La nuova campagna di scavi interessa la Regio IX in un’area finora inesplorata
Dal sottosuolo di Pompei, costantemente monitorato con le campagne di scavo, continuano ad affiorare testimonianze di storia e ambienti di tempi antichi.
Di un passato precedente alla devastazione in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo.
Questa volta a essere rinvenuti nella Regio IX della città distrutta sono tre scheletri e due case ad atrio costruite in età Sannitica e trasformate nel I secolo dopo Cristo in officine produttive.
I nuovi ritrovamenti in un’area inesplorata del Parco Archeologico: gli scheletri
L’insula 10 della Regio IX è un’area che ancora non era stata interessata da scavi. I lavori, iniziati da poco, riguardano una zona di ben 3.200 metri quadrati e fanno parte di un progetto che ha come principale obiettivo quello di risolvere i problemi idrogeologici e conservativi del confine tra la parte già scavata e quella ancora inesplorata. Si stima che quest’ultima sia pari quasi a un terzo dell’antica città.
Secondo i rilievi effettuati, le le tre persone ritrovate – due donne e un bambino di tre-quattro anni – sarebbero state schiacciate dal solaio appesantito da pomici bianche scagliate dal vulcano nelle prime fasi dell’eruzione.
A poca distanza dalle vittime gli archeologi hanno ritrovato un forno dalla grande capienza, in grado di tenere fino a 50 tipologie di pane. Questo fa pensare che probabilmente si fossero rifugiati in un panificio per cercare di fuggire all’eruzione.
Lo scorso 16 maggio gli scavi avevano già riportato alla luce altri due scheletri, due maschi adulti di 50 anni, anche questi all’interno di un panificio che comprendeva l’area di cottura del pane, lo spaccio, una stalla e la residenza del proprietario. All’interno della stalla erano stati già trovati i resti dei muli.
Le due nuove case emerse a Pompei
Circa 22 ettari di case e isolati dell’antico abitato, fa sapere Il Parco Archeologico, è ancora sepolto da lapilli e cenere. Nell’area della Regio IX sono state rinvenute anche una lavanderia e un panificio, la prima con banconi da lavoro, vasche per il lavaggio e la tintura degli abiti. Del panificio ci sono il forno, spazi per le macine e ambienti per la lavorazione e la creazione di prodotti alimentari da distribuire in città.
«Questi continui ritrovamenti – ha precisato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – fanno capire quanto ancora ci sia da svelare a Pompei. Bisogna preservare questo luogo. Per questo è necessario assicurare finanziamenti costanti sia per andare avanti con gli scavi, sia per concepire nuovi allestimenti museali affinchè i reperti che affiorano trovino una loro utile collocazione».