale.
I temi del G7 italiano
Tutta la Penisola, sarà interessata dagli appuntamenti organizzati per le riunioni dei rappresentanti degli Stati membri del G7. E se si parte da Capri, con il vertice tra i ministri degli Esteri in calendario dal 17 al 19 aprile, un ruolo centrale è stato riservato alla Puglia, che, a Borgo Egnazia, in Valle d’Itria, ospiterà non solo il summit tra i ministri dell’Economia, dal 23 al 26 maggio, ma anche quello dei capi di Stato e di Governo, dal 13 al 15 giugno.
In considerazione dell’atteggiamento interventista mostrato dall’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che ha già annunciato come il contributo italiano si incentrerà in particolare sul tema “Africa”, gli osservatori internazionali si attendono importanti prese di posizione su temi come le guerre in atto, dall’Ucraina al Medio Oriente, o l’intelligenza artificiale.
Ma grandi attese ci sono anche per il G7 Salute, che si terrà ad Ancona, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, dedicato in particolare alla prevenzione e al modello sanitario “One Health”, basato sull’integrazione di discipline diverse e su cui stanno puntando sia le organizzazioni internazionali che la Commissione europea. Senza dimenticare che, come dicono gli esperti, le possibili minacce alla salute mondiale non si fermano al Covid o alle zoonosi.
Le nuove minacce per la salute
Insieme al passaggio dalla fase pandemica a quella endemica del Sars-CoV-2, negli ultimi anni molti Paesi occidentali, compresa l’Italia, hanno registrato la diffusione di malattie infettive legate a virus come quelli Dengue o West Nile, ma anche all’aviaria e all’influenza suina, con il primo caso in Inghilterra. E se questi fenomeni di diffusione si legano anche ai cambiamenti climatici, non va sottovalutata la antibioticoresistenza sviluppata da alcuni agenti infettivi a causa di cure non appropriate.
“Oggi il Covid e altri virus respiratori si possono confondere e sovrapporre”, sottolinea all’agenzia Adnkronos il nuovo presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Roberto Parrella.
Virus dell’influenza, Mycoplasma pneumoniae e bronchioliti da virus respiratorio sinciziale nei bambini sono solo i principali esempi di agenti infettivi che contribuiscono già oggi a complicare il quadro. “Non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi e non è mai abbastanza per la prevenzione”, ammonisce il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Francesco Vaia.
Il direttore di Malattie infettive al San Martino di Genova, Matteo Bassetti, richiama invece l’attenzione soprattutto ai batteri resistenti agli antibiotici, definendoli “una vera piaga” e ricordando all’agenzia che “si contano ogni anno quasi 5 milioni di morti nel mondo e almeno 40 mila in Italia”. “Abbiamo terminato il congresso Simit – commenta Parrella – con la partecipazione attenta su questi temi, dall’antibiotico-resistenza alle zoonosi. Nascerà una nuova generazione di infettivologi pronta a contrastare questo tipo di urgenze”.
Alberto Minazzi