Quanti procedimenti sono stati iscritti complessivamente in tutto il distretto veneto
durante lo scorso anno? Quali sono le tipologie di cause in crescita e quali quelle in calo?
Quali sono le durate di tali procedimenti? Ecco uno spaccato significativo
della situazione
E’urgente una riforma della giustizia che oggi è in una crisi insostenibile attribuita, ingiustamente, ai magistrati». Sono chiare le parole che il Procuratore generale della Corte d’Appello di Venezia Pietro Calogero ha detto nel corso dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2014 qualche tempo fa. Un forte monito alla politica il suo, che chiede riforme senza perdere tempo e che per Calogero vanno fatte dalla politica collaborando, nella distinzione dei ruoli, con magistratura ed avvocatura. Alla domanda di giustizia va data una risposta perché oggi è una colpa la mancanza di rispetto dei giusti tempi di un processo: non si può pensare di dover attendere dieci anni per una sentenza. Il Procuratore generale della Corte d’appello di Venezia è categorico sulle ipotesi di lavoro per svuotare le carceri e dice no all’indulto e amnistia. E poi ci sono i numeri, quelli statistici, a volte impietosi ma sicuramente esaustivi che danno un quadro completo di come sta andando la macchina giustizia veneta.
Nel 2013 sono stati iscritti complessivamente in tutto il distretto veneto 238.856 procedimenti, con un aumento del 6,34% rispetto al precedente periodo; in aumento (+4,81) anche le definizioni, pari a 238.368 (con indice di ricambio pari a 1); sostanzialmente stabili (+0,69) le pendenze finali, pari a 202.539. Negli Uffici dei Giudici di Pace (destinati all’accentramento presso gli uffici della sede circondariale entro la data del 29.4.2014) le iscrizioni sono aumentate dell’1,2% (da 55.514 a 56.159) a fronte di una riduzione verificatasi nel precedente periodo nella misura del 2,95%. I processi definiti sono passati da 59.217 a 58.789 (-0.72%) e la pendenza finale è diminuita del 6,5% (passando da 22.848 a 21.369 procedimenti). Per quanto riguarda la Corte d’Appello si registra una diminuzione delle cause iscritte che passano da 5.367 a 4.767, con un decremento dell’11,18%. Aumenta il numero delle cause definite che passa da 5.125 a 5.274, con una flessione della pendenza finale del 3,5% (da 16.736 a 16.151). Il dato complessivo finale conferma ancora una volta un dato di fondo: il distretto veneto riesce, con gli organici di cui è provvisto, a sostenere il flusso dei procedimenti in entrata ma sicuramente non è calibrato ai fini di una efficace azione di smaltimento delle pendenze arretrate. Con specifico riferimento alla Corte d’Appello, in mancanza di una incisiva e pronta rideterminazione dell’organico dei magistrati, si confida, altresì, nella prossima assunzione di un consistente numero di giudici ausiliari che siano provvisti della necessaria professionalità (così come previsto nel recente “decreto del fare”) e che potranno essere destinati allo smaltimento dei processi di più antica iscrizione. Esaminando il dettaglio delle iscrizioni per materia nei Tribunali si evidenzia che le cause a cognizione ordinaria sono in aumento (da 18.909 a 23.009). Tra esse e con riferimento alle controversie con la pubblica amministrazione soprattutto in materia di: a) responsabilità delle strutture ospedaliere per danni da interventi chirurgici, assistenza al parto, diagnosi e terapie; b) responsabilità per danni da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati, anche se in via di definizione a seguito di interventi normativi in tema di indennizzo; c) responsabilità dei Comuni per risarcimento del danno da cose in custodia in relazione a danni da cadute provocate dalle condizioni delle strade e di aree destinate al pubblico transito.
Un dato che preoccupa sono le istanze di fallimento: sono aumentate a livello distrettuale nella misura di circa l’11,5%, con una percentuale dell’8% a Verona e con punte del 19,7% a Rovigo e del 19,9% a Treviso. Sono, invece, diminuite a Bassano (-17,2%), a Belluno (-16,7%) e a Vicenza (-1,6%). In termini numerici le istanze di fallimento nei Tribunali del distretto sono state complessivamente 3.353 (nell’anno precedente 3.007). In crescita (+8,2%) l’iscrizione dei procedimenti in materia di fallimento, passati da 1.145 a 1.239; è, altresì, cresciuto il numero dei procedimenti definiti (1.066 contro 1.013). Il maggior incremento in percentuale si riscontra a Padova (+34,7%), Bassano (+30,85%) e Verona (+16,3%). I concordati sopravvenuti sono in netta crescita rispetto all’anno precedente – da 187 a 647 – come si rileva particolarmente a Treviso (da 13 a 74), a Venezia da 20 a 81) e Verona (da 33 a 82: e ciò in virtù delle recenti modifiche legislative in materia “concordato in bianco”.