Carnevale di Venezia, obiettivo 2017: tornerà ad essere un evento vissuto dai residenti
Da sabato 11 a martedì 28 febbraio 2017. Segnatevi fin da ora le date, perché il percorso verso il prossimo Carnevale è già partito. Appena il tempo di chiudere l’edizione 2016 e la squadra organizzata dal nuovo direttore artistico Marco Maccapani si è già rimessa al lavoro per continuare la strada che mira all’obiettivo posto alla base del “nuovo corso”: far tornare sempre più in piazza i Veneziani.
RITORNO AL FUTURO. Il Carnevale di Venezia è un rituale antico di oltre 900 anni, che si ripete senza essere mai uguale a se stesso. E il risultato dell’edizione 2016, la prima sotto la nuova direzione, è già stato indubbiamente buono. Ma, com’è logico (pensando che è stata comunque una “prima volta” nel nuovo format), non mancano gli elementi che possono essere migliorati la squadra è già al lavoro per farlo.
«Sul coinvolgimento dell’Arsenale – spiega Maccapani – bisogna lavorare di più. La location è stupenda e con delle potenzialità enormi e va resa ancor più facilmente accessibile dal popolo del Carnevale, soprattutto offrendo la possibilità di entrarci a piedi: ma dall’ingresso principale, non solo dai Bacini. Un altro aspetto su cui intervenire è l’allungamento dei tempi dell’apertura di Piazza San Marco, pensando di arrivare almeno fino all’orario dell’aperitivo. Poi, in base alle forze che avremo a disposizione, è mia intenzione ampliare il concetto di Creatum, lavorando sui singoli Sestieri, aiutando così anche la diversificazione dei flussi. A San Marco resterà l’eccellenza e sarà la volta dei gioiellieri, degli stampatori ma anche le merlettaie di Burano, solo per fare un esempio. Negli altri campi principali dei sestieri veneziani vorrei portare i veneziani e la loro cultura, la loro storia».
Ma anche pensando alla partecipazione della cittadinanza si può compiere un ulteriore salto qualitativo. A partire dal coinvolgimento delle tante piccole e grandi associazioni del territorio che operano tutto l’anno nel sociale, nello sport o nell’arte al fianco delle famiglie veneziane e che spesso vivono in posizione marginale le grandi manifestazioni cittadine. E vanno sempre più riconquistate proprio quelle tante persone che rimpiangono il Carnevale della loro gioventù, quando i campi e le piazze erano piene di famiglie veneziane in maschera, ma che oggi rifiutano di mettersi in gioco e di mascherarsi partecipando in qualche modo alla festa. Perché, a fare la differenza, come in ogni decisione che riguarda Venezia, può essere ancora una volta solo la partecipazione dei veneziani, il loro coinvolgimento attivo, il loro riappropriarsi di una festa che appartiene alla storia di questa città più che di qualsiasi altra al mondo.
I NUMERI DEL 2016. Facciamo adesso un passo indietro e vediamo cos’è stato il Carnevale 2016, tra maschere e controlli, pioggia, acqua alta e calli affollate. Sono stati 130.000 i visitatori registrati per il primo Carnevale “blindato” dall’antiterrorismo, con cinque punti d’accesso controllato in Piazza San Marco. Oltre 120 gli eventi, dal Centro Storico alla Terraferma, nei 18 giorni di manifestazione, con più di 200 artisti coinvolti. E poi mostre, pièce teatrali, concerti, itinerari drammatizzati, proiezioni cinematografiche, lezioni, eventi creati ad hoc per il Carnevale 2016 da Vela o in collaborazione con associazioni culturali ed enti partner. Tra gli eventi più partecipati, la sfilata dei carri di Marghera e Zelarino, con oltre 26.000 presenze, e il volo dal Campanile di San Marco di Saturnino, con 70.000 persone che hanno sfidato la pioggia battente dell’ultima domenica di festa.
