Con una variazione di bilancio Il Comune di Venezia ha stanziato ulteriori 700.000 euro ai fondi per sostenere i nuclei familiari messi in difficoltà dall’emergenza coronavirus.
Le conseguenze della pandemia sono stati infatti molto importanti nel nostro territorio. A testimoniarlo, i dati dei servizi sociali.
Nei primi 6 mesi del 2020, i contatti con gli sportelli comunali sono infatti passati dai 1.523 dello scorso anno a 4.137. Aumento di pari entità percentuale anche per gli utenti di supporti economici pubblici nel Comune di Venezia. Erano 763 nel 2019 e sono stati 1.991 nel primo semestre dell’anno in corso.
Il Comune, come negli anni precedenti, aveva stanziato, anche per il 2020, 1 milione di euro, più 600.000 euro per il disagio abitativo e le morosità.
Fondi che oggi non sono più sufficienti per far fronte all’emergenza.
Le nuove povertà delle famiglie “normali”
«Nonostante anche il Comune stia soffrendo – sottolinea l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini – con il sindaco abbiamo voluto prevedere questo ulteriore aiuto. Vogliamo farci trovare pronti di fronte a un problema che, da qui ai prossimi mesi, diventerà sempre più pressante, sia a Venezia che in tutta Italia».
Il Covid-19 ha fatto emergere infatti una serie di nuove famiglie in difficoltà. In particolare tra coloro che mai, in precedenza, avevano avuto la necessità di richiedere l’aiuto dei servizi comunali. Ci sono i lavoratori di alberghi e ristoranti, non solo stagionali. Ma anche coloro che lavorano all’aeroporto o nel terminal delle crociere.
Ci sono i piccoli commercianti, in particolare quelli della città d’acqua, che già avevano dovuto fronteggiare le conseguenze delle eccezionali maree dello scorso novembre. Ma anche piccoli artigiani e ambulanti, lavoratori dello spettacolo e pensionati con un reddito basso, in precedenza aiutati dalle famiglie o che integravano le entrate con una serie di lavoretti.
Gli aiuti
Lo sblocco dei nuovi fondi, spiega Venturini, «dovrebbe consentirci di aiutare fino a fine anno le famiglie che non godono di altre forme di sostegno».
Per fronteggiare l’emergenza, come contributo una tantum, il Comune aveva ricevuto dal Governo un primo milione di euro, che è stato già interamente erogato ai beneficiari, con una serie di aiuti come i buoni spesa. Come ulteriore supporto, da Roma erano poi arrivati altri 350.000 euro per l’acquisto dei pacchi alimentari da consegnare ai nuclei in difficoltà. Un’operazione che la nuova Agenzia per la Coesione sociale sta completando in questi giorni.
Il ruolo dell’Agenzia per la Coesione Sociale
Un soggetto, l’Agenzia, che sta risultando fondamentale per la gestione dell’enorme mole di lavoro. «Averla già portata a regime grazie alla riforma del settore sociale di 2 anni fa – conferma Venturini – non solo ha aiutato il Comune nell’intercettare bisogni e difficoltà, che altrimenti rischiavano di sfuggirci, e nella gestione delle pratiche. Ma ha anche consentito ai cittadini di avere un solo interlocutore a cui doversi rivolgere per richiedere l’aiuto. Questo, insieme alla maggior flessibilità che abbiamo introdotto nella valutazione dei requisiti, sempre comunque in conformità con la legge, ha permesso di sostenere un numero sempre maggiore di soggetti in difficoltà».