Secondo uno studio giapponese ci sarebbe un maggior interessamento dei polmoni. Bassetti: “Eris non deve preoccupare. Sintomi simili a influenza”
Da agosto, la diffusione di contagi Covid ha ripreso a crescere: prima in Estremo Oriente, a partire dalla Corea del Sud, poi anche in Europa.
Compresa l’Italia, dove, nell’ultima settimana, si è passati da 15 a 23 casi per 100 mila abitanti, con un +28,1% nei contagi e un +47,7% nei decessi.
Nell’evoluzione delle mutazioni del virus, è ormai dominante la variante classificata come EG.5 e ribattezzata “Eris”.
Di questa nuova versione di Sars-CoV-2 solo adesso si inizia ad approfondire la conoscenza ma i primi studi specifici sono ancora in attesa delle necessarie revisioni per confermarne gli esiti.
Tra questi, il pre-print di una ricerca dell’Università di Tokyo pubblicato sulla piattaforma bioRxiv mette in luce alcuni aspetti da non sottovalutare.
I sintomi
Eris provoca per lo più disturbi alle vie respiratorie.
Si presenta quindi con raffreddore e naso che cola, mal di gola, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari e voce rauca.
Disturbi blandi, simili a uno stato influenzale.
Eris e i polmoni dei criceti
I ricercatori giapponesi si sono concentrati in particolare sul sottolignaggio “EG.5.1”, sottovariante di Omicron XBB, o “Kraken”, che iniziò a diventare prevalente nei primi mesi del 2023.
Per studiare la capacità replicativa e le caratteristiche proprie di EG.5.1 nel provocare la malattia e trasmettersi da individuo a individuo, sono stati utilizzati criceti siriani selvatici. Ed è emerso che, se non ci sono differenze evidenti tra Eris e Kraken quanto a capacità di crescita e patogenicità, tra i criceti EG.5.1 viene però trasmesso in modo più efficiente.
Soprattutto, gli studiosi hanno rilevato la presenza del virus nei polmoni di 4 dei 6 criceti esposti. Questo, concludono, “suggerisce che il tropismo di EG.5.1 è diverso da quello di XBB.1.5 dopo la trasmissione aerea”. Inoltre, quanto alla capacità neutralizzante del plasma di individui convalescenti, è stato scoperto che sarebbe “leggermente, ma significativamente, inferiore” ad altre sottovarianti di XBB.
Bassetti: “affermazione priva di fondamento dal punto di vista clinico”
“E’ un’osservazione ancora priva di fondamento dal punto di vista clinico – commenta l’infettivologo Matteo Bassetti- Non è assolutamente vero che Eris causi più polmoniti. Certamente abbiamo qualche problema di circolazione di virus ma in realtà le terapie intensive non hanno praticamente nessun caso Covid e negli ospedali ci sono persone fragili e anziani che hanno qualche altro problema di salute, quindi non legati al Covid”.
Vaccini aggiornati ad ottobre
In ogni caso, il fatto che EG.5 discenda da una variante di XBB (esattamente la 1.9.2), sembra garantire sufficiente tranquillità riguardo all’efficacia dei vaccini aggiornati, che saranno disponibili da ottobre.
Le aziende Pfizer e BioNTech sono state infatti autorizzate dall’Agenzia del farmaco europea Ema alla produzione di un farmaco in grado di proteggere dalle varianti di XBB.La stessa Ema ha dunque raccomandato la vaccinazione alle persone anziane, a quelle fragili, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari e consigliato la somministrazione a familiari e conviventi con le persone che presentano una significativa vulnerabilità.
Alberto Minazzi