A PARTIRE DAI VENEZIANI. Un Carnevale che si è prefisso l’obiettivo di riscoprire le Arti e le Tradizioni veneziane, con il tema “Creatum”, e di coinvolgere nei festeggiamenti diverse aree della città. Perché, ripetiamo, è proprio dai Veneziani che il direttore artistico vuole ricominciare: «I veneziani hanno dato le risposte che attendevo e forse anche più – spiega Maccapani – soprattutto per quanto ho visto in piazza San Marco grazie al coinvolgimento degli artigiani e delle eccellenze finalmente messe in mostra. Nei giorni del Carnevale, ho girato continuamente per Venezia, e, soffermandomi soprattutto in Piazza, ho ricevuto un sacco di commenti positivi. In tanti hanno sottolineato che si è respirata un’aria nuova e che qualcosa sta succedendo». Soddisfatto anche il sindaco, Luigi Brugnaro: « È un Carnevale andato molto bene, con una Piazza San Marco volutamente un po’ scaricata dalla folla, ma con tante manifestazioni diffuse nella città ed in terraferma. Un grande risultato che si accompagna ad un grande impegno di tutte le forze dell’ordine, in quanto si sono adoperate per garantire a tutti una sicurezza incredibile in un momento internazionale delicato. E tutto è stato fatto con assoluta discrezione, senza creare alcun problema».
FESTA DIFFUSA E SICURA. Il Carnevale di Venezia 2016 è così stato una festa “diffusa”, una manifestazione che ha cercato di superare il canonico itinerario Rialto-San Marco, mirando così a raggiungere maggiormente i Veneziani, i cittadini, nella riscoperta di un significato più antico e autentico del Carnevale, quello del divertimento pubblico. Così, il Ponte di Rialto, nell’ultimo sabato pomeriggio, complice la bella giornata di sole è stato letteralmente intasato, mentre Piazza San Marco, alle 10 di sera di giovedi grasso, era praticamente deserta. Una scelta voluta, quella di svuotare la Piazza dalla folla per decentrare gli eventi serali e notturni nella zona dell’Arsenale. Una soluzione forse obbligata per far fronte al problema tutto veneziano del degrado causato dall’invasione del turismo di massa e al problema della convivenza tra residenti e commercianti con i giovani “festaioli”. Questo Carnevale e quelli futuri devono poi necessariamente fare i conti con le nuove regole imposte dall’antiterrorismo per una città come Venezia, che è sempre considerata obiettivo a rischio. Un piccolo compromesso da accettare rispetto alla sostanza originaria del Carnevale che basa ogni sua libertà espressiva proprio sul mascheramento “libera-tutti”.
LA STORIA DEL CARNEVALE DI VENEZIA
Nelle sue origini dionisiache, il Carnevale era il momento dello scioglimento degli obblighi sociali e del temporaneo sovvertimento dell’ordine. Si trattava però anche di un’occasione di rinnovamento simbolico, una regressione che precede una nuova fase di creazione, un momento di vera e propria purificazione, di Kaos che anticipa il ritorno di una nuova concezione del Cosmo. Il tempo della dissolutezza prima del rigore richiesto dalla Quaresima. A Venezia, dove si hanno ricordi della festività del Carnevale fin dal 1094, il Carnevale subì un pesante ridimensionamento a partire dall’occupazione napoleonica del 1797 e successivamente con quella austriaca, per continuare ad essere festeggiato solo nelle isole di Murano e Burano. Rifiorì in tutta la città di Venezia solo a partire dal 1979, quando furono i Veneziani a riappropriarsene. Erano gli anni in cui interi Sestieri di Venezia si trasformavano in fortini del vecchio west o in accampamenti indiani, con tutti, adulti e bambini e commercianti, vestiti in maschera per giorni interni con creatività e spontaneità. Le maschere del settecento in posa vennero molto dopo, insieme alle folle di turisti, diventando il simbolo del Carnevale di Venezia in tutto il mondo, ma forse senza riuscire a rappresentare al meglio quello spirito di autenticità che apparteneva alla festa celebrata dai veneziani.